L’estremo Carnevale. Libero, ubriaco, genuino, anticlericale.
Walter Consumati ci racconta il Carnevale Liberato di Poggio Mirteto
A Carnevale non è possibile rimanere dietro le quinte. Questo è l’unico periodo dell’anno in cui l’uomo, inteso come classe animale (citazione necessaria per par condicio), diventa se stesso. Esiste un Carnevale che arriva in ritardo, perché ama farsi aspettare.
Quando tutte le anime cristiane già pensano all’arrivo dell’epifania pasquale, a Poggio Mirteto si preparano i banchetti. Con Bacco capotavola e Minerva che fa gli onori di casa, il bel paese della sabina propone con fierezza il suo carnevalone liberato per ricordare l’indipendenza dallo stato pontificio.
Ne abbiamo parlato con Walter Consumati, membro del consiglio Arci Poggiano, che da oltre 30 anni organizza questa pittoresca manifestazione ricca di storia, arte, cibo e vino. E badate, non ha nulla da invidiare ad altri celeberrimi carnevali della penisola italica.
Da dove nasce la tradizione del Carnevalone Liberato?
Il 24 gennaio 1861 scoppiò una sommossa a Poggio Mirteto. Il paese, che ospitava una vetreria (quindi un “polo industriale”!!), a quel tempo era sotto il dominio dello Stato Pontificio, quindi del Papa Re.
Probabilmente la rivolta scaturì tra gli operai, per le cattive condizioni lavorative e non ultima la fame. Sta di fatto che durante l’insurrezione, vennero anche fatti ostaggi dai manifestanti alcuni rappresentanti del clero.
Comunque, la rivolta convinse i maggiorenti del luogo a recarsi a Rieti per chiedere che venisse decretata l’annessione allo Stato Italiano anche di Poggio Mirteto.
L’annessione avvenne il 27 gennaio 1861. Il marchese Napoleone Gioacchino Pepoli decise di premiare il paese facendo passare la ferrovia Roma-Orte vicino Poggio Mirteto. Ciò avrebbe incrementato le possibilità economiche del luogo. Ma i cittadini di Poggio Mirteto rifiutarono!
Chiesero invece di festeggiare il Carnevale la prima Domenica di Quaresima in segno di ribellione verso il potere temporale della Chiesa che li aveva dominati (e che proibisce riso e godimento soprattutto in tempo di Quaresima!).
Da allora il Canevalone fu festeggiato in quella data fino la firma dei Patti Lateranensi . Dopo quella data il Carnevale di Poggio Mirteto tornò a svolgersi nel periodo usuale. Con l’Arci però la tradizione di stampo anticlericale è stata finalmente ripristinata!
Sono oltre trent’anni che, grazie all’Arci, questa tradizione, innervata di storia popolare, ha ripreso vita. Ma attualmente questa manifestazione ha lo stesso senso di una volta? Mi riferisco al ricordo anticlericale.
La storia e data stessa sono impregnate di questo ricordo. Certamente con la sempre più massiccia partecipazione c’è stata una diluizione del valore iniziale.
In cosa consiste il programma di quest’anno?
Dalla mattina in Piazza Martiri della Libertà, esposizione di mongolfiere artistiche; a mezzogiorno uscita del Bammoccio; nel pomeriggio la piazza principale e le zone intorno a questa verranno animate da numerosi artisti di strada che daranno vita al 15° Rendez Vous degli Artisti di Strada ed Festival della Giocoleria; per tutta la durata della festa saranno presenti la Titubanda e le Bande Musicali di Montopoli di Sabina e Gavignano, il gruppo della Malamurga e i percussionisti brasiliani Caragipau; sulla piazza centrale gli Sbronzi di Riace; altri gruppi dislocati su Piazza Martiri della Libertà e dintorni saranno: Clyde e la Sua Banda, Verbamanent, Istituzioni di Diritto Proletario, Rein, Legittimo Brigantaggio, VicoloCieco, Terramaris, Senzaterra, Skardellas, From the Woods, Massimo Liberatori, 1000-8-Pet-i. Dopo il lancio della Mongolfiera in volo libero, arriverà sulla piazza la Pantasima che si dimenerà in danze fino al momento in cui, tra fuochi d’artificio e spari, verrà completamente incenerita insieme al Bammoccio.
Il gruppo dei Ratti della Sabina chiuderà la festa nella piazza principale.
Naturalmente sono allestiti stand gastronomici (salsicce, braciole, porchetta, legumi, ecc) con le classiche Pizze Fritte da gustare con del buon vino casereccio.
Gli emblemi della festa sono il bamboccio e la pantasima. Il primo rappresenta un politico, il secondo un simbolo contadino che propizia i raccolti, il benessere e la pace. Quanta politica esiste nella religione? Di quanta religione è impregnata la politica?
Purtroppo di questi tempi non è esatto parlare di politica e religione in separate sedi. Si sta infatti assistendo ad un sempre crescente ripristino di potere temporale de parte del Vaticano, al cui ufficio spetterebbero come di norma i soli argomenti spirituali.
Addirittura interviene palesemente nella discussione elettorale, peggio che nel ’48 e del periodo dei governi DC.
Il carnevale, quello ufficiale, a mio parere è stato un po’ eclissato da una certa festa consumistica conosciuta con il nome di halloween. Secondo lei questa mia affermazione è esatta? E perché?
Non credo che sia esatto perché il riscontro di pubblico è evidente all’occasione! Halloween riscuote successo, seppur minimo, solo perché si tratta di una tradizione estranea alla nostra e quindi da scoprire; il Carnevale è una festa insita nella tradizione italiana e non potrà mai essere superata in presenze dal capodanno celtico. Il fatto che la rende meno d’impatto rispetto al passato è la convinzione che come valvola di sfogo popolare non abbia più molto da offrire nell’emancipato XXI secolo. Ma credo che di questi tempi potrebbe tornare ad esserlo viste le pressioni a cui è sottoposta la società.
Il Carnevalone Liberato cerca di portare all’estremo l’occasione di sfogo secondo i principi originari del Carnevale.
Il carnevalone contribuisce alla valorizzazione dell’immagine di Poggio Mirteto?
La risposta di pubblico è eccezionale anche perchè la festa è di anno in anno sempre più conosciuta, è unica nel suo genere e il suo successo porta un’ottima pubblicità a Poggio Mirteto e la Sabina, ma diversi cittadini poggiani hanno molto da ridire, perché fanno di una pagliuzza una trave e qualche episodio discutibile è bastato per creare un clima di ansia e di avversione specialmente nella parte più becera e clericale della popolazione.
Concludendo con Aldous Huxley, forse questo mondo è l’inferno di un altro pianeta, quindi perché prendere precauzioni? Enjoy!
www.carnevalone.it
www.myspace.com/carnevaloneliberato
www.sabina.it