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Tag: Teatro Argentina

Alessandro Sciarroni e il suo Augusto, il clown triste nascosto dentro di noi

MArtePress

Quante volte ci siamo sentiti costretti a rispondere “bene” alla tanto automatica quanto vuota domanda “come stai”? Perché su Instagram postiamo solo selfie di noi sorridenti a una festa o in vacanza o tra gli amici? Dove nascondiamo l’ansia delle nostre incertezze, i fantasmi del passato, i timori del futuro, il dolore del presente? Una risposta la dà, senza pronunciare una parola, il Leone d’Oro alla Biennale Danza 2019 Alessandro Sciarroni con il suo Augusto, lo spettacolo andato in scena l’8 e il 9 settembre al Teatro Argentina di Roma nell’ambito della XIV edizione di Short Theatre. Tra tutte le possibili interpretazioni di questo complesso spettacolo, infatti, la più calzante probabilmente è quella che indaga sui più reconditi meccanismi sociali che ci riguardano tutti.

Un palcoscenico bianco e vuoto. Nove performer che uno dopo l’altro entrano in un cerchio, camminando senza sosta, senza meta, senza senso, in un loop infinito. Camminano e si guardano sempre alla stessa distanza restituendo allo spettatore la fortissima sensazione che quella possa essere una ricostruzione credibile della nostra società: in cui ci si scruta un po’ di soppiatto, né troppo lontani né troppo vicini, in cui si agisce per imitazione, omologazione o moda, in cui si gira a vuoto inseguendosi a vicenda, al posto di andare avanti spalla contro spalla verso una direzione e verso una crescita.

E poi arriva, prendendoci di soppiatto. Ribolle, stancamente per minuti interi, e infine esplode cristallina. La risata. E non smetterà più. Questo è il momento in cui Sciarroni instaura il rapporto con il pubblico e, come sempre nei suoi spettacoli, gli chiede di partecipare. Perché nel silenzio del teatro, le risate dei performer, sempre più forti, buffe e grottesche, richiamano inevitabilmente quelle degli spettatori, in un continuo gioco di rimandi tra palco e platea. Fino a quando non è chiaro a tutti, che quella forzata goliardia (enfatizzata dalla corsa degli attori, che senza smettere la loro perenne rotazione, si inseguono come bambini al parco) nasconda qualcosa di molto diverso.

1. augusto alessandro sciarroni

Mentre in questi giorni Joker, Leone d’Oro a Venezia, e IT, campione d’incassi in tutto il mondo, ci dimostrano che la risata del clown può essere qualcosa d’inquietante e doloroso, Sciarroni cita fin dal titolo l’Augusto, il clown che nella tradizione si oppone al duro e severo “bianco” rivelandosi come una figura fallimentare e tragica. La sofferenza dunque, quella che fa parte di noi, che non possiamo rifuggire e che, però, non vogliamo mostrare a chi ci circonda. In quella risata perenne c’è la nostra vita di tutti i giorni, la cordialità, le ipocrisie, le maschere sociali, e al tempo stesso c’è un impulso primordiale di sradicamento.

Questa inquietudine soggiacente risulta palese quando, proprio a metà spettacolo, si sentono le prime note di una melodia tutt’altro che lieta. Lo spettacolo diventa più compatto, introduce la musica e anche una coreografia, ripetuta anch’essa senza sosta. Ma è una danza che sa di macabro, che trasforma i corpi in burattini sofferenti, costretti a seguire un ritmo che non gli appartiene, crollando e rialzandosi faticosamente, senza mai togliere dal volto quel sorriso, senza smettere di riempire l’aria, ormai satura, di risate vuote.

E allora capita che quella risata diventi un urlo di rabbia o un pianto disperato, ma solo per pochi secondi. Alla fine, questi brevi momenti di ribellione vengono sempre ricondotti allo stesso risultato, a quella risposta unica e ineluttabile. Sotto gli scroscianti applausi della platea al termine dello spettacolo, ci rendiamo tutti conto che siamo anche noi incastrati in quelle regole, in quella finzione che è la società che ci siamo costruiti attorno. Insomma, che siamo tutti clown nello spettacolo crudele della vita.

