Continua il suggestivo viaggio “sottaterra” dello Sponz Fest, l’evento organizzato dall’associazione Sponziamoci che vanta la direzione artistica di Vinicio Capossela, arrivato ormai alla sua settima edizione: una grande festa popolare in Alta Irpinia che coinvolge tanti paesi della zona quali Calitri, Cairano, Lacedonia, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia, Villamaina e non solo. La suggestione inizia già nel viaggio verso quei luoghi tra terre vaste e incontaminate, villaggi in collina che sembrano presepi, campi colorati con tutte le sfumature di verde e giallo. Tanti luoghi per disperdersi ma anche per ritrovarsi in un senso di unione con gli altri e con la terra. Posti tanto cari al cantante che vede le sue origini proprio in quelle terre, oggi quasi del tutto abbandonate, che vivono le conseguenze di un’emigrazione di massa di una civiltà antica.
Più che festival, come ha tenuto a precisare lo stesso Capossela, è un “FEST” , un’occasione di vivere un’esperienza in comunità, di confronto, di incontro, di penetrare un paesaggio e sospendere il tempo in “un rito di dissipazione e rigenerazione”; è un’occasione per perdere l’individualità e fondersi in un senso di unione. Riprendendo le parole dello stesso direttore artistico, lo Sponz è un’occasione per “Ri-generarsi”, per “s’ recrià”, come dicono al paese, e cioè di divertirsi e stare bene, non solo per scopi ludici , ma per Ri-crearsi una seconda volta, per ri- nascere dall’interno.
Il termine Sponz infatti viene da Sponzare, una parola che deriva da spugna e che letteralmente significa “ imbeversi, inzupparsi , infradiciarsi ”. Questo termine viene usato per parlare del baccalà che viene venduto rigido e salato e che per essere reso commestibile deve essere messo in ammollo, deve appunto “sponzare” almeno per tre giorni , cambiando spesso l’acqua. L’idea è proprio quella : lasciarsi in ammollo per alcuni giorni a “sponzarsi” di musica, di racconti, di cibo e di sorrisi, donandosi l’occasione di riflettere sul senso della comunità e sul modo di relazionarsi socialmente ed economicamente della società moderna.
Gradini, grotte, scale, piani sottani e soprani, sono i luoghi di questo paese che si compone come un presepe di luci, ombre, presenze celate, essenze e assenze. Musica, concerti, escursioni, laboratori, giochi antichi, mostre, installazioni, momenti d’incontro e di studio che invadono e contaminano tutta la città di Calitri, luogo suggestivo e ricco di magia. Un evento che esalta la tradizione anche con la musica come pretesto per elogiare la terra sotto i nostri piedi e che non vuole andare incontro alla “festivalizzazione” e quindi al concentramento e alla restrizione delle aree coinvolte, ma che si propone di includere e restituire a quei luoghi vitalità e identità che si sono perse con lo il loro spopolamento.
Ogni edizione ha avuto un tema portante dal rito dello sposalizio alla distruzione del trasporto locale, dalla rivoluzione al tema del salvataggio dalla mansuetudine. Nel 2019 con il titolo “Sottaterra” la settima edizione propone temi antropologici quali la peste e il pianto rituale che hanno a che fare col ciclo della morte e della vita.
“Se la peste è la malattia morale del mondo di oggi, la mancanza di empatia, la distruzione del tessuto sociale in nome dell’individualismo sfrenato, il bullismo mediatico, il vero che si mescola con il falso, la cura si trova “Sottaterra”, luogo della fertilità, della memoria collettiva, delle radici, premessa indispensabile per una rigenerazione sociale. Il pianto rituale è invece l’opposto della lamentela fine a sé stessa, quella che cerca, passivamente, l’autoassoluzione e la consolazione spiccia ma che non si traduce in rivendicazione dei diritti e della giustizia. Il pianto rituale è azione, rappresentazione, trasfigurazione: il mondo come lo vorremmo al posto di quello che è.” Così viene presentata questa settima edizione del Fest che si è articolato, anche geograficamente, su tre traiettorie : Sponz Fest, il festival tutto, diffuso nel centro di Calitri e degli altri paesi coinvolti; Sponz Pest, le tre grandi serate musicali al Vallone Cupo di Calitri dal 22 al 24 agosto;
Trenodìa, il progetto di arte pubblica di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, ideato e curato da Mariangela e Vinicio Capossela e coprodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e Sponzfest Sottoterra 2019, che ha coinvolto pubblico e artisti durante tutta la settimana.
