Skip to main content

Ascanio Celestini: la storia e i lavoratori

evakent
[L’ILLETTERATA]

evakentOrmai celeberrimo attore, Ascanio Celestini è anche un abile scrittore di se stesso, visto che le partiture, che poi diventano libri venduti in abbinamento ai Dvd dei suoi spettacoli, se le scrive da solo.
Lo scorso anno (2007), proprio nel periodo primaverile, il buon Ascanio aveva portato al Teatro Ambra Jovinelli una rappresentazione di tutte le sue opere: Scemo di guerra, Radio Clandestina, Pecora Nera, Fabbrica e Appunti per un film sulla lotta di classe, che poi nel corso dell’anno è diventato un film/documentario sul collettivo auto- organizzato dei Precari Atesina, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2007 nella sezione “Extra”.

Celestini ha un tipo di recitazione colloquiale, usa termini dialettali tipici del romanesco, ma al contempo risulta essere assolutamente teatrale ed aulico, proprio perché utilizza la vera poesia del popolo: la verità. È considerato, a ragione uno dei migliori rappresentanti della seconda generazione del cosiddetto teatro di narrazione: i suoi spettacoli sono fatti di storie raccontate e sono preceduti da un lavoro di raccolta di materiale lungo e approfondito.
L’attore-autore fa quindi da filtro, con il suo racconto, fra gli spettatori e i protagonisti dello spettacolo. L’attore in scena rappresenta sé stesso, anche quando parla in prima persona: è qualcuno che racconta una storia. Gli spettacoli di Celestini sono caratterizzati da una economia di mezzi attoriali escenografici: i movimenti dell’attore sulla scena sono ridotti al minimo e la comunicazione si svolge attraverso le capacità di affabulazione. Il ritmo vocale è rapido e quasi senza pause, la scenografia elementare.

Nell’opera di Celestini la Storia con la S maiuscola si mescola sempre con micro-storie e vicende personali, mentre il fantastico rende il suo lavoro ancora più marcatamente popolare.
Quasi tutti i suoi spettacoli sono diventati libri, in una splendida commistione di arti, ma in particolare Storie di uno scemo di guerra (premio Bagutta, Fiesole e radio3-Fahrenheit) e La pecora nera (premio Anima), entrambi editi da Einaudi, nascono come veri e propri romanzi, di cui vi consiglio caldamente la lettura, prima, la visione, poi, così da approfondire la visione a tratti mistica, a tratti popolare, ma sempre inconfutabilmente storica dell’autore.
In ultimo aggiungerei che, anche quest’anno, la presenza ormai storica di Celestini al Concertone del 1 Maggio ha avuto la sua risonanza, visto il documentario sopraccitato, dedicato proprio alla situazione dei lavoratori precari e ai disagi di un lavoro non solo mal retribuito, ma anche, come ricordato proprio dal tema principale del concerto, deficitario nei termini della sicurezza.

Inoltre, proprio nello scorso anno Ascanio ha fatto uscire il suo primo disco, intitolato Parole Sante, dove sono raccolte le canzoni presenti nei suoi spettacoli, nel documentario e alcuni inediti. Il disco ha ricevuto nel 2007 il “Premio Ciampi” come Miglior debutto discografico dell’anno. Insomma, un vero fuoco d’arte che arde di idee in continuo movimento!

Ascanio Celestini: la storia e i lavoratoriAscanio Celestini, Eva Kent, libri, martelive, martemagazine, Rubriche, teatro

Lascia un commento