LUNGA VITA FESTIVAL: al via a Roma la terza edizione

LVF2019

 

Ha preso il via il 21 maggio per continuare fino al 2 settembre 2019 la terza edizione di Lunga Vita Festival, per la direzione artistica di Davide Sacco e la direzione organizzativa di Ilaria Ceci di Tradizione Teatro, giovani creativi, amanti della cultura e del teatro nelle loro contaminazioni. Dal 2017, il festival ha raggiunto importanti obiettivi, collocandosi sul territorio come polo artistico e culturale di riferimento per un pubblico trasversale. Il tutto con una proposta artistica fatta di teatro, musica, danza, letteratura e cinema, che torna nell’estate 2019 sviluppandosi in cinque prestigiose location della capitale, dal Teatro Argentina all’Accademia Nazionale di Danza all’Aventino, passando per il Teatro Valle, fino al Museo delle Civiltà all’Eur e al Mercato di Testaccio. Molti gli artisti coinvolti tra cui Daniel Pennac, Peter Stein, Emma Dante, Stefano Massini, Vinicio Marchioni, Francesco Montanari e Musica Nuda.

 

Primo appuntamento è stato quello del 21 maggio con la mostra “E poi Roma – Spin-Off di 1987 // 2017 Trent’anni Uniti”, dedicata ai Teatri Uniti e ai registi fondatori Mario MartoneToni Servillo e all’indimenticato Antonio Neiwiller, fino al 2 giugno al Teatro Argentina, dove il 30 maggio sarà proiettato il film “Il Teatro al Lavoro” per la regia diMassimiliano Pacifico, prodotto da Teatri Uniti.

 

Dal 13 al 22 luglio, tra prime e seconde serate, saranno 19 gli spettacoli ospitati dall’Accademia Nazionale di Danza, che inaugura gli appuntamenti con la serata Premio Kemp, in collaborazione con la Compagnia Lindsay Kemp, dedicato allo sviluppo e al riconoscimento delle avanguardie del teatro danza nazionale. Il ricordo del visionario coreografo e danzatore britannico rivivrà proprio nel luogo e nel festival in cui realizzò il suo ultimo workshop nell’estate 2018.

Il 14 luglio, in collaborazione con PAV, si accendono i riflettori sulla prosa di Esteve Soler, tra gli autori catalani più rappresentati, il cui nome è presente con lo spettacolo“Contro la Libertà”, diretto da Mauro Lamanna in scena con Gianmarco Saurino e Elena Ferrantini. Segue in seconda serata la comicità degli autori e attori Francesco Arienzo e Valerio Lundini.

Si prosegue il 15 luglio con un altro doppio appuntamento: in prima serata, spazio allo spettacolo “Magari ci Fosse una Parola per Dirlo”, con Stefano Massini e il suo vortice di personaggi, storie e racconti; passerà il testimone ad Alessandro Bardani e Francesco Montanari nell’ormai cult “La Più Meglio Gioventù”.

Martedì 16 luglio è di scena la prosa con Gli Uccelli – Nubicuculia la Città Impossibile”, di Aristofane per la regia di Cinzia Maccagnano, nove attori seguiti in scena dalla musica dal vivo di Lucrezio De Seta e Franco Vinci. Lo spettacolo, che arriva dal successo del debutto nell’anfiteatro di Segesta, rappresenta un esperimento di teatro classico al tramonto, come nella tradizione. Nella stessa sera la pluripremiata compagnia Frosini/Timpano, porta sul palco il testo di David Lescot dal titolo Gli sposi – Romanian Tragedy, pièce seguita dalla leggerezza degli stand up comedians Luca Ravenna, Daniele Tinti, Antonio Ricatti e Martina Catuzzi.

Nella serata del 17 luglio in apertura Enzo Cosimi e la sua creazione coreografica/performativa e installativa dal titolo “La Bellezza ti Stupirà”. A seguire arriva l’apprezzata ironia di Francesco De Carlo.

