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Passaggi di Tempo: Martina Donati

Sulla porta leggo Centro per le arti e le culture Mocobo. La mostra dev’essere all’interno. So che il titolo è Passaggi di Tempo e che ha a che fare con Pasolini. Il resto è tutto da scoprire. Alle pareti vedo delle stampe: non sono n’ dipinti, n’ fotografie. Incuriosita mi avvicino cercando di capire.
Conosci la calcografia?, a parlare è Martina (Donati n.d.r.), la giovane artista romana che espone la sua prima personale. La mia espressione, evidentemente interrogativa, la trasforma in una perfetta guida tra i meandri di quest’arte non troppo comune.


Si tratta di un sistema particolare di stampa -continua Martina- in particolare nelle opere che adesso vedremo c’è un’alternanza e in alcuni casi sovrapposizione delle varie tecniche che fanno parte della calcografia: acquatinta, acquaforte e punta secca“.
Mentre lei parla io mi soffermo davanti alla prima incisione che raffigura il volto di Pasolini stampato su un estratto de “La Guinea”.
Ecco qui ad esempio si possono vedere tutte e tre le tecniche“, mi dice.

Spiegami un po’?.
In poche parole l’incisione viene fatta su una lastra, in questo caso di zinco. L’immagine e i suoi chiaroscuri vengono creati attraverso diversi processi. In particolare l’acquaforte consiste nell’immergere la lastra nell’acido per iniziare la morsura. L’incisione del metallo avviene solo dove non protetto. L’acquatinta è la tecnica che si ottiene tramite una polverina: si cosparge l’immagine di polvere, in genere colofonia, e poi la si scalda leggermente in modo che aderisca per fusione. La punta secca, invece, è una tecnica di incisione diretta, nel senso che si agisce direttamente con una punta di acciaio”

Certo che ce ne è di lavoro dietro. Come ti è venuta la passione per la calcografia?
Ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma e là mi sono avvicinata alla disciplina, cos’è oltre a dipingere dal 2003 ho avviato l’attività incisoria sperimentando la tecnica di Hayter.

Ma ritorniamo alla mostra. Tecnica a parte come si dipana a livello tematico?
Passaggi di tempo vuol essere una sorta di viaggio nel mondo pasoliniano. Un cammino visionario diviso in due fasi. Una è quella dei volti che trae spunto da una frase dello scrittore: “Prendo gli attori dalla strada, perchè” devono rappresentare quel che le loro facce esprimono“. La seconda é la fase che definisco citazionistica in cui vengono proposti fermi immagini di alcuni film di Pasolini che rimandano all’arte medievale e manieristica.

Così avanzo per la sala scrutando nelle stampe della mostra dei volti in cui adesso mi sembra di riconoscere Il ragazzo con il cesto di frutta di Caravaggio, Il Cristo Morto di Mantegna, La maya vestida di Goya. E così guardando meglio dietro quelle stesse immagini ritrovo scene altrettanto famose dei film di Pasolini: Mamma Roma, Accattone, Il Vangelo secondo Matteo. Un collegamento non banale, ben studiato.

Bello l’intreccio tra storia dell’arte e cinema.
Infatti è un aspetto che mi ha sempre affascinato. Pasolini aveva già percorso il legame tra arte e cinema riportando in molti fotogrammi pose che ricordano quadri famosi. Io ho ripreso il suo lavoro e l’ho tradotto in una terza via: la calcografia.

Perchè Pasolini?
Perchè lo considero un grande maestro che ci ha lasciato tanto così ho voluto dedicare proprio al lui la mia prima personale.

Prossime tappe?
Fino al 3 aprile la mostra sarà ospitata qui al Mocobo e aperta tutti i giorni dalle 16 alle 21 o sabato e domenica su appuntamento. Dall’ 11 al 16 Aprile, invece, esporrà al Simposio, locale di San Lorenzo sempre attento al fermento culturale della Capitale. Poi il viaggio continuerà alla volta di Battipaglia dove la mostra approderà il 18 aprile in occasione del Festival Equilibri 2009.

Allora in bocca al lupo per la “tournè”. Ora che mi son fatta una cultura teorica su acqueforti, acquetinte, morsure e così via, la prossima volta voglio cimentarmi con una lezione pratica. Che ne dici di un laboratorio di calcografia?
Ci puoi contare!

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