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Lontano lontano nel tempo…

[MUSICA]

Si è appena conclusa la 33esima edizione del Premio Tenco. Organizzata come ogni anno dallo storico Club Tenco di Sanremo, è considerata sullo scenario musicale italiano la maggior rassegna di canzone d’autore in Europa.
La prima edizione risale al lontano 1974 su iniziativa di Amilcare Rambaldi, storico deus ex machina della manifestazione. Scomparso nel 1995, si deve allo stesso anche l’idea iniziale del Festival di Sanremo.

Ogni anno vengono insigniti con il Premio Tenco cantautori e operatori culturali, spesso internazionali che si siano in qualche modo distinti nel corso della loro carriera, scelti autonomamente dal Club. Inoltre, dal 1984 sono state istituite le Targhe Tenco che hanno lo scopo di premiare i dischi della stagione precedente attraverso il voto della più ampia e qualificata giuria di giornalisti musicali esistente nel nostro Paese.
Un Club fondato nel 1972, quando Luigi Tenco era poco considerato e diciamolo pure, il suo mancato riconoscimento artistico era dovuto essenzialmente al fatto che l’Italia lo considerava un vero tabù. Il fatto di essersi suicidato proprio nella roccaforte del potere della canzone italiana, Sanremo, era stato uno scandalo. Le canzoni del Tenco non passavano mai in radio, ma soprattutto non bisognava parlare di Tenco nè in Tv, nè sui giornali, nè tantomeno in radio. Ma Amilcare Rambaldi fu molto colpito dal gesto di Tenco, suicidarsi a Sanremo, proprio nella sua città. Il Club Tenco di Venezia nacque allora su quell’onda emotiva che travolse molti ragazzi in tutta Italia. Molti ragazzi infatti iniziarono a scrivere poesie dedicate a Tenco che vennero poi raccolte e pubblicate dal Club Tenco di Venezia.

Nelle primissime edizioni, precisamente dal ’74 al ’76, la manifestazione era considerata da tutti una sorta di mezzo degli organizzatori per speculare sul nome di Tenco, infatti molti artisti all’inizio non partecipavano e anche tra i giornalisti c’era questa diffidenza. Solo gradualmente negli anni, il Tenco non è stato più un tabù, ma si cominciò a parlarne con assoluta tranquillità. Ma bisogna aspettare gli anni novanta affinché Tenco sia considerato come un classico che non si mette in discussione. I momenti emblematici di questo cambiamento, sono stati molti, uno dei più significativi potrebbe essere quello arrivato da un arista di un certo livello, il cantautore partenopeo Pino Daniele. Nel 1993 Pino al Tenco decise di sua iniziativa di suonare il brano di Tenco “Un giorno dopo l’altro”, dicendo che Tenco era stato un suo maestro, un modello a cui aveva sempre guardato. Questo aprì sicuramente una porta, il fatto che una dichiarazione del genere arrivava da un arista famoso, di un‘epoca diversa, da un’altra scuola musicale, fa capire che ormai Luigi Tenco era ed è entrato nella cultura e nella storia della musica italiana. Da quel momento molti artisti hanno cominciato a fare cose di Tenco, ad omaggiarlo.

La caratteristica di Luigi Tenco sta nella sua sincerità. Il dire in una canzone quello che hai veramente dentro, il tuo mondo personale. E’ proprio questa la particolarità di questo artista, scrivere una canzone non perché abbia successo, ma per esprimere il proprio tormento. Tutto ciò unito al valore strettamente musicale del Tenco, il valore di uno che sa cantare, che sa scrivere anche la musica.
Tutte le generazioni successive della canzone d’autore si ispirano a questo modo di fare musica, di interpretare la musica, al di là del risultato e del successo discografico. Scrivere una canzone senza pudore, senza paura, mettendosi in gioco come faceva Tenco, scrivendo cose anche non convenzionali.
Ci piace allora ricordarlo attraverso questa rassegna canora, come un artista che essendo sempre molto attento a generi musicali diversi, fu un vero innovatore anticipando stili e idee correnti e certamente un artista sempre in pieno fermento che non si sarebbe certo fatto cristallizzare dai molteplici compromessi che il mercato discografico di oggi impone.

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