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Cristopharo: tra sogni e ambizioni

Non è un regista come tanti e sa perfettamente il fatto suo: Domiziano Cristopharo ha iniziato da giovane ad interessarsi al mondo del cinema.
Sceneggiatore, uomo di teatro e ancora prima realizzatore di effetti speciali, Domiziano si è costruito per bene la strada nel mondo dell’arte e ora, tra scandali e polemiche, è pronto a fare esplodere la sua pellicola dai toni macabri e cupi House of Flesh Mannequins.


L’opera considerata “il primo reality movie al mondo”, rappresenta principalmente una storia d’amore e si avvale di un cast d’eccezione: Giovanni Lombardo Radice, Roberta Gemma, Armando Pizzuti e Irena Hoffman sono solo alcuni dei nomi che fanno da perno alla pellicola.
Simpatico ed adrenalinico Cristopharo ci parla un po’ di sé, del suo film e dei temi fortemente affrontati, lanciandoci anche una notizia bomba…

Domanda a Bruciapelo: qual è l’istante preciso in cui ti sei detto “voglio essere un regista”?
Non ci crederai ma quando ero bambino già lo dicevo! In realtà volevo fare “gli effetti speciali dei film dell’orrore” e a 12 anni ho iniziato a fare i miei primi cortometraggi splatter con la cinepresa super 8 di mio padre.
Poi da grande sono diventato davvero effettista, lavorando con grandi maestri (Romano Scavolini, Kryzstoff Zanussi) e, finalmente, anche regista!

Tutti ci ispiriamo ad un’artista per percorrere la nostra strada lavorativa. Chi è stato il tuo personaggio simbolico, quello che avresti voluto essere o che avresti giurato di conoscere prima o poi? (Io immagino di cenarci! n.d.r.)
Ho avuto modo di conoscere gia da giovanissimo quelli che erano i miei miti di allora, come Umberto Lenzi, ma rimpiango ancora di non aver avuto l’onore di conoscere Lucio Fulci prima della sua morte.
Alcuni hanno creduto di riconoscere Cronenberg, Lynch, Polanski e perfino Jodorovsky (esagerati) come ispirazione nel mio modo di lavorare ed invece pur essendo maestri che amo, senza andare lontano, io pesco qui a casa mia e con molta fierezza.
Il mio unico mito resta in ogni caso Federico Fellini.

Qual è il tuo sogno più ambizioso non solo come regista ma come vero e proprio artista?
Con la crisi che c’è oggi costa anche sognare mia cara Alessia!
Quindi, sogno senza ambizioni, in modo da poter realizzare più facilmente i miei sogni.
Flesh Mannequins è costato quasi come un cortometraggio prodotto in Italia e naturalmente senza mezzi devi usare le idee.
L’unico problema è che se mostri di avere idee vieni “accusato” di voler esser intellettuale…ah ah!

Qui siamo tutti molto interessati al film di prossima uscita House of Flesh Mannequins. Dalle prime immagini del trailer sembrerebbe proprio essere uno scenario alla Wonderland dell’orrore.
Come è nata l’idea principale della storia?
Beh, innanzitutto non è un vero Horror, è un dramma di ispirazione stilistica e concettuale anni ’70, uno di quei polpettoni dove dentro ci si metteva ogni amenità! Erano bei tempi quelli, e la gente (in Italia come all’estero) rimpiange quei film, tanto che ora sono stati rieditati tutti in DVD come cult movie, specie in America.
L’idea è nata come un omaggio al duo Powell/Marks che rovinarono la loro carriera con un film coraggioso, “Peeping Tom” (“L’occhio che uccide” in Italia) e dalla cui stessa idea base si riparte. L’unica differenza è che sviluppo i personaggi in maniera decisamente ambigua ed estrema e quello che di estremo accade è tutto ispirato dalla TV.

C’è un personaggio, nella storia del film, che hai amato particolarmente?
Ho amato creare la figura del padre cieco della protagonista, un ruolo fatto apposta per Giovanni Lombardo Radice e mi sono divertito a disegnare le varie sfaccettature di Sarah (Irena A. Hoffman) la protagonista, un vero demonio dalla faccia d’angelo. Peccato che nell’edizione finale del film (ridotta di 20 minuti tra censure varie) questi sviluppi psicologici siano andati un po’ persi.

Già, in una intervista passata, hai descritto la struttura del film divisa in tre atti: pensi che il teatro influenzerà sempre le tue opere cinematografiche?
Spero proprio di si, senza che sia una forzatura! Ho iniziato col teatro e lo faccio tutt’ora: ho una compagnia che si chiama Carnival of Souls con cui facciamo spettacoli di cabaret sanguinoso, un “Grand Guignol” senza effetti speciali, un po’ come si vedrà nel film.

