Esistenzialismo moderno
[L’ILLETTERATA]Ancora una volta mi ritrovo a scrivere di un autore emergente che lascia parlare di sé. Paolo di Paolo, in realtà non è alla sua opera prima, visto che ha già sondato il terreno letterario con romanzi che hanno contato collaborazioni importanti |
come quelle di Dacia Maraini e di Antonio Debenedetti, e anche con lavori per il teatro con Franca Valeri e per la televisione per il programma Gargantua di RaiTre. Insomma, il ragazzo, per quanto giovane (ha solo 25 anni) si è dato molto da fare e questa sua ultima opera, ha richiamato decisamente l’attenzione su di lui.
Raccontami la notte in cui sono nato, edito dalla Giulio Perrone Editore racconta la storia di Lucien, un giovane cronista di provincia che ha ammonticchiato tutta una serie di consuetudini rassicuranti che lo costringono però in un perimetro vitale sempre più stretto ed usurato, tanto da decidere di liberarsi della sua vita, vendendola, affidandola ad un quasi sconosciuto incontrato per caso. L’intento è forse quello di capire se, realmente, c’è qualcosa che non funziona a dovere o se, piuttosto, non si possiedono le istruzioni per l’uso. Filippo, compratore per caso, inciampa nella vita di Lucien, fino a farla sua, costringendo così il vecchio proprietario a riflettere alle cose a cui non ha mai dato valore e a ritornare con la memoria a quella donna che lo ha messo in viaggio nel mondo, e a cui non ha mai potuto chiedere che notte era quella in cui è nato.
Racconto inquieto del male di vivere, ricorda a tratti l’insostenibile incertezza di vivere di alcuni romanzi di inizio del secolo scorso, questo libro di Di Paolo. Vicende inattese, inquietudini lasciate in sospeso e fantasmi di ricordi sbiaditi nel tempo ci travolgono e ci conquistano, lasciando però in sospeso il filo conduttore della trama che si rivela solo alla fine. Un romanzo insofferente e sofferente sul prezzo di ogni esistenza, sulla forza oscura delle radici che ci rimanda a Svevo, all’esistenzialismo italiano, ma anche all’ineluttabilità di Verga e Pirandello, soprattutto per quanto riguarda il tema scottante del profondo patto che ci lega indissolubilmente a noi stessi e al nostra storia. Il discorso è aperto da tempo, le ipotesi sono molteplici, quel che resta, senza dubbio è la coscienza che si possono immaginare tante vite, ma non si può rinunciare alla propria senza sentirsi persi, annullati, pedine di un gioco di cui non si conoscono le regole fondamentali.
Dice Di Paolo: “Anche una storia come questa: sì, poteva essere diversa, per te può essere diversa, ma tanto questa storia non è finita, questa storia ricomincia sempre”.
Da leggere perché…rispolvera dubbi esistenziali mai sopiti, con delicatezza, e ci richiama verso grandi autori del passato che, pur non avendo trovato risposte esaurienti, hanno lasciato pagine di letteratura indimenticabili.
P. Di Paolo, Raccontami la notte in cui sono nato, Giulio Perrone, pg 111, € 10.00