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La Techno come ATTO DI PIACERE

[MUSICA]

Wohltat è una parola tedesca per la quale non esiste una specifica traduzione italiana, in generale il significato sarebbe “atto di piacere in tutte le sue forme”. E’ questo l’intento che vogliono raggiungere Donar Wildpanner e Claudio Buccioli, cioè Wohltat, nelle loro esibizioni, come hanno dimostrato lo scorso venerdì 28 Novembre al centro sociale “La Strada” (Garbatella).
Benché sia possibile classificare la loro musica come elettronica-techno-trance, l’essenza di questo duo va ben oltre la semplice definizione di un genere.

Tutto viene curato nei minimi particolari, tutto, e quindi non solo la musica, serve a trasportare lo spettatore in un viaggio la cui meta è proprio il raggiungimento del “Wohltat”.
I pezzi live, frutto di una sintonia che i due hanno maturato in 5 anni, si alternano ai brani del dj set, a loop e remix improvvisati. Si viene così a creare un climax ascendente di emozioni che vuole portare a un livello sempre maggiore di coinvolgimento. Lo spettatore inizia a ballare, a interpretare con il corpo le sensazioni che la musica gli trasmette: a tratti ha voglia di chiudere gli occhi per far guidare la propria mente da chi suona, a tratti li apre e trova anche nelle proiezioni curate da R-tfice, un contributo ulteriore a quello che la musica vuole esprimere. Tutt’intorno luci, suono ben calibrato, un contesto che coinvolge e avvolge. Colpisce allora l’effetto: tra artista e pubblico si crea una vera e propria comunione di sensazioni, un’esperienza condivisa, che non può che arricchire.

A fine concerto chiedo a Claudio come nasce un loro pezzo. “Noi partiamo -mi spiega- da un suono creato con il synth. Quel suono in quel momento colpisce la nostra creatività e diventa il punto di partenza per la composizione della traccia. A questo suono se ne aggiungono altri che riempiono le frequenze lasciate scoperte. La cosa che più ci affascina e stimola della musica elettronica è proprio la possibilità di creare infiniti suoni sintetici con infinite combinazioni”. Seguono questa linea pezzi come “Shtal”, “Blue Fire”, “Tytoet” e “Music Prostitution” che è possibile ascoltare anche sul myspace del gruppo (www.myspace.com/wohltat).
I pezzi nascono nello studio realizzato col tempo a casa di Donar. Gli strumenti a disposizione vanno dal sintetizzatore Virus ti, alla Roland 909, a diversi Controller midi, fino ad arrivare all’utilizzo di programmi come Ableton live e Reason.
I due si dividono la scena curando chi gli effetti chi la parte ritmica e melodica. L’obiettivo è quello di riportare la techno alla sua dignità.

Le serate techno degli anni ’90 si caratterizzavano per un vivo e sano coinvolgimento dei partecipanti, per un interesse alla musica in quanto tale e rigorosamente live. Oggi invece si è soliti collegare la techno al concetto moderno di rave, dove la musica è quasi passata in secondo piano, è un sottofondo e non la vera protagonista.
Sembra che mettano sempre lo stesso cd da quando ho 14 anni!”, afferma Claudio in tono ironico, “da qui nasce il nostro slogan ‘Take care of your party!’ ovvero la pretesa di far sì che una serata di musica elettronica-techno sia curata in tutti i suoi aspetti come avveniva in passato”.
I Wohltat hanno idee chiare e aspirano a un progetto ben preciso. Vorrebbero riuscire a creare un appuntamento fisso dove sia possibile suonare una vera techno, fatta di pezzi pensati, espressivi, vera musica. Questa serata vorrebbero chiamarla Rotor, una delle più note giostre del Luneur, il cui nome richiama sicuramente i giovani di Roma a un ricordo tipico degli anni ’90. Quello che manca ancora per dare spazio a queste idee è una location per il Rotor e un’etichetta per i pezzi. In Italia questo genere di musica ha delle evidenti difficoltà, per questo forse i due stanno cercando di prendere contatti e mandare le loro tracce in giro per l’Europa, nella speranza che posti come Berlino (patria della techno) possano dargli maggiori possibilità. Perchè se le meriterebbero davvero…

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