Il 18 luglio viaggio nella tradizione popolare siciliana grazie alla musica ed alla ricercatezza di Mario Incudine, seguito dal poliedrico umorista Daniele Fabbri.

Il 19 luglio Vinicio Marchioni e Milena Mancini sono i protagonisti di “La Più Lunga Ora”, ricordi della furiosa storia d’amore tra Dino Campana e Sibilla Aleramo, per la regia di V.Marchioni. In seconda serata arrivano i comici Michela Giraud, Daniele Lanzillotta, Sandro Canori e Stefano Capone.

Il 20 luglio il duo voice&bass Musica Nuda formato da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti si esibirà in un suggestivo ed elegante live che lascerà poi spazio alla stand up comedy di Davide Marini, Velia Lalli, Daniele Gattano e Mauro Kelevra.

Il 21 luglio serata unica con il seguitissimo paroliere Giorgio Montanini.

Il 22 luglio doppio appuntamento: si comincia con la danza della coreografa Antonella Perazzo alla guida della Movin’Beat Company, che invaderà tutti gli spazi dell’Accademia con performance di grande impatto visivo. Seguirà l’atteso ritorno di uno degli spettacoli più intensi della stagione: “La Scortecata” di Emma Dante.

 

Dal 30 agosto all’1 settembre il IX Municipio ospita il progetto per bambini “La Città dei Non Adulti” a cura di MAG – Movimento Artistico Giovanile.

Il 2 settembre in chiusura di festival, grande attesa per il debutto romano dello spettacolo “Il Caso Malaussène”, che vedrà sul palco l’autore Daniel Pennac.

 

Dal 18 al 28 luglio presso il Teatro Valle sarà allestita, per la prima volta in Italia, prodotta da Tradizione Teatro, la mostra dedicata al regista Peter Stein dal titolo Nato a Berlino nel ’37, a cura di Davide Sacco.

 

Il 20 giugno appuntamento speciale al Museo delle Civiltà con Aelita Andre, giovanissima pittrice australiana dodicenne, che realizzerà una performance e incontrerà gli spettatori.

 

WORKSHOP & PROIEZIONI

 

Il Lunga Vita Festival non è solo spettacolo ma è anche formazione. Riparte il progetto Tradizione – il Teatro di domani, giunto alla IV edizione e dedicato quest’anno alSecolo d’Oro Spagnolo, in collaborazione con il Festival Internacional del Clasico di Almagro e il sostegno dell’Accion Cultural Espanola. I docenti saranno: Ignacio Garcia, Alvaro Tato e Eva Boucherite (16-17 luglio).

 

Non mancheranno cinema e videoproiezioni nel IX Municipio, dove dall’1 al 12 luglio apre Lunga Vita Cinema, arena con la direzione artistica di Francesco Montanari eAlessandro Bardani, mentre dal 17 al 20 luglio si terranno le proiezioni dell’Arena Cervantes, realizzata in collaborazione con l’Instituto Cervantes Roma.

 

Mediapartner dell’iniziativa è Roma Tre Radio, che dal 13 al 22 luglio trasmetterà in diretta dal Mercato di Testaccio (dove nella notte del 13 luglio si terrà un evento dedicato al festival).

Sono previste inoltre, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, visite guidate gratuite al sito archeologico del Mitreo di Santa Prisca (Aventino).

LVF2019 CAMPAGNA

BetweenWorlds: parte la 33° edizione di Romaeuropa Festival

press RomaEuropaFest

Si svolge dal 19 Settembre al 25 Novembre la trentatreesima edizione del Romaeuropa Festival. La nuova edizione si apre all’insegna dell’incontro tra due continenti con la prima italiana di Kirina, lo spettacolo firmato dal coreografo burkinabé Serge-Aimé Coulibaly, la cantate maliana, icona della musica mondiale, Rokia Traoré e lo studioso e scrittore Felwine Sarr al Teatro Argentina, e sempre all’Argentina si continua con #minaret fino al 30 settembre.

«Tutto si muove, cambia e si sposta attorno a noi – racconta Omar Rajeh – e possiamo sentire il tumulto creato dai conflitti non solo umani e sociali, ma anche religiosi e politici. Siamo testimoni di un malato plauso dell’estremismo, oscurantismo e fanatismo.

