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Romics: i 100 anni del fumetto Italiano

[FUMETTI]

Nuvolette a pecorelle acqua a catinelle… A giudicare dal maltempo che venerdì e sabato mattina aveva rovinato la giornata a molti appassionati, sembrava questo il finale a cui era destinata l’ottava edizione del Romics. Fortunatamente il fine settimana è poi volto al sereno e come nel migliore happy end delle favole, per la gioia di grandi e piccini la festa, o meglio il festival del fumetto e dell’animazione, ha preso il volo!

Strana bestia questa fiera del fumetto che per quattro giorni, da giovedì 2 a domenica 5 ottobre, ha attirato stormi di visitatori da tutta Italia. Da un lato è subito evidente il clima giocoso e gioioso in cui si viene immediatamente catapultati appena varcati i tornelli, un universo fantastico in cui conta guardare, se si è semplici spettatori in abiti borghesi, o essere guardati, riconosciuti, additati e fotografati se si è scelta la via del cosplayer.

Le manifestazioni legate al fumetto e alle altre forme di intrattenimento affini hanno sempre potuto contare su una cospicua presenza di “sosia” dei personaggi di fantasia, ma la fiera romana mostra da anni un particolare feeling con questa arte del travestimento importata dall’Oriente, come dimostra l’importante concorso per cosplayers, che mette in palio la partecipazione al World Cosplay Summit annuale in Giappone.
Il prestigioso premio non fa che ingigantire le ambizioni dei figuranti locali, che si impegnano il triplo nella realizzazione di spettacolari maschere e costumi di scena, con il risultato di essere non solo una nota di colore al margine della manifestazione, ma una delle sue principali attrazioni, soprattutto agli occhi delle tante famiglie che visitano la fiera incuriosite da questa atmosfera surreale. A renderla ancora più evidente è lo stacco improvviso a cui si assiste quando dal silenzio rispettoso di una delle sale interne, che ospitano le numerose lezioni dell’Università del fumetto, si passa all’esterno dei padiglioni e si viene di colpo travolti da un concerto di voci e colori che le migliaia di visitatori contribuiscono a creare tutti insieme.

Come rovescio di tanta energia ed entusiasmo c’è invece un nodo di tipo opposto: è la sensazione che da quando la vecchia manifestazione chiamata ExpoCartoon è morta e risorta, prima in due distinte fiere e poi nel Romics come risultato finale di tutte le risorse impiegate nel settore, le strutture messe a disposizione non siano adeguate a questa immensa comunità di appassionati.
Nonostante una superficie totale dichiarata di 15.000 metri quadrati, il cuore pulsante delle giornate fieristiche resta concentrato in poche aree superaffollate, e resta l’impressione che rispetto al passato ci siano meno padiglioni, pochi grandi editori, poca cura per tutti gli spazi espositivi dedicati ad autori o icone del fumetto; anche quest’anno ad esempio era imbarazzante l’allestimento della mostra che doveva celebrare i sessant’anni di un mito della cultura pop italiana come Tex. Qualche decina di tavole e disegni appesi svogliatamente lungo pareti scarne, senza fronzoli ma anche senza il meritato lustro che l’occasione richiedeva e che finivano per confondersi con i lavori degli studenti delle scuole di disegno, esposti nelle pareti contigue.

A compensare alle superficialità di questo tipo ci hanno pensato ancora una volta i preziosi appuntamenti con l’Università del Fumetto, con lezioni in sala e tavole rotonde che hanno visto la partecipazione di grandi firme del settore e di importanti studiosi del linguaggio disegnato e animato, come Luca Raffaelli, Vittorio Giardino, Alberto Abbruzzese e Tito Faraci. Al di là del valore didattico di questi incontri e della grande passione che tutti gli intervenuti hanno saputo trasmettere all’uditorio, è rilevante sottolineare come il Romics sia una delle poche manifestazioni di questo genere che sia riuscita ad operare una profonda sinergia con il territorio di riferimento, lavorando insieme con il mondo accademico per presentare al grande pubblico il fumetto in una maniera più consapevole e strutturata.
Come era nelle intenzioni degli organizzatori dunque, e nonostante alcune pecche di cui si è parlato, il Festival mostra tre anime ben distinte ma che sanno integrarsi ed arricchirsi vicendevolmente, per offrire al pubblico quattro giorni densi di spettacolo, passione e intelligenza. Un’ottima alchimia con cui festeggiare il centenario del fumetto in Italia, suggestivo anniversario che ricorre proprio in questo 2008.

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