Skip to main content

La rivincita delle Donne

Alessia_Grassoi

[CINEMACITTA’]

Alessia_Grassoi8 Marzo: Giornata Internazionale della Donna. Si esce in gruppo, si fa incetta di mimose e le trasmissioni italiane trattano dei soliti temi sul perché la donna non dovrebbe essere considerata solo un oggetto, ma anche un essere pensante.
Noi cinefili, invece, siamo più propensi a rammentare tutte quelle pellicole che hanno creato delle vere e proprie icone nell’universo femminile, valorizzandone la fragilità, la forza e perché no, anche l’inaudita cattiveria.

Quindi questa settimana la rubrica si tinge di rosa e non posso fare altro che chiudere questo prologo con la citazione di uno dei film più famosi della storia del cinema Hollywoodiano: “Giuro davanti a Dio, e Dio m’è testimone, che i nordisti non mi batteranno. Supererò questo momento, e quando sarà passato non soffrirò mai più la fame, né io né la mia famiglia. Dovessi mentire, truffare, rubare, uccidere, lo giuro davanti a Dio: non soffrirò mai più la fame!”.
Rossella O’Hara era stata molto chiara, perché seppur fosse capricciosa, viziata ed ossessionata dai suoi innumerevoli cappellini alla moda, dentro possedeva il cuore di un guerriero, pronta a risollevare le sorti della sua terra Tara.
Il regista Fleming con il suo Via col Vento aprì le porte delle cosiddette “eroine cinematografiche”, trasformando l’attrice Vivien Leigh non solo in un immediato Premio Oscar, ma soprattutto in un modello di forza ed intraprendenza.

Non sono poche queste eroine che hanno riempito i nostri schermi, a casa come al cinema, coinvolgendoci nel pieno delle nostre emozioni considerate più volte sopra le righe e sarebbe quasi impossibile farne un elenco esauriente.
Dalle due amiche per la pelle Thelma & Louise (Susan Sarandon e Geena Davis) alla preziosa Audrey Hepburn di Colazione da Tiffany, fino alla donna rivoluzionaria per eccellenza Keira Knightley, che si destreggia tra pirati, duchesse e giocatrici di calcio.
Resta impossibile, tutt’oggi, dimenticare quelle voci, quegli sguardi che hanno dato potere all’immaginario femminile: “Ci sarà solo una padrona qui e nessun padrone”, disse una vibrante Cate Blanchett nei panni della regale Elizabeth (film dell’indiano Sheklhar Kapur), che ci offrì una delle interpretazioni più forti e commoventi dei nostri tempi.
Con la sua folta chioma rossa, seduta su un trono, governò il suo popolo ed, infine, perfino il suo cuore, mettendo a dura prova la sua forza d’animo, mutata profondamente da un ruolo prettamente destinato ad un uomo.
Famosa e impressa nell’immaginario collettivo la scena in cui la regina si spogliò della sua vita terrena per abbracciare la sua totale condizione di “Regina Vergine”, sposata all’Inghilterra stessa: scorreva il potente Introitus del Requiem di Mozart e le fedeli dame di compagnia la privavano delle lunghe ciocche ramate, taglio dopo taglio, abbandonando dietro di sé una vita fatta di amore e di dolore.

Ma è da qui che le eroine cinematografiche si dividono per ruolo e spessore: da quelle moderne, che rivestono ruoli maschili tra acrobatiche mosse ed innumerevoli proiettili volanti, contro quelle che si mantengono sul lato umano, esaltandone i pregi e mostrandone le risorse illimitate.
Per questo potremmo attaccarci a tutti quei personaggi trattati da attrici come Julia Roberts, che ci fece scivolare tra le note di “Oh, Pretty Woman” di Roy Orbison, ottenendo la romantica rivincita che solo Cenerentola ebbe nella sua Favola incantata, fino all’attuale Nicole Kidman, che attraverso pellicole come Cuori Ribelli, Moulin Rouge, The Hours e Ritorno a Cold Mountain ha emozionato tutto il popolo femminile, affermando il coraggio e il potere che una donna può possedere tra le sue affusolate mani.
Senza tralasciare figure come Gleen Close che insieme a Meryl Streep portarono sul grande schermo la trasposizione cinematografica del libro de La casa degli spiriti, entrambe indissolubilmente legate perfino ruoli decisamente un po’ “cattivelli”, la prima nei panni dell’eccentrica Crudelia Demon ne La Carica dei 101 e l’ultima non meno simile nella commedia Il diavolo Veste Prada, nel ruolo della gelida Miranda Priestly.
L’eroina così vaga della mascolina Ripley di Sigourney Weaver in Alien, che combatte senza tregua dei mostruosi alieni, alla Indiana Jones versione sexy Woman di Angelina Jolie in Lara Croft, fino all’accattivante Catwoman Burtoniana, in Batman Returns, con una Michelle Pfeiffer che con un semplice “Miao” fece esplodere cuori e palazzi (volutamente omessa la tamarra Catwoman del premio oscar Halle Berry).
Proprio Michelle Pfeiffer che tra Ladyhawk, L’età dell’innocenza di Scorsese e Le Streghe di Eastwick (perfetto trio con le due colleghe streghe Cher e Susan Sarandon) riuscì ad idealizzare la figura della donna, divenuta sensuale e tragicamente forte.

Ma la donna non si ferma solo sulle pellicole cinematografiche, bensì senza problemi invade anche il piccolo schermo, accompagnandoci nei giorni quotidiani: serie televisive come Alias (di J.J. Abrams con la sua protagonista Jennifer Garner) e l’indimenticabile Sex and The City, ci fa capire che la donna è e deve essere protagonista assoluta, qualunque sia la sua storia, se densa di storyline da sexy spia della CIA o intraprendente donna della città che cerca l’amore.
Sarebbero ancora tanti i nomi da citare, i film da ricordare e se siete interessati a farlo il libro di Giacovelli Enrico e Ponchia Viviana fa al caso vostro: Chick Film si propone di presentare tutte le donne del cinema, da Greta Garbo fino a Gwyneth Paltrow, raccontando le trame e gli aspetti più curiosi di queste pellicole epocali.
Personalmente il film nel cuore resterà quello che narra la storia di una famiglia e di quattro sorelle legate tra giochi d’infanzia, prese di coscienza e la dura strada per diventare adulti: Piccole donne e le sue protagoniste Winona Ryder, Kristen Dunst, Claire Danes e Samantha Mathis, sarà per sempre un esempio incantato su come le donne siano piene di pregi e difetti, e per questo perfettamente ed eternamente amabili.

La rivincita delle Donne!Cinema, martelive, martemagazine, Rubriche

Lascia un commento