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SuperMagic 2009 in scena l’illusione

Piove ancora nella Capitale, nessun mago della pioggia ha potuto niente contro questa ondata di maltempo che imperversa sulla città e ci sta trasformando tutti in rospi bipedi di prima generazione, eppure “the show must go on” e noi ne abbiamo approfittato per a vedere uno spettacolo davvero sorprendente.


Approfittando del fatto che la magia è definita tale su diversi livelli dello scibile umano e finisce per coinvolgere diversi tipi di attività (artistiche e non), abbiamo deciso di interpretare la traccia della settimana, come un incitamento a partecipare a SuperMagic 2009, la sesta edizione del primo ed unico festival della magia in Italia.
In questo spettacolo il mondo dell’illusionismo e della prestidigitazione si mescola sapientemente con l’esperienza teatrale dando così vita ad un evento unico nel suo genere, ricco di emozioni, risate e sbalordimento.
Dal 23 gennaio fino al 1 febbraio i più grandi “maghi” e illusionisti del mondo si esibiscono al Teatro Olimpico di Roma (P.zza Gentile da Fabriano) con un originale pretesto che dà vita al contesto narrativo: un alieno con un’importante missione da compiere (Sergio Bustric), fa un atterraggio di fortuna in un teatro durante le prove di un grande spettacolo di magia, dove tra intermezzi comici, trucchi divertenti e scoperte sconvolgenti, convincerà i suoi superiori a non distruggere il nostro Pianeta.

Dalla prestidigitazione all’illusionismo, dalla comicità irresistibile alla magia, il viaggio che ci si appresta a fare quando si entra nel vivo dello spettacolo è quello in una dimensione parallela, di cui sono convinti sostenitori i bambini: nei sogni la realtà è definita da regole stabilite solo dall’immaginazione e l’unico limite invalicabile è quello della fantasia.
E forse è proprio di questo spirito alla Peter Pan che vivono coloro che si danno a questo mestiere: sofisticati mistificatori della realtà o dell’impressione della realtà che percepiscono i nostri occhi.

Inutile dire che ancora sto cercando di capire da dove uscivano le tortore di Mirko Menegatti, eccezionale manipolatore italiano, o che non ho dormito tutta la notte nel vano tentativo di scoprire come, Gaetano Triggiano, illusionista, poteva tenere sospesa a mezz’aria la sua assistente senza cavi d’acciaio nascosti nel buio o piedistalli abilmente camuffati.
La scaletta ha visto esibirsi Juliana Chen, manipolatrice cinese, che con le sue carte ha riempito non solo il proscenio ma l’intera sala (chissà dove le teneva…) con sottofondo e movenze orientaleggianti.
Tony Chapek, prestigiatore americano che ha presentato un innovativo numero che miscela magia, tecnologia e comicità (qualcuno mi sa dire come faceva ad entrare ed uscire ripetutamente dal televisore in un niente, cambiandosi anche d’abito???).
Mirko Menegatti, di cui vi ho già accennato sopra (rimango nel dubbio sul numero della gabbietta con le tortore sparita nel nulla, forse dovrei chiamare la Protezione Animali…).
Il duo Double Fantasy, artisti ucraini insegnanti alla prestigiosa scuola del circo di Kiev.
Samuel, brillante ventriloquo italiano, unico al mondo a fare imitazioni in ventriloquia, che prima con il suo pupazzo, poi con le mezze maschere semoventi applicate al volto di due ignari spettatori, ci ha stesi dalle risate con la sua bravura ed il suo sense of humor così poco british, ma molto italian style.
Il sorprendente Gaetano Triggiano, di cui sopra, toscano di nascita, sorprendentemente mondiale nelle sue esibizioni che danno vita ad uno spettacolo (il cui regista è nientemeno che Serge Denoncourt del Cirque du Soleil) fatto di energia, mistero e poesia (mirabile la scena finale del sacrificio della vergine delle acque, o anche la sparizione nel baule: io non capirò mai se c’è davvero una botola segreta!).
E intermezzi con Sergio Bustric (l’alieno venuto dallo spazio), Remo Pannain e Massimo Zannoni (prestigiatori), con Claudio Sorrentino e Foxy John come voci fuori campo.

Rimanere a bocca aperta, con gli occhi luccicanti di sorpresa è sicuramente una prerogativa dell’età infantile, ma è vero anche che lasciarsi sorprendere dalla magia e dalle sue illusioni è un’esperienza gratificante, quasi quanto, quando eravamo bambini, scoprire che Babbo Natale non solo ci aveva lasciato i regali sotto l’albero passando per la canna fumaria del camino, ma si era mangiato anche i biscotti che gli avevamo lasciato. Crescere, diventare adulti è sinonimo anche di estremo realismo, ma forse sognare e ridere ancora come quando eravamo bambini, qualche volta, non può farci che bene al cuore.
Da vedere assolutamente, prima che sia troppo tardi e gli alieni di Bustric, con le loro bolle di sapone si siano appropriati della Terra e abbiano fatto scoppiare il più letale morbo di allegria che si sia mai visto…

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