Skip to main content

Orodè, artista frammentario…

shiba
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]

shibaQuando si parla di un artista si cerca di figurarlo come un complicato essere immerso in pensieri e manualità simbolistiche. Il suo compito è quello di rimanere al margine della realtà costruttiva e costruita; deve essere diverso.

Orodè risponde a pieno a questo topos. Talmente la sua anima è carica di significati e di significanti che non può non frammentarla e ridimensionarla. La funzione della sua arte è un lavoro su se stesso e sulla realtà che non gli appartiene che deve disperdere in miriadi di pezzi e ricomporre per renderla accettabile non a sé, ma a coloro a cui consegna la sua arte. I colori di Orodè uccidono la forma perché è solo sagoma di realtà e deve essere ritrovata grazie all’arte.

L’artista non rimane in uno studio ma porta al di fuori la sua ricerca che è un vero dono e una continua performance. Lo scorso 22 maggio ha rinchiuso se stesso in una sua opera. La sua esigenza non è quella di rimanere fermo e inquadrare il vero o il bello. Il suo lavoro è interiore e profondo, solo con una ricerca di tal genere si può trovare il bello in quello che si è dovuto e voluto distruggere. Si è rinchiuso dentro la sua arte per coprirsi di quello che è e che deve essere.
Orodè corrisponde a quell’immagine dell’arte che da tempo non ci aspettavamo neanche più. Riconsegna a noi l’arte bohemien e a se stesso il vero mestiere dell’artista.

Ancora per poco fino al 16 giugno 2008, gli squarci su legno e tela dell’artista pugliese all’ Arch. Art & Jewels, via Lanza 91 a Roma.

breve presentazione di OrodèArte, Eva Kent, martelive, martemagazine, Orodè, pittura, Rubriche, Un’arte frammentata come il suo artista

Lascia un commento