Torino magica, Napoli misteriosa
[CURIOSITA’]
Torino magica: tra bene e male
Ogni luogo ha una storia, un’origine e un’identità che non mutano con il passare del tempo e che guidano, inconsapevolmente e inesorabilmente, la vita dei propri abitanti. Così anche Torino, che ha i suoi racconti e le sue leggende. Il bianco e il nero, il bene e il male, gli opposti si fondono tra le strade di Torino per dare vita ad una realtà fatta di contraddizioni e mistero. Ed è così che nasce la Magia.
Per parlare di occulto bisogna partire fin da quelle che furono le fondamenta della città…
Tutto ebbe inizio in epoche molto lontane, ad opera di una delle più misteriose popolazioni che abbiano attraversato la terra: gli Egizi. Fenonte, figlio di Iside e del Sole, avrebbe scelto l’incrocio sacro tra i due fiumi, il Po e la Dora, per erigere un centro di culto al dio Api, proprio il Dio del Toro.
E se nulla è fatto per caso e tutto ha un inspiegabile destino, Torino sorge alla confluenza di due fiumi, il Po e la Dora che formano un anello d’acque che circoscrive la città. E come non pensare alla sua pianta romana che ha, in corrispondenza dei quattro punti cardinali, le quattro porte d’ingresso all’antica città!
Ciò che rende unica Torino è la sua inconfondibile atmosfera, la sua inquietudine, dove luce e tenebre si rincorrono e si combattono, si potenziano e si annullano. Una delle più importanti scuole di esoterismo, indica il capoluogo piemontese, come una città di frontiera: l’unica a far parte sia del triangolo della Magia Bianca insieme a Praga e Lione, sia di quello della Magia Nera con Londra e San Francisco.
Il “cuore nero” di Torino è rappresentato da Piazza Statuto, famosa per il tragico incendio dell’omonimo cinema. La piazza è storicamente un punto oscuro della città e scenario di orribili vicende: è situata ad occidente e quindi, per i romani, in posizione infausta per il tramonto del sole, confine tra il bene e il male; e perché qui vi era la “valle uccisorum”, luogo di morte e sepoltura. Piazza Statuto nasconde nelle sue fondamenta una necropoli, che potrebbe essere vastissima ed estendersi per le vie che si diramano a raggiera dalla piazza, e ospitò per molto tempo il patibolo per i condannati a morte. Sull’obelisco che si trova al centro della piazza, oltre all’astrolabio che indica la costruzione della città sul 45°parallelo, si erge una figura che la tradizione associa a Lucifero, l’angelo più bello. Dal tombino dell’aiola centrale della piazza si accede ad un mondo nascosto ai nostri occhi: la sala di comando del sistema di fogna nera della città, si narra che proprio lì si trovi la porta dell’Inferno.
Basta fare pochi passi per essere in via Barbaroux, dove nella Chiesa della Misericordia, l’ultima benedizione scendeva sui condannati a morte. Proprio tra le mura di questa chiesa si possono trovare ancora oggi il registro contenente i nomi dei condannati, un bicchiere per gli ultimi sorsi, i cappucci neri e il crocifisso, e, sotto una lastra di marmo, un ossario. Per le strade circondati la zona è facile percepire l’atmosfera di inquietudine e morte.
Un passo e si entra nel cuore bianco e pulsante di Torino: Piazza Castello. La cancellata di Palazzo Reale contiene il punto più magico di Torino, tra le statue di Castore e Polluce si trova la divisione tra la “Torino sacra” e la “Torino diabolica”. E tra i sotterranei di Palazzo Madama le “Grotte Alchemiche”: luoghi di azzardati esperimenti, di strani infusi alla ricerca della Pietra Filosofale, dove alchimisti e scienziati, esoteristi e filosofi si riunivano, chiamati dai Savoia, per cercare la fonte del benessere e della ricchezza.
E se la Tradizione dice che chi possiede una reliquia di Gesù di Nazaret, le possiede tutte, ricordiamo che nel Duomo di Torino si trova la Sacra Sindone (che tante volte è stata aggredita dal fuoco, ma magicamente ne è rimasta illesa), nei sotterranei della Basilica di Maria ausiliatrice una croce realizzata con il legno della croce di Gesù, e nei sotterranei della Gran Madre di Dio o in un punto della collina torinese, si pensa sia sepolto il Santo Graal (c’è che sostiene che l’indice delle due statue che accolgono i visitatori, ora distrutto, indicasse la collocazione del calice).
Passeggiando per le vie della collina torinese si percepisce qualcosa di funereo nell’aria, una strana malinconia: ci sono tombe ai piedi della collina (la Gran Madre), tombe sulla sommità della Collina (Superga), targhe di defunti su ogni albero del Parco della Rimembranza ed ai defunti è dedicata la luce del faro della Maddalena.
Dai due gruppi di statue di fronte all’entrata della Gran Madre, nascono altre leggende che le collegano alle profezie di Nostradamus, uno dei personaggi più emblematici della storia che per due anni ha abitato nella misteriosa Torino. Nostradamus fu ospitato presso la Domus Morozzo,nell’attuale Pellerina e in un’occasione fu chiamato alla corte sabauda per curare la sterilità della duchessa Margherita che, in seguito alle sue cure, concepì e diede alla luce Emanuele Filiberto. La prima venuta di Nostradamus è documentata da una lapide murata nella facciata di una palazzina di via Michele Lessona 11. Il palazzo fu abbattuto nel 1945 ma della lapide però rimangono alcune fotografie “ici il y a le paradis, l’enfer, le purgatoire“(Nostradamus alloggiò qui dov’è il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio).