Il coreografo e danzatore libanese Omar Rajeh, fondatore della compagnia Maqamat Dance (Beirut, 2002) con #minaret dà vita a un atto di resistenza contro la demolizione di una delle città più antiche del mondo attraverso una coreografia per droni, danzatori e musicisti  Un incontro tra coreografia, arti visive e musica eseguita dal vivo e ispirata all’eredità sonora di Aleppo. Un’unione in grado di trasportarci nel cuore della città e di farci riflettere sul nostro ruolo e sulla nostra posizione rispetto a questo terribile atto di distruzione [nella foto].

 27 i luoghi del festival che ospiteranno 68 progetti per 168 repliche oltre a mostre, installazioni, convegni e percorsi di formazione; circa 55.000 posti di spettacolo in vendita, 38 prime nazionali e 29 programmi internazionali, 10 coproduzioni, per un’edizione che supera i confini europei aprendosi sempre più al mondo intero e ai nuovi sguardi capaci di raccontarlo e interpretarlo.

Più di 60 le compagnie, di cui 40 per la prima volta al Festival, provenienti da 24 nazionalità differenti, oltre ai vari ensemble, per un totale di 311 artisti coinvolti con i loro suoni, con le loro visioni di mondi utopici e immaginari o con le loro storie reali che fanno i conti con le grandi trasformazioni e con le grandi contraddizioni della contemporaneità.

Il festival prosegue articolato nei tre percorsi STORIEVISIONI eSUONI e nelle sezioni DIGITALIVE a cura di Federica PattiANNI LUCE a cura di Maura TeofiliDANCING DAYS a cura di Francesca ManicaREf KIDS a cura di Stefania Lo Giudice e nelle attività di incontri e workshop di COMMUNITY a cura di Lara MastrantonioMassimo Pasquini e Matteo Antonaci.

Il 25 e 26 settembre il Teatro Argentina ospita il secondo capitolo di OCD Love. Chi ha visto il primo ricorderà quel sensuale amalgama di musica e danza creato da Sharon Eyal, coreografa associata alla Batsheva Dance Company. Con lei, riuniti sotto il nome L-E-V (cuore, in ebraico), Gai Behar animatore della vita notturna di Tel Aviv e il musicista, padre dei techno rave israeliani, Ori Lichtik. Uno spettacolo bellissimo, emozionante, che tocca le corde più profonde e i sentimenti più nascosti.  
Oggi la compagnia torna in scena con Love Chapter II, nuovo exploit sul tema dell’amore articolato come danza potente ed espressiva, capace contemporaneamente di trasmettere un’energia dirompente e di fondere con eleganza musica elettronica, rigore coreografico e venature glamour. Una pièce sul rapporto amoroso che, tra dolcezza e violenza, pulsa come un cuore avvolto di tenebra e frammentato in pezzi d’amore ma ancora in grado di mostrare, durante l’esplosione, tutta la sua luminosità.

Arrivano al Festival con le loro storie dal mondo il libanese Omar Rajeh con la sua compagnia Maqamat, la cinese Wen Hui, lo svizzero Milo Rau, le argentine Lola Arias e Cecilia Bengolea, quest’ultima in coppia con il francese François ChaignaudLa Mama di New York con la compagnia Motus. Al loro fianco altri grandi nomi della creazione internazionale come Peter BrookHofesh ShechterIvo Van HoveMario MartoneMimmo Cuticchio con Virgilio SieniDaria Deflorian e Antonio Tagliarini,Tim Etchells con Ant Hampton (per una collaborazione con Short Theatre) e i coup de coer più recenti del festival come gli israeliani Sharon EyalGaiBehar e la loro L-E-V.

