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Sex and the city, regia di Michael Patrick King

CINEMA- In passato una Newyorkese Doc, con ai piedi delle costosissime Manolo Blahnik, disse che: “esistono donne che non riescono ad essere domate e che avrebbero bisogno di uomini che cavalcassero insieme a loro, di pari passo”.

Lei era Carrie Bradshaw e la serie divenuta un culto per le donne di tutto il mondo era Sex and the city.
Con il nostro Cosmopolitan in mano, auguriamo un bentornato alle scintillanti e irriverenti quattro protagoniste, che sono riuscite ad entrare nel cuore dei fan tramite i loro temi scottanti sul sesso e sulle relazioni di tutti i giorni.

Era il 6 giugno 1998 quando la rete HBO fece il suo salto nel vuoto, presentando al pubblico un telefilm tutto al femminile, sullo sfondo di una New York che partecipava quasi da quinta protagonista.
Sex and the city ha continuato a conquistare i suoi telespettatore per ben sei stagioni di fila, fino a quando il 22 febbraio del 2004 Carrie chiuse i battenti ricordandoci che la vita può essere favolosa se affrontata con il compagno dei sogni.
Ci siamo tenute strette le sue ultime parole da Io narrante e, come tristi orfani, abbiamo fatto sempre continui tuffi nel passato per non smettere mai, in un certo senso, di ridere e sognare.
Ora l’attesa è finalmente finita, le luci in sala si spengono e veniamo nuovamente catapultati in una New York tutta glamour, con tanto di riassunto iniziale per capire come si era concluso il telefilm.

Sex and the City, il film, è diretto dal veterano Michael Patrick King, che aveva già in passato lavorato per la serie come produttore, sceneggiatore e regista stesso.
Carrie (Sarah Jessica Parker), Miranda (Cynthia Nixon), Samantha (Kim Cattrall) e Charlotte(Kristin Davis) continuano a vivere le loto vite apparentemente perfette: Carrie cerca un appartamento con l’amore della sua vita Mr Big, Miranda tenta di districarsi tra il lavoro e la famiglia, Charlotte e Henry hanno finalmente accolto in casa la figlia adottiva Lily e Samantha, trasferitasi a Los Angeles, continua la sua monogama relazione con l’attore Smith Jerrod.
Ma si sa, non è oro tutto quel che luccica, e le quattro amiche dovranno affrontare non pochi ostacoli prima di raggiungere il loro ben noto lieto fine.

La pellicola si presenta ai nostri occhi come un lunghissimo episodio, che scava in fondo ai sentimenti delle protagoniste e che porta sempre, come marchio principale, la voce fuori campo di una “Carrie tutta Love”.
Ma stavolta le cose sono cambiate, perché intimamente sappiamo di non poter ritrovare la stessa spensieratezza che portavano con loro nelle passate avventure.
Ci vengono narrati i famosi “quaranta”, la nave che salpa lontano da quelle incertezze sulla vita, apprendendo sempre di più i valori principali per vivere una realtà completa e gratificante.
La moralità è presente all’appello, il sesso viene meno in quasi tutto il film se non per un intero discorso sui “pennarelli” e l’amore diventa l’unico fulcro dell’intera vicenda.
Eppure la carta vincente della storia è proprio il cambiamento degli anni, l’evoluzione dei rapporti, la maturità che si raggiunge con non pochi ostacoli, per guadagnarsi l’agognata felicità.
Il film sprofonda nel romanticismo, ci fa sognare ad occhi aperti e ci tiene con il fiato sospeso fino all’ultimo, rubandoci un patetico luccichio negli occhi.
Si dona così un degno finale alla serie di Sex and the City, con un paio di favolose Manolo Blahnik che fanno da perfette sostitute ad un normale e ormai scontato anello di fidanzamento.

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