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Gli Oscar del Tenco

Ogni anno si torna a casa arricchiti. Il Premio Tenco, c’è poco da fare, sullo stesso palco che fa da cornice al più noto e discusso Festivalone, regala sprazzi emozionali che è difficile trovare altrove. E allora cominciamo con l’assegnare gli Oscar MArteMagazine per le migliori proposte del Club Tenco, dedicato quest’anno alla memoria del produttore e autore Sergio Bardotti (anche se sinceramente dediche in tono minore). Ebbene si, quest’anno anche noi regaliamo oscar!


Innanzitutto il premio all’emozione e all’intensità va a Eugenio Finardi, che troverete intervistato da Edyth Cristofaro. Impegnato nel progetto “Il Cantante al microfono” omaggio al poeta e cantautore russo Vladimir Vysotsky insieme con il gruppo Sentieri Selvaggi, Finardi ha vinto la targa Tenco al Migliore Interprete. Lo spettacolo trasporta lo spettatore completamente in un’altra dimensione. La dimensione della Russia ancora comunista, dove avere idee differenti da quelle centrali era un reato: Vysotsky ha avuto il coraggio di non scappare e di raccontare attraverso la poesia e la canzone, quello che aveva dentro. Il 25 luglio 1980, mentre si stanno svolgendo le Olimpiadi di Mosca, Vladimir Vysotsky muore per un arresto cardiaco. I suoi funerali, non permessi dallo Stato Sovietico, per paura delle aggregazioni, diventano una spontanea manifestazione di massa, con una fila di 9 chilometri che segue il suo feretro. E tutto è stato riportato magistralmente da Finardi insieme all’ensemble musicale di Sentieri Selvaggi con un set di ottimo livello.

L’oscar Martemagazine alla musica emergente (cosa che ci compete appieno!) va sicuramente a Le Luci della Centrale Elettrica, che a fronte del nome composito rappresentano un solo cantautore. Anche qui il nostro giudizio va ad essere comune con il Club Tenco, vista la vittoria da parte delle Luci della Targa Tenco all’Opera Prima. Unico neo la scelta (non coraggiosa e non apprezzabile) di partecipare al Tenco in un set acustico (2 chitarre e un violoncello) che certo non ha reso appieno le evoluzioni e le innovazioni che Le luci della centrali elettrica sta portando avanti, anche in campo di arrangiamenti con la collaborazione di Giorgio Canali. Tutto gira intorno a testi molto aggressivi (“invidiare le ciminiere che hanno sempre da fumare”) e spesso “non-sense” appoggiati su linee melodiche semplici cantante da una voce gridata, a volte disperata, che si allontana spesso da quello che si ascolta di solito al Tenco, ma proprio per questo fortemente d’impatto.

Il premio MArteMagazine all’impatto Live (anche qui possiamo dire la nostra), va a un altro che di strada ne ha fatta: Caparezza. Anche qui lo stile non è quello classico del Tenco, eppure la forza dei testi mai banali, uniti a quel folle e travolgente ritmo, che lo fa saltare da una parte all’altra del palco, anche in duetto con Frankie Hi Nrg, ha chiuso la serata di venerdì lasciando il pubblico che usciva dal teatro con sprazzi di adrenalina nelle vene.
Anche i Baustelle hanno regalato al pubblico del Tenco molta emozione in appena due pezzi (personalmente troppo pochi per i vincitori della Targa Tenco al Miglior Disco). Molto calda e apprezzata la canzone di Jannacci riproposta come secondo pezzo. Emozione e forza dal vivo pure per il grande Ascanio Celestini al suo primo disco, dopo le numerose attività dal teatro, alla tv, alla letteratura.

Un premio Tenco che dopo la prima serata che ha lasciato un po’ freddi critica e pubblico (anche a causa di defezioni di livello) è cresciuta notevolmente fino alla serata di sabato per poi chiudersi alla mattina della domenica nel dopo-festival che come sempre permette (occasione unica) ad artisti, giornalisti e operatori momenti unici in cui si vedono Morgan, Cammariere, Jimmy Villotti, Bollani, Vecchioni scambiarsi strumenti su un palco attrezzato ad hoc, per una magica atmosfera. Un’atmosfera da Tenco, appunto.

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