Un anno di pop surrealismo al Dorothy Circus
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
Roma sa sempre stupirmi per i deliziosi gioielli trovati lungo il percorso dei miei tour artistici. Questa settimana ho seguito la strada dei mattoni gialli per giungere al Dorothy Circus, la galleria d’arte che ha compiuto un anno di vita lo scorso ottobre. Non avremo trovato la Città di Smeraldo ma il luogo è un mix di neo gotico e romantic pop da risultare kitsch quanto basta per farcene innamorare. Questa galleria, dalle pareti di stoffa rossa e pois oro, ha un angolo dedicato ai toys d’arte e alle riviste che illustrano le nuove tendenze artistiche d’oltreoceano.
Proprio perché attenta ai nuovi linguaggi, la Dorothy Circus ha intrapreso una scelta stilistica: la proposta del pop surrealismo. Genere nato a Los Angeles negli anni ’70 è spesso indicato dai critici d’arte come mera illustrazione grafica. Ma lo sviluppo dell’arte digitale e la commistione delle tecniche classiche ha sviluppato un genere che ha una matrice nella pop art e si avvicina al pensiero surreale e metafisico.
Il mondo dell’onirico e le rappresentazioni favolistiche sono rappresentate sulle tele e ci riconsegnano le nostre paure infantili e la capacità di credere che la realtà possa non essere quella che ci appare.
Dorothy Circus ha stretto una collaborazione con la Jonathan LeVineGallery di New York e ospita artisti di fama internazionale. L’attuale mostra ha titolo Inside Nostalghia, inaugurata nella notte del 31 ottobre e che sarà ospite della galleria fino al 30 dicembre 2008.
La notte di Halloween è stata l’ideale per fare uscire i mostri dai nostri pensieri e cristallizzarli nei ritratti vittoriani di Travis Louie. Figure dai molteplici occhi: Argo incravattato e raffigurato in stile english o Ciclopi con aplomb rigoroso. Entriamo in boschi dell’assurdo con Esao Andrews che dà vita e morte alle cortecce degli alberi.
Ho posto una particolare attenzione a Tara McPherson, una vera big di questo genere artistico, appena trentaduenne ha tra i suoi acquirenti anche Madonna. Sulle pareti della Dorothy Gallery una serie di quadri in cui l’artista impressiona donne alle quali è stato eliminato il cuore, strappato dai corpi colorati di fanciulle cariche di sinuoso erotismo. I suoi disegni sono semplici ma riescono a toccare il grottesco creando la giusta metafora sui sentimenti femminili.
Roma, ancora una volta, dimostra di essere una città capace di accogliere le nuove tendenze e permettere a chiunque di amare l’arte, anche creando un angolo di Stati Uniti nella periferia:
Dorothy Circus Gallery, via Nuoro 17, www.dorothycircusgallery.com
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