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Edgar Allan Poe ed Herman Melville nel mio Uovo di Pasqua

evakent
[L’ILLETTERATA]

 

evakentCari Lettori, a quanto pare il mio uovo di Pasqua, quest’anno mi ha riservato una strana sorpresa. Invece di trovare un libro nel senso canonico del termine, quel che ho trovato sono stati due audiolibri (o meglio audioracconti), offerti gentilmente dalla Full Color Sound (di cui so che già qualche mese fa avete avuto l’opportunità di leggere qualcosa proprio su questo magazine).

Devo dire che il primo impatto è stato davvero particolare:
1. perché sono una lettrice alla vecchia maniera
2. perché le novità in campo letterario mi generano sempre uno strano senso di allarme che mi prostra oltre ogni misura.

Lasciando da parte queste mie inutili disquisizioni del tutto personali, giusto ieri sera ho preso il mio lettore Cd, i miei audioracconti e mi sono disposta nella migliore delle disposizioni d’animo per ascoltare.
Era una notte buia e tempestosa…vabbè, scherzo! C’era giusto un po’ di vento a creare atmosfera quando ho cominciato ad ascoltare E.A. Poe, Tre passi nel delirio, tre racconti del maestro del brivido letti da Giuseppe Cederna, Antonio Catania e Andrea Castelli, ma tanto è bastato, insieme alla musica che accompagnava in modo azzeccato l’ascolto, a farmi entrare ancor prima di subito nella parte dello spettatore.
Eh già! Perché questo succede, cari miei, quando si ascolta un audiolibro. Sembra un po’ di tornare bambini ai tempi delle favole: che le raccontasse una nonna fantasiosa, una mamma indaffarata o un papà assonnato, la culla della voce dell’altro ci trascinava in un mondo tutto da scoprire di cui eravamo ignari quanto fantasiosi spettatori, pronti a creare nella nostra mente bambina scenario e personaggi.
E questo è accaduto, ho cominciato a vivere le emozioni di un tempo passato sulle voci dei lettori che raccontavano per filo e per segno la storia di Berenice (1835), de Il gatto nero (1840) e de Il rumore del cuore (1843), tanto da indurmi sussulti e piccole e piacevoli ansie.
Ovviamente, il percorso audio- letterario è solo cominciato in notturna, ma è finito nella mattinata successiva quando mi sono apprestata ad ascoltare anche la magistrale lettura che Serena Dandini ha dato di H. Melville, Bartleby lo scrivano. La sensazione di essere catturata completamente dalla storia, dai personaggi, dalle disquisizioni dell’Io narrante, è stata davvero fortissima, così come la capacità ipnotica della voce che ascoltavo.
Andando oltre i meriti indiscutibili degli scrittori che idearono questi racconti (di cui comunque vi consiglio anche un approccio più canonico, quale la lettura appunto dei loro libri più famosi), devo dire che questi audiolibri hanno all’attivo dei grossi meriti: sono ben registrati, si avvalgono di voci assolutamente qualificate ed adatte (spesso si tratta di veri e propri attori che, oltre a leggere, offrono un minimo di interpretazione teatrale del testo) e godono di un accompagnamento musicale notevole da parte dei migliori jazzisti italiani (Lele Marchitelli e Danilo Rea per il racconto di Melville, Paolo Fresu, Roberto Gatto, Gianluca Petrella ed Emanuele Zottino per Poe). Infine, questi audio- racconti riconducono là dove spesso pensiamo di non poter arrivare più, e cioè nel mondo meraviglioso della Fantasia, proprio perché risvegliano esperienze sopite, ma indimenticabili e perché nutrono quella parte irrazionale di noi che approfitta della lettura per evadere ed immaginare.
Rimango dell’idea che i libri vadano innanzitutto letti, vissuti in prima persona dal proprio lettore/narratore interno, ma credo che gli audiolibri proposti dalla Full Color Sound possano rappresentare davvero una valida alternativa alla lettura nuda e cruda, quindi vi consiglio di provarli e di raccontarmi la vostra esperienza…
Vi lascio con una filastrocca retaggio della mia infanzia, che precedeva l’ascolto delle Fiabe sonore, di cui ero una grande fan, mi sembra un buon modo di salutarci, no?!
A mille ce n’è
Nel mio cuore di fiabe da narrar
Venite con me
Nel mio mondo fatato per sognar
Non serve il cappottino rosso
O la cartella bella
per venir con me
Basta un po’ di fantasia e di bontà…

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