Cronache Birmane
[STREAP- TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]L’uomo, capace di sterminare i suoi simili seguendo una fredda logica più che l’istinto, è l’animale più crudele che esista in natura. Ma la natura a sua volta sa essere una madre più spietata |
dei suoi figli quando si abbatte su popoli già vessati da mali endemici..
Da mesi ormai, anche chi non è mai stato ferrato in geopolitica conosce almeno in parte la situazione attuale di una nazione lontana come la Birmania. La giunta militare che controlla il paese, le rivolte soffocate nel sangue, gli appelli internazionali e la fiammella della speranza mantenuta viva da Aung San Suu Kyi, e infine l’urugano Nargis, arrivato per spezzare la popolazione sfiancata da povertà e malattie.
L’eco globale che si era innescato intorno ai mali sociali del Myanmar, complice anche il sanguinario parallelismo con ciò che accadeva in Cina, rischia però di essere velocemente sopito proprio a causa della catastrofe climatica che occuperà titoli e sommari per qualche tempo, prima di scivolare inesorabilmente tra ciò che non fa più notizia.
Ora che in Birmania muoiono di fame e come conseguenza delle epidemie, è utile pubblicizzare un reportage appena uscito nelle librerie, che racconta il paese prima del disastro… quando la popolazione moriva per la fame e per l’Aids, nell’indifferenza del regime militare di Than Shwe.
Un reportage che ha un duplice valore, sia perché riesce a divulgare notizie sulla reale condizione del paese, laddove queste vengono spesso sequestrate alla dogana come pacchi, sia perché si tratta di un reportage a fumetti. Ne è autore il canadese Guy Delisle, non nuovo ad imprese del genere.
Delisle è infatti autore di altri due libri disegnati, per i quali si è sentita la necessità di coniare l’espressione ibrida “graphic journalism”, Shenzen (2001) e Pyongyang ( 2003), e con cui si è fatto conoscere al di fuori del campo dell’animazione a cui aveva prestato i propri servigi.
“Cronache Birmane” , pubblicato da Fusi Orari, prende spunto dal viaggio e dal lungo soggiorno dell’artista in Myanmar , dove la moglie è in missione per Medici senza frontiere e a lui spetta il compito di occuparsi del figlio neonato.
Dall’anno solare trascorso in Birmania nasce questo diario-documentario in vignette, 263 pagine che raccontano la sofferenza di un popolo, uno dei tanti nel mondo ad essere stato abbandonato dai potenti della Terra alle proprie miserie e all’ingiustizia dei propri governanti. Il resoconto di Delisle risulta particolarmente ficcante dal momento che può contare su un doppio status, quello di straniero e quello di compagno di una volontaria di ONG che ogni giorno sconta sulla sua pelle le difficoltà di soccorrere concretamente le vittime del regime. Dal primo aspetto emerge una descrizione affettuosa di gente umile ma generosa, che rende l’uomo occidentale partecipe dei propri riti religiosi e della propria cultura. Non si può non sottolineare la differenza con il senso di straniamento che comunicava l’opera precedente, Pyongyang, in cui era stato abilissimo a rappresentare l’asettico trattamento che la capitale della Corea del Nord riservava agli ospiti esterni.
Il coinvolgimento, seppur esterno, nelle attività di Medici senza frontiere gli permette invece di descrivere la durezza delle repressioni militari, la piaga dell’Aids diffusa tra tutte le fasce sociali, i tentativi degli stessi volontari di prestare soccorso scavalcando controlli, confini territoriali e difficoltà materiali. Con i lavori precedenti, Cronache birmane condivide la prosa asciutta e capace di cogliere dettagli essenziali, una narrazione mai distaccata quando osserva la realtà quotidiana del paese , ma che invece ha anche la capacità di far sorridere con piccole scenette, nonostante la drammaticità generale del racconto. Un altro bell’esempio di come i fumetti sappiano fare informazione con grande sensibilità.
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