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Coldplay_ Viva la vida

CD MUSICA- I Coldplay tornano, dopo due anni, con il nuovo album Viva la Vida, uscito ufficialmente il 13 giugno, ma che la band, prendendo spunto dai connazionali Radiohead, ha reso disponibile con un’anteprima agli utenti di Myspace. Viva la Vida, death and all this friends segna un momento importante per la band inglese di Mr.Chris Martin.
Un album di svolta, dove è forte l’influenza di sonorità caraibiche e metropolitane, svelte e, allo stesso tempo riflessive. Dieci tracce di compromessi, che innalzano lo spessore artistico della band, ormai lontana dal sound di Parachutes, e sempre più vicina all’intellettualismo britannico.
L’album inizia con un pezzo strumentale “Life in Technicolor” , un vero tripudio di colori, che calca sonorità elettroniche e “new age” suonate da strumenti che rimandano ad un’allegra serata su una spiaggia tropicale. Decisamente meno allegra la seconda traccia “Cemeteries of London” , in perfetto stile Coldplay, con la voce calda e i ritmi elettro brit della band. “God is in my houses, god is in my place”, recita la melanconica voce di Chris Martin, mentre un coretto intona un allegro ritornello. Contrasti, come in tutto l’album, dove la band inglese muta atteggiamento verso la vita, e utilizza sonorità caraibiche, vecchi hammond, suoni graffiati e sordi, come un lontano giradischi anni ’50. Influenze che si notano anche nel brano “Lost”. In “42” si placano i ritmi latini e si passa al classico stile Coldplay , battere e levare si intensificano nella seconda parte del brano, dove un giro di basso colora le note della voce di Chris Martin. Pezzi brevi e intensi caratterizzano le tracce di un album diverso, che ricalca sonorità anni ’80, prende spunto dai Genesis e dal pop di qualità. “Lovers in Japan Reign of Love” è un vero inno all’amore, un riflesso azzurro sulla vita, che segue il filo logico dell’album, l’alternarsi di brani tristi e riflessivi, allegri e spensierati.

Non a caso la band ha deciso di chiamare l’album Viva la vida e sottotitolarlo Death and all his friends, così come ha rivelato il frontman Chris Martin alla rivista XFM: “‘Ci riferiamo al nuovo album citandolo solo con la frase ‘Viva La Vida’ ma se tu lo trovi deprimente lo puoi chiamare ‘Death And All His Friends’, se non lo trovi così deprimente puoi invece chiamarlo ‘Viva La Vida’ come facciamo noi. E’ una situazione del tipo ‘decidi tu qual è il titolo’. Abbiamo voluto farlo come quei modelli di aerei che uno compra e può scegliere quali colori poterci dipingere sopra…”. Vita o morte che sia, l’influenza di Brian Eno, Markus Dravs e Rick Simpson è evidente.
In “Yes” lo sforzo compositivo è molto alto, un look internazionale che alterna ritmi balcanici di violini e sonorità ambient rock. Movimento e cambiamento stilistico che si inseriscono perfettamente nel nuovo stile della band. Irresistibile il ritornello zigano “If you only say yes” e le acute finali di Martin, che non cede mai il passo alle sue caratteristiche vocali. Il pezzo che da il titolo all’album, “Viva la vida” inizia con un intro di voce e tastiere, cucito perfettamente sulle sonorità del frontman. Anche qui si sente molto l’influenza di Eno e dei Roxy Music, un’elettronica fresca che rivitalizza lo stile della band. Il cambiamento dei Coldplay si sente già dal singolo che lancia l’album “Violet Hill”, in testa alle classifiche, così come l’album, a soli tre giorni dall’uscita con 303mila copie vendute.

Dopo il primo ascolto quello che ne viene fuori è una struttura calibrata e piacevole, sperimentale quanto basta, ma decisamente migliore rispetto al lavoro precedente. Bella e sognante “Strawberry swing”, brano che anticipa la chiusura dell’album con “Death and all his friends”, piacevole conclusione di tastiere e un esplosione di suoni in stile Coldplay, romanzata e riflessiva. Da sottolineare la copertina, con il celebre ritratto “La libertà che guida il popolo”, simbolo reazionario di Eugène Delacroix. Una rivoluzione popolare o di stile? Viva la Vida, Death and all this friends colpisce anche i più scettici, una scelta coraggiosa, non di facile impatto, che allontana la band dagli standard del passato, offrendogli l’occasione di sfoderare, oltre al glamour, anche una consistente personalità.

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