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Ludovico Einaudi @ Auditorium Parco della Musica

Una magnifica serata davvero quella della scorso mercoledì 30 aprile all’Auditorium Parco della Musica di Roma: non faceva freddo, il cielo era stellato e c’era tanta gente in attesa di entrare a gustare le note magiche del pianista/compositore più bravo d’Italia: Ludovico Einaudi (Torino, 23 novembre 1955), figlio dell’editore Giulio Einaudi e nipote del Presidente della Repubblica Luigi Einuadi,.diplomato al conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano con Azio Corghi, Ludovico Einaudi ha studiato poi con Luciano Berio.

La sua carriera professionale è iniziata con varie composizioni sia orchestrali che da camera, che sono state in seguito eseguite al Teatro alla Scala, al Maggio Musicale Fiorentino, al Festival di Tanglewood, al Lincoln Center di New York, nella Queen Elisabeth Hall, all’IRCAM di Parigi, alla Sain Paul Chamber Orchestra, al Settembre Musica, all’UCLA Centre for Performing Arts e al Budapest Music Festival, tanto per citarne alcuni. Ha scritto per vari settori, specialmente cinema e teatro, una musica che affonda le sue radici nella tradizione classica con elementi derivati dalla musica pop, rock, folk, jazz e contemporanea. Le sue melodie sono profondamente evocative, di grande impatto emotivo e lo hanno reso non solo celebre, ma soprattutto, fortemente apprezzato a livello mondiale.

La Sala Santa Cecilia dell’Auditorium era gremita di gente in attesa. Finalmente le luci si sono spente, i fari abbassati di tono e ha fatto il suo ingresso sul palco, dove a farla da padrone assoluto era un enorme, bellissimo pianoforte a coda nero lucido, Lui, di statura media e andatura timida, ma emozionante ed emozionale, proprio come un vero Dio della musica. E’ durata un attimo l’incertezza dell’attesa e quelle mani bianche, lunghe, sapienti, si sono fermate sui tasti, quasi a chiedere il permesso, a indovinare la combinazione, a intuire il percorso armonico della serata. Eh sì, perché Ludovico Einaudi ha una particolarità che lo contraddistingue: non segue nessuna scaletta. Per sua stessa pubblica ammissione, non sa neanche lui dove andrà a parare durante l’esecuzione magistrale dei suoi pezzi, non sa quale strada le sue mani decideranno di prendere, né tantomeno cosa gli suggeriranno i tasti del pianoforte quando lui si siederà davanti a loro e loro stessi decideranno di parlargli in una lingua intima e silenziosa, ma assolutamente armonica e precisa. E così è iniziato il percorso. Mi piace definirlo così perché un ascolto attento e minuzioso, non preclude un viaggio della mente verso lidi e luoghi insospettati; perché un appassionato, un amante fedele della musica si lascia rapire volentieri e si lascia accompagnare nel viaggio concertistico della durata di circa due ore, senza rimpianto alcuno per i luoghi che lascia, ma con la certezza assoluta che il “traghettatore” d’eccellenza, il Sig. Einaudi appunto, saprà essere un accompagnatore sapiente ed illuminato.

E il viaggio è continuato nel corso della serata, toccando note e armonie vecchie e nuove, in una altalena rassicurante di emozioni e idee. Ludovico Einaudi ha la capacità, con la sua musica, di toccare corde dell’anima insospettabili e di ricondurre la percezione della vita che scorre ad un tempo più umano e meno frenetico, ma soprattutto molto più intimo e personale. E alla fine si è giunti al termine, con la piacevole sensazione di aver fatto un viaggio che si aspettava da tempo, di aver ascoltato nel silenzio più assoluto qualcosa di eterno e di aver goduto di ben due “bis” concessi dall’autore/esecutore ad un pubblico entusiasta che non ha assolutamente lesinato sugli applausi, né tantomeno sul gradimento manifestato con un affetto ed un calore quasi tangibili. Tanto da non poterci esimere dal dire anche noi: grazie Einaudi!

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