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E venne il giorno, regia di M. Night Shyamalan

CINEMA- E’ mattina, si prospetta una bella giornata e decidiamo così di andare al parco, magari per una passeggiata o per prendere un caffè con l’amica di sempre. Ma, inspiegabilmente, c’è qualcosa di diverso nell’aria che respiriamo e ciò che sentiamo sembrerebbe essere l’inizio della fine…E venne il giorno, (titolo originale The Happening) porta con sé l’impronta del regista thriller per eccellenza, l’indiano M. Night Shyamalan, che da sempre riflette le paure più classiche dell’umanità tutta.
Elliot Moore (Mark Wahlberg), un professore di Scienze del Liceo di Philadelphia, viene convocato insieme ai suoi colleghi per una preoccupante emergenza: New York sembrerebbe essere preda di un attacco terroristico.
Un virus tossico ha invaso la Grande Mela e, a poco a poco, i cittadini vengono spinti autonomamente a togliersi la vita.
Elliot insieme alla moglie Alma (Zooey Deschanel), all’amico Julian (John Leguizamo) e a sua figlia Jess (Ashlyn Sanchez), lasciano Philadelphia per Harrisburg, con l’intenzione di fuggire da quella che diviene una vera e propria epidemia devastante.
Nel corso della fuga e dei vari spostamenti, i pochi sopravvissuti inizieranno a capire che il fenomeno viene sprigionato da un’entità molto più vicina di quanto si possa pensare.

Shyamalan, noto per successi come “Il sesto senso” e “The Village”, torna con una pellicola morbosamente inquietante, con lo scopo di cancellare l’ultimo flop di “Lady In the Water”.
Il film si apre con una celebre frase di Einstein: “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita“, ed è così che l’opera pone le basi di un’accesa accusa contro l’uomo:
con le creature che si stanno estinguendo, le cose più nocive che prendono sempre più piede ed il mondo che sembra consumarsi sotto i nostri occhi.

Shyamalan si serve delle paure dell’uomo, riverse su un domani privo di sicurezze, sempre più impreparati di fronte ad una possibile fine e le esercita su un’America ancora toccata dagli accadimenti di quel ben noto 11 Settembre.
Richiama a sé le classiche pellicole Horror degli anni cinquanta e ne attira le atmosfere apocalittiche, ricolme di una tensione palpabile.
Alla luce del giorno l’uomo affronta il suo incubo peggiore, gettato in uno scenario che sfiora l’incredibile, di corpi che si gettano giù dai palazzi, carichi di una sorta di poesia macabra. Uomini paragonabili a Zombie, che si cibano della loro stessa morte e che terrorizzano per le loro inspiegabili azioni.
Questo Thriller Ecologico rappresenta le piante come primarie distruttrici, giustiziere di un male che l’uomo non ammetterà mai come propria colpa ed è qui che, il regista, ci mostra uno stile di tutt’altro livello, nel lento racconto narrativo che dona un certo disagio costante.
Ma se da un lato questo lento scorrere dei minuti ci fa sprofondare nel fulcro della vicenda, dall’altro Shyamalan perde la sua capacità di coglierci di sorpresa e di farci tremare sulle nostre poltrone.
Il colpo di scena viene meno e ciò che resta non è un barlume di speranza ma una totale negatività verso il domani, come se in fondo, l’orrore non si concludesse a fine pellicola.

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