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Il magico mondo di Esperia

evakent
[L’ILLETTERATA]

evakentMi chiamano dalla redazione e mi dicono: “che cosa ti fa venire in mente la magia?”. E’ un parola mi verrebbe da rispondere, non perché mi manchino le idee, piuttosto perché mi servirebbe una rubrica a puntate per poterne parlare come si deve, in modo esaustivo, completo, senza tralasciare nulla. Però, eccomi qua a prendere una decisione che spero non sia impopolare: impalmare l’articolo della mia rubrica alla causa di un libro appena uscito che, a modo suo, mi ha fatto venire in mente più e più volte la parola magia.

Il romanzo in questione si intitola Esperia, è edito dalla Alberto Gaffi editore, ed la pseudo opera d’esordio di Graziano Graziani, già autore di testi teatrali e giornalista.

Esperia è un romanzo non romanzo molto particolare, che parte dall’artificio letterario del ritrovamento di una raccolta di “testimonianze […] attorno a una strana leggenda che [mi] suonava stranamente familiare” e si dipana nel racconto di questa presunta terra di mezzo dal nome di Esperia che più che essere costituita da una geografia dettagliata di luoghi ben definiti, fa capo più ad una geografia di esseri paradossali, di sensazioni non meglio catalogabili e di evidenti incontri sovradimensionali. Esperia è un mondo di impressioni, di oggetti che hanno una funzionalità alterata e di popolazioni di confine che offrono al lettore una serie infinita di curiosità e ironiche versioni ipotetiche della realtà.
Ed è così che ci imbattiamo nei Pixeliti, “popolazione dedita al culto dell’immagine” e che “si annida[no] dietro gli specchi ma non disdegna[no] altri tipi di superfici riflettenti”; negli Accompagnatori, “esseri piuttosto solitari […] soliti puntare un viaggiatore qualunque e accompagnarlo per un tratto di strada nel più perfetto silenzio, o magari fargli compagnia in casa, coricarsi con lui nel letto, sedergli accanto quando decide di sedersi, leggere con lui appoggiandogli amorevolmente il mento sulla spalla”; negli Enumeratori, squadra affiatata che ha come unico scopo quello “di ridurre tutto a schemi razionali e numerabili”; nei Temporeggiatori, “popolazione numerosa , divisa in molte tribù, ognuna con le proprie strane ritualità, [dedite a] far girare gli orologi in modo anarchico e imprevisto”; nei Replèiadi, “una delle popolazioni di confine che più amano interagire coi viaggiatori ignari, tanto che c’è addirittura chi parla di simbiosi […] anche per anni”; e gli Allorquando, popolazione dedita “a scardinare la struttura di frasi e discorsi […] esserini d’incerta forma che s’infilano come un fluido nelle orecchie dei viaggiatori e lasciano pruriti d’inspiegabile natura”.

Il romanzo è diviso in due grandi blocchi: Geografie con una struttura a piccoli episodi e/o testimonianze, inframmezzate da pseudo spiegazioni delle particolarità che animano Esperia e le sue popolazioni di confine; e Storie di confine, raccolta di racconti dell’assurdo che però poco hanno a che fare con la terra di mezzo di Esperia (o forse sì?).
La prosa di Graziani è straordinariamente corretta anche nei suoi nonsense linguistici (Grammatiche di confine) ed ha la particolarità di essere decisamente paradossale, fortemente ironica e satirica, strettamente intelligente, ma pecca un po’ di continuità: si perde il filo conduttore tra i racconti, il viaggio ipotetico nell’assurdo della terra di Esperia è frammentario e, spesso, il sensibile equilibrio del disordine che ci accompagna nella lettura si sovverte prendendo il soppravvento.
Nonostante questo appunto, il risultato che si ottiene è quello della fantastica esperienza che si prova ogni volta che ci si inoltra nella terra di Fantasia, dove tutto è concesso, anche creare un mondo senza senso, dove inventare è l’unica possibilità e dove possiamo per un attimo tornare bambini, seppure adulti eruditi ed intellettualmente attivi. La Magia che trasuda da questi racconti è quella invisibile della creatività spinta oltre ogni confine fisico e linguistico e ve ne consiglio la lettura per non perdere l’abitudine a saper guardare anche nel tessuto intricato dell’invisibile: il reale non è l’unica possibilità che abbiamo…

Graziano Graziani, Esperia, Alberto Gaffi Editore, pag 164, € 8.50

evakent.74@gmail.com

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