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Dovremo aspettare ancora quattro anni per la Quadriennale… Per fortuna!

shiba
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]

shibaLa Quadriennale di Roma è uno degli avvenimenti in Italia più importanti per quanto riguarda l’arte contemporanea. Dopo la Biennale di Venezia (più che un’istituzione una vera icona) e la Triennale di Milano che è lontana da ogni provincialismo, la Quadriennale della Capitale dovrebbe rappresentare lo spazio espositivo che il centro-sud dedica all’espressione artistica del nostro tempo, e allora perchè mai non prestare una maggiore attenzione smettendola di far finta di credere che l’arte sia un tubo di gomma o un pezzo di sapone intagliato?

La mia non vuole essere scontata polemica. Ritengo che l’arte debba esprimersi contro le regole, contorcersi contro ogni dogmatismo e urlargli contro; provocare e fare ricerca continua verso la bellezza, la vita o anche solo mettere a nudo l’uomo nella sua piccolezza. Però deve “fare”, essere attiva o passiva, deve permettermi l’emozione: stupore o orrore che sia, ammirazione o disgusto, non sarà necessario capire bastano delle visioni. Nel bianco Palazzo delle Esposizioni le opere raccolte per l’edizione del 2008 non hanno colto in toto quello che lo spirito cerca nell’arte.

Mi chiedo se le mappe delle città di Parigi e Città del Messico e la Casbah di Algeri, intagliate nel sapone di Marsiglia (il profumo era inconfondibile), possano voler significare una volontà di ripulire l’animo umano? Una costruzione in compensato con soffitto basso può ricordare magari la folle idea di D’Annunzio e la decisione di avere un’entrata ribassata alla sua biblioteca perchè quando si accede alla cultura, ci voleva ricordare l’eccentrico e controverso letterato, bisogna inchinarsi con rispetto, ma ho l’idea che il mio pensiero dipenda solo dalla volontà di trovare un senso all’aver sbattuto la testa all’architrave che è dichiaratamente più bassa del necessario. Forse il mal di testa non è dipeso neanche da quel piccolo incidente causato dall’opera di Valentina Diego ma dal rumore continuo e assiduo dell’installazione che sovrasta la scalinata, They We Sleep di Elisabetta Benassi, non so quanti megafoni che ripetono continuamente gli stessi suoni e che riempiono ogni angolo dello spazio espositivo così da non capire perchè dovessi tenere il mio cellulare spento che ha la malaugurata idea di squillare e di farmi prendere un bel rimbrotto dall’hostess, che giustamente mi fa notare che mi trovo in un museo e che devo rispettare il silenzio per permettere a tutti di concentrarsi nella visione delle opere. Rifletto sul fatto che quella rumorosa installazione è colpevole di non avermi fatto concentrare sui lavori degli altri artisti, forse una tattica per focalizzare l’attenzione, del resto si sa che gli artisti sono un pò bambini e hanno bisogno di sentirsi protagonisti. Devo dichiarare però la massima comprensione e ammirazione per le addette all’assistenza, alla signora che mi ha rivolto il richiamo cordialmente e secondo le giuste direttive e alle sue colleghe. Come faranno a sopportare quel rumore per ore ed ore?

So che su cento autori e cento estratti del loro pensiero non potevo trovare cento perle, ma mi aspettavo di più! Visiono l’arte giovane nei posti pIù disparati, l’arte improvvisata senza alcun finanziamento (problema che di certo non ha affrontato Luca Pancrazzi autore di Maseratirundum: una Maserati nuova di zecca che si trasforma in un riccio pungente ricoperta com’è di vetri aguzzi) e so che c’è del talento in giro o più semplicemente della volontà che deve migliorarsi perchè solo carica di buone intenzioni ma so che si vuole l’arte anche adesso che viviamo un’urgenza economica e sociale e che nel piccolo è ancora più imprudente improvvisarsi artista, però si vuole fare arte contro ogni logico pragmatismo. Per questo motivo mi aspettavo una riverenza maggiore da parte dei curatori di questa Quadriennale come la percepisco dai ragazzi che espongono ovunque e senza nessuna promessa. Continuate a crescere ragazzi, forse fra quattro anni potrà polemizzare anche su di voi!

Dovremo aspettare ancora quattro anni per la prossima Quadriennale� Per fortuna!Quadriennale di Roma, martelive, martemagazine, pittura, Rubriche

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