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Facebook vs Faceback: dietro il profilo

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[ARTI VISIVE]

Facebook1C’è chi lo maledice, chi lo ignora, chi invece ne ha fatto quasi uno status symbol. Ma c’è anche chi lo usa semplicemente per comunicare arte a quel numero ben definibile di anime che lo popolano e che vengono etichettate come amici anche se al di là dello schermo non ci si è mai incontrati. È un mondo virtuale in cui le facce che si mostrano in ogni singola pagina non sono delle figure astratte bensì tante, mille identità che formano una community diversificata e pericolosamente dipendente dalle possibilità in grado di elargire ai suoi adepti.

Un lungo prologo per introdurre una realtà ormai conosciuta in ogni angolo del pianeta: Facebook.
Non è un improbabile connubio quello che viene qui proposto ma un esperimento artistico estremamente originale volto alla valorizzazione delle esperienze interpretative di Facebook tramite l’uso di uno strumento che mostra ma può anche nascondere, una realtà che si apre a diverse tentazioni: la fotografia.

Giocando sul significato della parola Facebook, Giuseppe Rado, già conosciuto per l’ideazione del progetto A.I.Ko – Artificial Intelligence Kombat, in cui si serve dello storyboard per creare scarti visuali, in questa occasione si è cimentato in un vero e proprio happening in cui sconosciuti hanno posato davanti al suo obiettivo su uno sfondo bianco che quasi si confonde con la maglietta dello stesso colore fatta indossare ad ogni singolo partecipante per l’occasione e con l’aggiunta di un paio di occhiali con montatura nera, comun denominatore ai visi fotografati che però appaiono diversi in quanto diversi sono i comportamenti dei singoli davanti all’obiettivo.
Lo scopo delle immagini ricavate da tale performance è quello di mostrare ciò che si vede al di là dell’apparenza, oltre ciò che si cela dietro l’immagine e quindi il Faceback ovvero i diversi profili che vivono dentro e fuori l’immagine fotografica e così come appaiono in Facebook.

Contrariamente a quanto succede quando la realtà virtuale rischia di far apparire un semplice Facebook2insieme indistinto di immagini ed espressioni, ciò che invece traspare da questo esperimento è la rilevazione di individualità, persone dotate di una certa espressione emotiva e pensieri individuali che si concentrano in un’immagine che sancisce l’inizio di un continuo scambio di interferenze emotive tra l’artista che crea, e i singoli che si prestano al suo gioco, ma che insieme sono quei fruitori del piacere delle creazioni portate in luce.

Con Faceback – dietro il profilo, Giuseppe Rado continua la sua evoluzione artistica nell’ambito delle realtà virtuali dove si distingue per le sue capacità interpretative di un mondo estremamente legato a prospettive modernamente urbane, corredato da azioni virtuali come quelle appunto presentate in questa occasione e che offrono uno spunto valido per emergere oltre lo la cornice dello schermo.

Se la curiosità vi sta divorando allora non potete perdere l’occasione di conoscere la creatività di Giuseppe Rado presso la Galleria Ingresso Pericoloso (scoprirete il motivo) dove i simpatici padroni di casa, Massimo e Martina, vi racconteranno meglio e anche di più.

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