Una donna rivista e corretta
[TEATRO]
Nuovo trionfo per il MArteLive Teatro Tour 2009 che – domenica 8 febbraio – ha presentato a Roma Una donna vissuta, rivista e corretta, ovvero: tutto quello che la vostra fidanzata non vi ha mai detto, ma che voi sospettate da tempo, terzo fiore all’occhiello della stagione ormai prossima alla conclusione. L’opera – già rappresentata con il titolo Una donna vissuta, molto – torna in scena nella sua versione, “rivista e corretta” nella bellissima cornice del Piccolo Teatro Campo d’Arte, riempito oltre ogni misura di un pubblico che inonda persino la scena pur di assistere alla splendida prova dell’autrice ed interprete Celeste Brancato.
Affatto intimidita dall’inaspettata invasione di campo, l’attrice dà prova di tutta la propria padronanza scenica, giocando con gli imprevisti e reagendo con prontezza anche ai frequenti ritardi della cabina di regia. Le sue innegabili doti di improvvisazione originano una messinscena fresca e spontanea in cui lo spazio, agilmente reinventato in base alle nuove condizioni, ingloba nell’area dell’azione gli spettatori più vicini conferendogli istantaneamente un ruolo drammaturgico funzionale e coerente.
Il pubblico, quindi, si ritrova letteralmente introiettato nel mondo della protagonista, il cui disordine interiore si riflette nel caos di abiti smessi ed oggetti sparsi che inondano la scena. Dal centro di quella confusione emerge la figura di Ortensia che illustra – con ironia e cinismo esilarante – le riflessioni più illuminanti sulla propria esperienza al femminile.
L’amore ed il futuro, attraverso gli occhi di una donna romantica ma disillusa, divengono oggetto di una parodia spietata, ma impeccabile, capace di coinvolgere il sentire comune, senza tuttavia cedere a facili e scontate scorciatoie.
Pur essendo sola sulla scena, l’attrice si moltiplica nello stuolo di personalità della protagonista – dalla bionda in abito leopardato alla ragazza del sud – coadiuvando la propria trasformazione attraverso l’uso di parrucche e vestiti di scena. Le cesure drammaturgiche, segnalate attraverso l’alternanza dei costumi, si sviluppano su un accompagnamento musicale vivace ed energico, che conferiscono al monologo un andamento scorrevole e brillante.
Ne deriva un testo corale e divertente – a metà strada tra un monologo teatrale ed uno sketch di cabaret – che ripercorre frammenti di una quotidianità assolutamente comune, rielaborati attraverso una dirompente vena comica, capace di dissacrare le piccole frustrazioni di ogni giorno suscitando risate catartiche e liberatorie.
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