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Negramaro Show al Gran Teatro

 Dal rock elettronico all’acustica… e ritorno!
Sarà perché sognavo da un pezzo di andarli a vedere dal vivo. Sarà perché, fondamentalmente, il biglietto era un regalo di compleanno sognato ed agognato. Insomma, sarà quel che sarà, il concerto dei Negramaro al Gran Teatro di via di Tor di Quinto a Roma, è stato davvero una bomba!
Già all’entrata ci si poteva accorgere che sarebbe stato un evento degno dei più grandi musicisti: tutto esaurito e non per modo di dire. Ma poi, quando si sono abbassate le luci e si è dato il via al concerto è cominciato un vero e proprio viaggio: un tour personale nel tour musicale dei 6 ragazzi salentini.

La voce di Giuliano Sangiorgi la conosciamo già: si inerpica su sonorità a volte impossibili, gioca su toni di contralto e falsetto, passando per il calore solare di un dono tutto al naturale. Quello che è stato davvero sorprendente è stato il passaggio dinamico, organizzatissimo e concettualmente ineccepibile, tra una miriade di strumenti musicali a volte dimenticati dalla musica rock.

I Negramaro, in questa prova acustica, hanno dimostrato, in primo luogo, di saper suonare veramente e di saperlo fare notevolmente bene, lasciando intendere che il rock, quello vero, quello che fa tremare gambe e cuore, non ha bisogno solo della chitarra o del basso elettrico, ma innanzitutto dell’energia interiore, per poter funzionare davvero.
Chitarre acustiche, mandolino, tamburi e tamburelli, gong, organetto, violino e violoncello (questo poi è stato davvero un azzardo azzeccatissimo!), strumenti etnici, pianoforte, tastiere, sintetizzatore: un crescendo di suoni, melodie, ritmi che hanno conquistato l’anima pulsante della platea.

Insomma i Negramaro, più passa il tempo (e a dir la verità di tempo da quando la Signora Caselli si è accorta di loro ad oggi non ne è trascorso poi così tanto…), più dimostrano di saper intendere e di saper trasmettere sui canali universali della musica e di saperlo fare in modo sorprendente, senza “distrazioni”. Alla faccia di chi nel loro primo Festival di Sanremo (2005) non fu in grado di capirlo!

Degne di memoria in questa performance romana del gruppo due affermazioni di Giuliano Sangiorgi: “La realtà è che dal Salento all’Irlanda, passando per Roma, tutti balliamo così…” e via, in un crescendo di passi “tarantati” e di musica vorticosa e coinvolgente, ai movimenti sinuosi e seducenti della “Pizzica”. E “A noi non ce ne importa niente di chi ci dice che ‘certe’ parole non dovrebbero contaminare la musica rock. C’è solo una cosa che fa muovere il mondo e fa respirare gli esseri umani ed è l’Amore e noi siamo orgogliosi di cantarlo ogni volta!”. E proprio queste affermazioni sottolineano la ferma volontà del gruppo di mantenere sempre intatta l’identità musicale originale, quella Salentina, ed un sound che, seppur rockeggiante e forte, porta sempre ad un ritorno alle origini, in cui i sentimenti sono quelli reali e non quelli inventati dal mondo patinato delle pubblicità.

Insomma, un concerto sanguigno, forte e intimo…Bravi Negramaro, continuate così!

Da leggere: Lucio Palazzo, Negramaro, storia di sei ragazzi, Aliberti Editore.
Il libro non è una biografia nel senso proprio del termine. Si tratta piuttosto di una conversazione attorno alla vicenda di sei ragazzi che in pochissimo tempo, in un Paese dove non si vendono dischi, dove le nuove generazioni non hanno spazio per esprimere il loro talento, partendo dalla provincia di Lecce, sono diventati il gruppo musicale di riferimento per il pop/rock italiano. Nel libro il contributo di aneddoti, retroscena, segreti, consigli, opinioni dalla voce di Caparezza, del critico musicale Gino Castaldo, del regista Alessandro D’Alatri, del musicista produttore Corrado Rustici e di Fabio Volo, con i testi delle interviste esclusive che segnano le tappe più importanti della carriera del gruppo. Un buon lavoro che sviscera dal profondo la storia “normale” di un gruppo di ragazzi davvero speciali…

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