Giorgia Fiorio: il Dono
[ARTI VISIVE]
“Sospeso sullo spazio-tempo universale, un labirinto di percorsi s’intrinseca nella ricerca d’unisono fra l’identità esteriore dell’individuo e il sé profondo” (Giorgia Fiorio)
Cento stampe fotografiche in grande formato e rigorosamente in bianco e nero fanno confluire i nostri sguardi profani nella testimonianza visiva di Giorgia Fiorio, torinese di nascita che dal 2000 si è impegnata in una ricerca personale sul rapporto dell’individuo con il sacro.
Diplomatasi all’International Center of Photography di New York, Giorgia ha da sempre coltivato un forte interesse documentario-antropologico che l’ha portata nel 1990 a realizzare il progetto di successo Uomini, riguardante alcune comunità maschili occidentali. Il suo ultimo lavoro trae forza dalle sue esperienze passate ed esprime più chiaramente la natura della sua ricerca.
Presso il primo piano dell’Istituto Nazionale per la Grafica, nella sede di Palazzo Fontana di Trevi, è possibile ammirare gratuitamente fino al 26 Aprile Il Dono, progetto fotografico che prende spunto da una delle parole più antiche del linguaggio che accomuna tutti i continenti.
Viaggiando dall’Etiopia alle Filippine, dall’India al Tibet, dalla Cambogia all’Uzbekistan, dalla Russia al Myanmar Giorgia Fiorio ha portato alla luce, con grande coerenza formale, differenti rituali e tradizioni accomunati dalla medesima intensità. La ricerca incessante della fotografa si pone come obiettivo l’essenza della condizione umana, indagando qualcosa che non si conosce a priori e di cui non è necessario svelare alcun segreto. Le foto infatti non restituiscono la realtà per quella che è, ma un’astrazione della realtà stessa. La donna esalta la spiritualità dando voce al movimento e lasciando che le sfumature dei grigi concentrino l’attenzione sul soggetto centrale, per la quasi totalità dei casi umano: alle volte le figure paiono fuoriuscire dal nulla oppure essere un’unica cosa con l’ambiente di origine.
Il dono che Giorgia Fiorio dunque ci fa è quello di lasciare che ognuno goda delle sue foto in maniera diversa e veda in esse una realtà propria.
La mostra curata da Gabriel Bauret è arricchita da un interessante filmato relativo a ciò che c’è dietro il lavoro dell’artista e accompagnata dal volume che raccoglie le sue foto, edito in Italia da Peliti Associati.
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