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Lettori di Razza

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lettori-di-razza_medium [LETTERATURA]

Il 23 marzo alle ore 21.00 ha avuto luogo, presso il Teatro India, l’ultima serata della manifestazione Lettori di razza, nata da un’idea di Lisa Ginzuburg. A quest’ultimo ed interessante incontro hanno partecipato Dacia Maraini e Igiada Scego. L’una, autrice ben nota nel panorama letterario italiano, l’altra, autrice giovane ed interessante figlia di una letteratura di migrazione, che sebbene in ritardo rispetto ad altri paesi europei, inizia a dare i primi frutti anche qui in Italia.
Le due autrici, dirette da Elio De Capitani, hanno condotto con sostanza e dolcezza una lettura incrociata di testi, nati a rappresentare il ruolo, il volto e la sostanza di un’esperienza amara come quella della migrazione. Un’immigrazione che spesso noi italiani tentiamo di dimenticare e che in realtà, è stata parte fondante del nostro percorso storico e umano. 

 

Un’alternanza di voci, storie raccontate da scrittori, ma più che altro da protagonisti di uno spaccato di storia del mondo, che tuttora miete vittime. Vittime della colonizzazione, che ancora oggi cercano, seppur distanti dal paese natale, di recuperare vecchi valori che per troppo tempo son stati calpestati. Vittime di guerre altrui, di conflitti spesso ignoti causa di viaggi, di abbandoni e di continue ricerche allo scopo di riacquistare un’identità negata.
Destini che però sanno e possono unirsi, questo è stato lo scopo dell’incontro. Un confronto sincero tra Italia e Senegal, a dimostrare come ciò che spesso appare lontano, in realtà è seduto soltanto a due sedie da noi.
In questo clima di recupero l’unico e vero collante è stato la scrittura: scrittura poetica, prosastica, la scrittura che sa essere amica di tutti, che racchiude in sé tutte le lingue e le esperienze del mondo. Una scrittura che prende piede, a volte con ironia, a volte con velata amarezza, da esperienze vere. Una scrittura in grado di recuperare quei valori comuni più di tante parole che spesso suonano come pura retorica.

La vita vera, si dipana nella pagina scritta come nel testo proposto dall’autrice Dacia Maraini: Buio. In tale testo, un’ esperienza drammatica come quella della violenza sulla donna risulta complementare al razzismo, che spesso diviene un’arma grazie alla quale nascondere la brutalità, che non conosce colori di pelle.
Oppure la scrittura di autrici oggi lontane dalla loro patria,  figlie della migrazione forzata, dell’abbandono e della lotta per l’integrazione. Donne lontane da loro stesse che nella raccolta Passaggi ad ovest sanno raccontarsi con ironia e stile. Con piccole battute ci ricordano come ognuno di noi in realtà, in questo piccolo mondo, deve lottare per sentirsi unico, deve lottare per sentirsi a casa perché in fondo “dovunque appendo le mutande,lì è casa mia“. 

Insomma quello che d’importante emerge è che la letteratura può divenire uno strumento di raccordo, di dialogo e soprattutto di conoscenza. Perché solo tramite la memoria e la conoscenza dell’altro si può sconfiggere la paura. La paura che impedisce quell’uguaglianza che si dovrebbe auspicare, ma che se racchiusa, come spesso si rischia, unicamente in valori politici può sembrare lontana o solo uno dei tanti strumenti di adesione popolare. L’umanità nella sua bellezza, l’uguaglianza ed il rispetto come valori comunemente condivisi al di là del frazionismo questo è il vero obbiettivo.

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