Particolarmente ricco è il cast internazionale degli artisti ospitati all’Auditorium Parco della Musica in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma: la musicista maliana Oumou Sangaré, il duo catalano Agrupación Señor Serrano, la francese di origini vietnamite Caroline Guiela Nguyen, i francesi Tsirihaka Harrivel & Vimala Pons, il direttore tedesco Peter Rundel che dirigerà The Yellow Sharkdi Frank Zappa, i musicisti statunitensi Fay Victor e Marc Ribot con Daniele Del Monaco, Cristina Zavalloni che interpreterà le composizioni originali didieci diversi autori, Office for a Human Theater con Filippo Andreatta, Luigi de Angelis dii Fanny & Alexander con Marco Cavalcoli e, per il Gran Finale che chiuderà il festival, l’artista visivo e compositore giapponese RyojiIkedaFranco D’Andrea Octet, la star del Benin Angélique Kidjo e l’artista britannico Matthew Herbert in una serata che occuperà tutte le sale dell’Auditorium.

Sempre al Parco della Musica, in coproduzione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, si svolgerà la prima esecuzione italiana del concerto di John Adams.

Protagonisti al fianco degli interpreti internazionali gli ensemble e le orchestre: Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia,Ensemble Giorgio Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scalai Solisti dell’Ensemble InterContemporain, il Parco della Musica Contemporanea Ensemble,Solisten ensemble Kaleidoskop,Eklekto Ensemble.

Lo splendido salone di Pietro da Cortona di Palazzo Barberini sarà aperto per la performance della compagnia italiana Anagoor che (oltre al suo ultimo spettacolo) presenterà una performance musicale nata in collaborazione con l’Accademia D’Arcadia e in corealizzazione con Barberini Corsini Gallerie Nazionali. 
Negli spazi storici della capitale, anche la compositrice Lucia Ronchetti, per una collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, in scena nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano.
Il Palazzo Falconieri dell’Accademia d’Ungheria in Roma ospiterà il compositore Dániel Dobri, l’Istituto Svizzero sarà cornice dell’installazione in realtà virtuale di Gilles Jobin, mentre all’Accademia di Francia – Villa Medici si svolgerà la performance del’iraniano Ali Moini.
Spazio alla multimedialità nella Sala Santa Rita con le installazioni site-specific di NONE Collective e Robert Henke, e alla musica contemporanea al MAXXI con il progetto MaxxiMusic che vedrà protagonisti Tempo Reale, Fabrizio Ottaviucci ed Edison Studio.

Per Digitalive, illustrano le possibilità creative delle tecnologie Marco Donnarumma e Margherita PevereQuiet EnsembleKamiliaKardfuse*oltre a dj e compositori emergenti come Caterina BarbieriAndrea Familari con Demetrio CastellucciPolisonum e altri artisti, mentre la collaborazione con Spring Attitude sarà l’occasione per esplorare le nuove tendenze musicali nella serata Digital Attitude.

Sempre il Mattatoio si fa spazio dedicato ai bambini e alle famiglie con la programmazione di REf Kids, vero e proprio festival nel festival con la sua intensa programmazione di spettacoli (tra gli artisti presenti: Clédat & Petit pierreOndadurto TeatroTeatro delle BricioleUnterwasserJacques TellitocciOorkaanTheâtre des Tarabates, Letizia Renzini), momenti ludici (come quelli creati dalle istallazioni o dalle performance di Guixot De 8Officine K e Dynamis) e numerosi talk e laboratori nati grazie alla collaborazione di RAI Porte AperteRai Radio KidsFamiglia punto zero e Doppio Ristretto, la libreria itinerante Ottimomassimo, la realtà dedicata alle mamme Pachamamma e S.C.O.S.S

Trailer del festival: https://www.youtube.com/watch?v=syDEg9jU7TM

Programma del fetival: 

https://romaeuropa.net/festival-2018/

Il Cyrano de Bergerac di Massimo Popolizio

CyranoROMA- Filosofo, naturalista, maestro d’armi e rime, musicista, viaggiatore ascensionista, amante anche: senza conquista. Stiamo parlando di Cyrano de Bergerac il noto eroe letterario creato dalla penna del francese Edmond Rostand e  in scena al Teatro Argentina di Roma fino all’8 novembre. A vestirne i panni è un brillante Massimo Popolizio, affiancato da Luca Bastianello e Viola Pornaro, e  diretto da Daniele Abbado.

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