Vogliamo parlare di un certo scandalo?
Il mio film ha creato scandalo solo per la presenza di Roberta Gemma (nota pornostar, 3 oscar dell’eros in 2 anni), nemmeno per Cicciolina in parlamento ho letto tutte queste scemenze! Roberta Gemma è la mia musa ed è una persona amabile. Fa sesso davanti le telecamere per lavoro e molte sue colleghe rispettabili lo fanno dietro le telecamere con la speranza di avere un ruolo “impegnato”. Quindi, meno ipocrisia, please…

Il tuo film sembra voler combattere con stile l’ipocrisia della gente, con quella finta maschera di decenza sociale che è solita portare. Quali sono i simboli principali della tua pellicola?
La TV come unico mezzo di disinformazione di massa, dopo la strumentalizzazione delle menti operata nel medioevo dalla religione: non mi sono inventato nulla direi. E’ solo la mia discutibilissima visione.

Hai definito la pellicola “spazzatura di alta classe” e, personalmente, la vedo come un’audace risposta a chi ha già messo le mani avanti. Hai sempre la battuta così pronta?
Il film “Gilda” con Rita Hayworth fu definito così. Non ho mai voluto fare un film impegnato, ho cercato disperatamente di fare un porno-horror e non ci sono riuscito! Ammetto le mie colpe pubblicamente.
Invece di fare un film per il cinema di serie B ho pensato a fare un DVD di serie A usando al meglio i pochi mezzi che mi sono stati forniti dai produttori Domiziano Arcangeli e Daniele Panizza che comunque ammiro e ringrazio.
“E’ roba trash” dicono alcuni del mio film senza nemmeno averlo visto e mi sta bene! Resta comunque un trash fatto con gli scarti di una cena di lusso…

Sbaglio o ci avevi detto che ci sono delle novità all’orizzonte sul film in questione? Parlacene a ruota libera!
Come lancio pubblicitario del tutto divertito in risposta a certi recenti “scandali”, ti annuncio che il mio film “maledetto” verrà presentato in italiano in anteprima sul canale Divafutura sky 909 a gennaio. Si tratta di un nuovo canale satellitare e digitale terrestre che ha deciso di inaugurarsi presentando in anteprima l’opera scandalo del momento..chiamali scemi.
Inoltre dato che il ruolo della pornostar era troppo casto per quel canale, abbiamo aggiunto un certo extra…

Nei progetti futuri so che c’è in programma Cannibal Ferox 2000, c’è qualche nuova chicca in proposito?
Daniele Panizza
ed io stiamo fondando la Museum Production, piccola casa di produzione che oltre ai miei film in futuro si farà attenta ricercatrice di giovani emergenti talenti coi quali speriamo di crescere.
Cannibal Ferox 2000, che vede il ritorno meritato ed omaggiato a Lombardo Radice, sarà forse il progetto più ambizioso che abbiamo in cantiere. Non sarà il solito Cannibal Movie ed avrà ambientazioni e fotografia curatissime, inoltre è stato scritto da Gualtiero Serafini, uno scrittore che sta guadagnando rapidamente l’attenzione e l’ammirazione della critica nazionale col suo libro Coincidenze.
Ma il film slitterà in quanto abbiamo deciso di dedicarci ad un offerta che non potevamo rifiutare: sull’onda del revival del film di genere e degli anni ’70, la Sins Factory ci ha timidamente proposto di fare un film d’autore (troppo buoni) per adulti ed io, dopo averci meditato attentamente per circa 4 secondi, ho subito accettato.
Si chiamerà Erotika70, e sarà un film ad episodi ispirato ai fumetti per adulti degli anni ’70 (cimiteria, vampirella, lando) e mescolerà molto le arti visive col sesso, e attori veri con attori hard.
L’arte si è sempre ispirata alla pornografia (da Coubert a Schiele, passando per Apollinaire nella scrittura o Pasolini nel cinema), quindi perchè la pornografia non può diventare arte? lo scoprirò presto, e magari tornerò a raccontarvelo.
Dopo esser stato “accusato” di aver fatto un porno con ambizioni artistiche, forse gli stessi si complimenteranno con me per aver fatto un film d’arte con ambizioni pornografiche.

Ai lettori del MArteMagazine, dì un buon motivo per guardare House of Flesh Mannequins.
Direi di guardarlo proprio perchè il film non è nemmeno uscito e se ne è già parlato anche troppo! E’ un prodotto indipendente Italiano fatto da giovanissimi dai 19 anni di Artio, ai 25 di Mirco Sgarzi (meraviglioso direttore della fotografia) fino ai 34 miei. Merita un po’ di attenzione, se non altro per avere validi argomenti con cui criticarlo dopo ed un cast eccezionale che include anche Armando Pizzuti, Lucia Batassa, Randal Malone, Raffaella Baracchi, Emiliano Trolese, Poison Rouge, Scott Nelson, Jerred Berg e Al Halpert.

Con questo salutiamo il nostro caro Domiziano, sperando di riaverlo tra le nostre righe (ce l’hai promesso tu eh?) e augurandogli di portare fino alla fine i suoi tanti progetti in corso. 

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