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La Morte del Sogno

diegociorra
[STREAP- TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

diegociorraQuando l’11 settembre 2001 il World Trade Center collassò su se stesso, inghiottito da fiamme e polvere, tutti ebbero immediatamente la sensazione che qualunque cosa fosse successa dopo, qualcosa si era irreparabilmente rotto. E’ interessante notare come il mondo dei fumetti abbia deliberatamente evitato di mostrare nelle sue pagine l’orrore di quegli attimi, a parte alcune rare eccezioni.

E’ celebre The Amazing Spider-man 37, in cui l’eroe Marvel assiste attonito alla scena di Ground Zero devastata e si chiede, mentre aiuta vigili e poliziotti nei soccorsi, dov’ erano i supereroi nel momento del bisogno. Oltre questo esplicito esempio di realtà che tracima nel mondo finzionale degli eroi (o viceversa?) il comicdom statunitense ha prodotto solo volumi speciali con illustrazioni e contributi vari, utili soprattutto a raccogliere fondi per le vittime.
Si sarebbe potuto pensare che, sull’onda revanchista dell’orgoglio americano, i supereroi venissero dipinti come i patriottici paladini posti a difesa della democrazia contro i nuovi regni del male, tanto lontani culturalmente quanto vicini, perchè nascosti, come cellule dormienti, nella stessa società occidentale. Era già accaduto nei fumetti di propaganda degli anni quaranta, quando il nemico erano i nazisti o i musi gialli, ed era successo nuovamente in epoca maccartista contro lo spettro del comunismo. E’ invece avvenuto esattamente il contrario: il fumetto americano con i suoi tizi in calzamaglia e la maschera sul volto, si è messo allo specchio, cercando il verme nella (grande) mela, il marcio all’interno dei confini nazionali. Le storie Marvel, da sempre ambientate in un universo il più possibile aderente a quello reale (se trascuriamo ragni radioattivi,uomini volanti, donne invisibili e così via) sono paradigmatiche in questo senso. L’aggressivo imperialismo U.S.A, la “giustizia” ostinatamente esportata, le bugie e i giochi di potere dei governanti, sono queste le nuove minacce a cui far fronte nell’America attuale. Ed in mezzo una suggestiva riflessione sul ruolo giocato da questi esseri mitici, dalle capacità superiori all’uomo comune ma fallibili come tutti noi: i supereroi sono esseri messianici che devono essere lasciati liberi di compiere la propria missione,o piuttosto sono potenziali armi di distruzione di massa, da registrare e controllare costantemente?

Al grido di “tu da che parte stai?”, la Marvel nel 2007 ha scatenato un vero e proprio dibattito intellettuale, rimbalzato sulle pagine dei più prestigiosi quotidiani, e sui principali tg nazionali; eroe contro eroe in una vera e propria CIVIL WAR, questo il nome della saga bestseller che ha fatto discutere fan e critica per tutto l’anno.Da un lato gi eroi convinti che registrarsi e addestrarsi sotto l’egida del governo sia fondamentale per evitare disastri e riconquistare la fiducia del popolo (vi ricorda vagamente attuali questioni italiane, forse?), dall’altro quelli che credono che il supereroe debba restare indipendente, seguire ciò che la sua coscienza ritiene giusto e non gli ordini che arrivano da chi siede nella stanza dei bottoni. Riflessioni veicolate attraverso tanta azione e colpi di scena, come nella migliore tradizione superomistica: Capitan America, il soldato che indossa i colori della bandiera americana, inaspettatamente disobbedisce al Governo e diventa il capo della fazione ribelle, l’uomo ragno, plagiato dalla propaganda, si registra ma soprattutto rivela al mondo in diretta Tv la sua identità segreta! E ancora i Fantastici quattro spaccati da dissidi interni, gli eroi favorevoli alla registrazione che danno la caccia a vecchi amici per rinchiuderli in un carcere che strizza l’occhio e le menti a Guantanamo. E ancora, ancora ancora fino al cataclismatico finale in cui Capitan America realizza che la sua battaglia è persa, perché sono gli stessi cittadini a reclamare il controllo sugli eroi, a non fidarsi più di individui mascherati capaci di esplodere come mille soli. Anche se i lettori si erano schierati con i ribelli, la Marvel ha fatto la scelta più controversa: gli Usa saranno militarizzati, gli eroi diventeranno soldati speciali agli ordini della Casa Bianca, i diritti dell’individuo sacrificati alla sicurezza nazionale. E il patriota per eccellenza, quel Capitan America privato del celebre scudo e costretto ad essere giudicato per crimini di guerra dalla Corte Marziale? La casa editrice, e forse i tempi moderni, hanno già emesso il verdetto. Il suo patriottismo idealistico è fuori luogo, anacronistico nei foschi giorni che ci apprestiamo a vivere. Mentre percorre le scale del tribunale per il più grande processo di sempre, un cecchino gli spara. Muore e con lui muore il sogno. L’America (dei fumetti?) attuale non ha posto per nobiltà e ideali, anche i lettori a malincuore dovranno rassegnarsi.
Potete leggere Civil War- un evento Marvel in 7 parti- in edizione italiana, cercandolo nelle edicole,fumetterie o nelle grandi librerie. La morte di Capitan America è stata tradotta su Thor e i Nuovi Vendicatori 103, novembre 2007.

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