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Fumetti partigiani

diegociorra
diegociorra[STREAP-TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

All’ingresso nella stanza  vengo immediatamente colpito dal tratto fortemente espressivo delle tavole di Thomas Bires. Per sostenere i testi secchi, quasi cronistici, di  Dario Morgante, il pittore romano ha scelto di ispirarsi ad un album fotografico, e ha sovrapposto figure umane ai diversi sfondi, ora cartine geografiche, ora scene di gruppo o dettagli di carneficine…

…la cui violenza viene solo in parte celata dalle vignette che le coprono e che raffigurano coloro che si batterono sull’altopiano della Leonessa, i partigiani della brigata Ercole o i meno credibili nazisti a due teste. Anche il titolo del lavoro, In futuro ci scorderanno, fa pensare che questa particolare scelta stilistica voglia invece scongiurare la minaccia dell’oblio.
Lo stesso intento è ravvisabile in tutte le opere esposte nella sala superiore della Casa della Memoria e della Storia, a Trastevere in Roma, dove dal 12 Marzo fino al 30 Aprile è allestita la mostra Fumetti Partigiani, a cura di Emiliano Rabuiti in collaborazione del Centro Fumetto “Andrea Pazienza”. 

E’ stato chiesto a diversi autori, molto attivi nel campo del fumetto indipendente, che spesso è sinonimo di povertà di mezzi ma ricchezza di contenuti, di cimentarsi con il tema della Resistenza antifascista, non un argomento qualsiasi, ma la pietra di volta su cui si fonda la Repubblica italiana. Per alcuni di essi è stato naturale ispirarsi a storie della propria terra, come nel caso di Giulia Sagramola che in Avrai… sceglie per protagonista Adriana Barocci, denominata la belva di Fabriano, una collaborazionista colpevole di numerosi tradimenti alle spalle dei propri concittadini. La Sagramola opta per un tratto pulito che contrasta con la drammaticità dei fatti descritti, così come la scrittura corsiva, che conferisce al racconto il tono intimistico di un vecchio diario, appunto per continuare a ricordare. 

Sulla parete vicina, quasi sospese in aria galleggiano le tavole di Stefano Misesti, che plasma Fumetti_partigiani_Disegni_di_Stefano_Misestiin fumetto la toccante Lapide ad ignominia che Piero Calamandrei dedicò alla memoria dell’eroico Tancredi Duccio Galimberti: “Lo avrai, camerata Kesselring, il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà, a deciderlo tocca a noi…
“;  le illustrazioni morbide e affusolate del disegnatore comasco, assimilabili a certi racconti fantastici d’animazione europea, rendono soffici anche i teschi e le lapidi, ma non sminuiscono per questo il lirismo dell’epigrafe, e nell’ultima immagine compare, unica volta nella mostra, un riferimento al 25 Aprile e al significato di questa ricorrenza. 

Diametralmente opposto, tanto nella disposizione all’interno dello spazio espositivo quanto nel linguaggio adottato, c’è il contributo di Saturno Carnoli e Leonardo Guardigli. Se Misesti opta per la poesia e l’allegoria, il connubio tra i due ravennati si fonda sulla ricerca del realismo, nell’atto di avvicinarsi ad un’altra pagina nera e poca nota del periodo. La  rappresaglia di Ponte degli Allocchi, dove le Brigate Nere trucidarono 12 partigiani, viene narrata nei suoi atti essenziali, essenziali come le silhouette dai contorni bianchi che il disegnatore ritaglia dal fondale nero, e poi indagata nel suo epilogo. Gli autori ci restituiscono prima i volti delle vittime attraverso dei sintetici ritratti, e poi tre pagine fitte di nomi e date, in cui si impegnano a tracciare un profilo dei colpevoli accertati e giudicati dalla Corte D’Assise Straordinaria di Ravenna.
Un breve sorriso lo strappa invece il fumetto di Manuel De Carli, che in “La rosa fortunata” mette in scena la trasformazione da brutta contadinella in avvenente partigiana di una giovane donna che userà l’arma della seduzione per sposare la causa della resistenza. 

Tra tutti però, il contributo che ho preferito è stato quello di Claudio Calia, la toccante conversazione tra un padre ed un figlio che provano forse per l’ultima volta a spostare l’uno la posizione dell’altro nei confronti del fascismo.
La tavola è tagliata in due: da un lato il confronto verbale in cui il ragazzo cerca di aprire gli occhi al genitore sulle colpe del regime, che l’anziano difende per i treni in orario e perché finora se l’è presa con Fumetti_partigiani_Disegni_di_Claudio_Caliagli altri, dall’altro una figura nell’ombra porta a termine un agguato contro un capitano fascista. Perché spesso “Ci sono cose che non si risolvono una sera a cena…”.
E forse è questo il motivo che mi ha spinto a preferire questa storia alle altre, il fatto che racconti un momento antecedente alla guerra, in cui le parole erano ancora capaci di individuare i segni del male a venire, in cui l’unione pacifica di un popolo avrebbe potuto sconfiggere l’arroganza al potere di una sparuta minoranza. Se solo non si avesse voluto volgere lo sguardo altrove, ai treni in orario e ai discorsi ottimistici declamati da un balcone, fingendo di non vedere le disgrazie dei vicini di casa, ebrei o comunisti. 

In questi giorni in cui alcuni fumetti che vorrebbero far pensare vengono invece accusati di offendere lo spirito nazionale, e banditi perché di parte, dovremmo invece parare con i nostri corpi gli attacchi a tutti quegli artisti partigiani che non hanno paura di mostrare le colpe del paese e di lanciare un monito prima che sia tardi.
E’ il 25 Aprile. Sarebbe bello onorare il coraggio dei nostri patrioti dimostrando di non essere egoisti come gli italiani che abbassavano lo sguardo mentre altri venivano portati via.

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