Ma Nostradamus non fu l’unico personaggio misterioso ad essere attratto da Torino. Qualcosa di inspiegabile ha attirato nel tempo anche l’elite dell’occultismo, da Cagliostro a Paracelso, dal Conte di Saint Germain a Fulcanelli.
Uno dei personaggi più importanti per il capoluogo piemontese è Gustavo Adolfo Rol, sensitivo italiano nato e vissuto a Torino, tra i più noti e controversi nell’Italia del XX secolo. I fenomeni da lui prodotti e osservati da molti testimoni sono interpretati come autentici fenomeni paranormali, mentre i critici le chiamano illusioni prodotte con tecniche di prestidigitazione e di mentalismo (branca dell’illusionismo che consiste nel simulare facoltà extrasensoriali). Durante la sua vita non venne fatta alcuna verifica sotto controllo scientifico, per l’opposizione dello stesso Rol (che d’altra parte rifiutava di essere definito sensitivo). Per molti rimane comunque un vero e proprio maestro spirituale.
Scrisse De Chirico nel 1939: “Torino è la città più profonda, più enigmatica, più inquietante, non d’Italia, ma del mondo“.
Giovanni Paolo II sembrò colto da un’inquietudine singolare nella sua visita a Torino del settembre 1988. La città ha dato i natali ad una sessantina di Santi e il papa così si pronunciò: “La città di Torino era per me un’enigma. Ma, dalla Storia della Salvezza, sappiamo che là dove ci sono i Santi entra anche un altro che non si presenta con il suo nome. Si chiama il Principe di questo mondo, il Demonio (…) Quando ci sono tanti santi è perché ce n’è bisogno. (…) Tu Torino hai bisogno di una conversione eccezionale, superiore“.
Tra le vie di Torino e nei suoi sotterranei, tra le campagne e tra le colline si possono ancora oggi incontrare seguaci del Demonio intenti ad omaggiarlo con riti e sacrifici, consapevoli di essere circondati dai seguaci della magia bianca pronti a contrastarli per le stesse vie. La luce risplende dove il buio è più fitto…
di Paola Zuccalà
Napoli: magia e misteri di una città sottosopra
Di Napoli si conoscono tante cose, molti luoghi comuni e qualche verità. Napoli caotica e urlante, città irregolare e in affanno. Ma c’è una Napoli più silenziosa e nascosta, permeata di magia e superstizioni, popolata da anime e spiriti, signori di un mondo sotterraneo. Una città alla rovescia, punto di incontro tra storia e leggenda, religione e superstizione.
Una Napoli sotterranea che unisce i vivi e i morti e che conduce in un mondo popolato da anime sofferenti o da spiriti benevoli, da storie di comuni mortali e di esseri immaginari.
L’ ossario conosciuto come Cimitero delle Fontanelle, luogo di culto delle Anime del Purgatorio, o l’area sottostante i Quartieri Spagnoli, dove parte della popolazione si rifugiò durante la Seconda Guerra Mondiale e ancora tanti altri spazi nascosti, sono luoghi di congiunzione ed equilibrio tra mondo magico e mondo reale. Dal sottosuolo alla superficie il passo è breve per far affiorare le superstizioni e le suggestioni che connotano ancora parte della cultura partenopea.
Una città le cui sorti, secondo un’antica leggenda, sono legate alla resistenza di un uovo posto da Virgilio sotto il Castel Dell’Ovo, o allo scioglimento del sangue del patrono San Gennaro. Una città in cui si sente ancora parlare dei “Monacielli”, spiriti benevoli o maligni che usano le vie sotterranee per entrare e uscire dalle abitazioni, muovendosi avvolti in mantelli resi somiglianti al saio di un monaco dalla penombra.
E ancora la “Bella ‘Mbriana”, spirito benigno della casa, al contrario della ben più sgradevole Janara, presenza aggressiva e sgradita.
Sono tanti, troppi da descrivere ed elencare i luoghi e le leggende di una cultura seducente, intrisa di esoterismo, tradizione, alchimia, storia, religione. Contraddizioni insite in una città da amare e odiare allo stesso tempo e che ancora oggi, sia pure in forme alquanto distorte, offre superstizioni e illusioni a buon mercato.
È il circo mediatico di sedicenti maghi e cartomanti, proprietari di emittenti radiofoniche dispensatori di verità assolute, santoni pittoreschi. La maga che tutto sa e vede, la fattucchiera moralista e sanguigna: ce n’è per tutti i gusti e sempre col sorriso sulle labbra, pronti ad accoglierti in privato o a farti tentare la fortuna telefonando.
Tristemente anche questi sono fenomeni del gioco di illusioni e di capovolgimenti di una cultura popolare. Se ne ride, con amarezza.
Ma la magia, quella vera, è il fascino di una cultura millenaria da avvicinare con profondo rispetto. Miti, leggende, storie si rincorrono come le voci nei vicoli del centro storico e sussurrano nella penombra di catacombe e antri.
Basta tendere l’orecchio, restare in silenzio e lasciarsi guidare in un mondo di magia e poesia, dove morte e vita dialogano senza alcuna sopraffazione.
LAES- Napoli e la città sotterranea www.lanapolisotterranea.it
suggerimenti bibliografici: www.librerianeapolis.it
di Brunella Bianchi
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