Il direttore artistico parla della pestilenza in corso come di una “volgarizzazione delle coscienze” , di una “pestilenza etica” che si diffonde in maniera capillare proprio grazie a questa fase di grande rivoluzione comunicativa che stiamo vivendo, dovuta al “prolungamento tecnologico” a cui ormai siamo abituati, tra computer e smartphone che diventano ottimi “veicoli di trasmissione di pestilenza”.
Molti i grandi nomi ospiti dell’evento come Almamegretta, Ars Nova Napoli, Enzo Avitabile & Bottari, Mario Brunello, Chef Rubio, Elio Germano, Mimmo Lucano, Flaco Maldonado, Neri Marcorè, Morgan, Michela Murgia, Daniele Sepe & Bassa Banda e tanti altri che hanno accompagnato gli “sponzati” in punti dislocati del paese con musica, orazioni, esibizioni per tutta la durata dell’evento: un coinvolgimento a 360 gradi.
Venerdì 23 agosto le poche gocce d’acqua non hanno intimidito nessuno ed il concerto si è svolto con successo: sono stati protagonisti Morgan, Young Signorino, Almamegretta, The Andrè, Enzo Savastano, Livio Cori . Un concertato di “voci comprensive e autotune” , in cui artisti con genere e background differenti tra loro si sono alternati sul palco accompagnati dalla simpatia del più grande emulatore e modificatore di voci umane, Neri Marcorè. Al fine del concerto Vallone Cupo è stato poi invaso dal “Mucchio selvaggio in movimento”, un gruppo di musicisti a piede libero che ha travolto il Fest con esibizioni anche estemporanee.
Sensibilità particolare è stata mostrata anche verso i temi della sostenibilità e dell’innovazione: nota positiva è che lo Sponz Fest 2019 è stato plastic free in tutto, anche per pagare sono stati utilizzati gli “sponzini” di terracotta, una moneta di terra che omaggia anche la secolare tradizione ceramica del paese ospitante. Sono stati installati distributori di acqua pubblica refrigerata nei punti di maggiore affluenza , perché l’acqua è un bene prezioso ed è di tutti; cibo e bevande serviti al Mercatone del Vallone Cupo in stoviglie fatte al 100% di materiale biodegradabile. Anche il cibo ha avuto la sua importanza come espressione culturale e simbolica del territorio che quest’anno si è tradotta in una cucina ottenuta da prodotti intra-terrestri serviti in Vallone Cupo. Sostenibilità ed innovazione che ritroviamo anche nello sviluppo di SponzApp, l’applicazione ufficiale per essere aggiornati in tempo reale sul programma, sui fuori-programma, e su tutte le iniziative legate allo Sponz Fest con funzioni molto utili anche per creare comunità tra gli utenti, come la bacheca per foto, video e messaggeria istantanea.
Oltre il Pest c’è stato il Fest che si è svolto tra i vicoli dell’antico centro storico di Calitri e degli altri paesi coinvolti con attività festive e salvifiche: laboratori, orazioni, performance teatrali con la partecipazione di grandi personalità quali Elio Germano e Mimmo Lucano. Musica che viaggia per tutto il paese grazie al cosiddetto “MUCCHIO SELVAGGIO” , una manciata di musicisti a piede libero, tra cui i Mariachi Tres Rosas e la Banda della posta.
Infine, Trenodìa, un progetto molto coinvolgente di arte pubblica partecipata e itinerante: “un corteo come forma d’arte che intende trasformare la lamentela in pianto rituale, il piagnisteo in altisonante lamentazione collettiva. Un corteo di centinaia di prefiche senza limitazioni di genere, che ha dato vita ad una lamentazione funebre”. La performance si è svolta interamente all’aperto: per strade, vicoli, piazze e sentieri di tre regioni (Campania – Basilicata – Calabria). Il tutto si è concluso con il grande concerto di Vinicio Capossela del 24 agosto dal titolo “Sottaterra. Concerto per uomini e pesti” , e ha ospitato sul palco alcuni dei protagonisti del suo ultimo album “Ballata per uomini e bestie” e diversi compagni di viaggio di una vita in musica.
Nonostante le diverse vicissitudini da affrontare per la buona riuscita dell’evento, tra i taglia e cuci dei fondi da parte della regione, le condizioni meteorologiche incerte, il dissenso espresso da qualche fazione politica, le critiche di una parte della comunità locale all’organizzazione, non possiamo non ammettere che lo Sponz Fest è stato fin dalla sua prima edizione un’esperienza
unica in Irpinia che ha saputo esaltare territori dimenticati, attivando il turismo da tutta Italia e dal mondo e rivitalizzando l’economia locale anche oltre la durata di 7 giorni del Fest. Un progetto ben curato nell’organizzazione e con un’identità chiara e colma di messaggi profondi sulla vita, non assimilabile a nessun altro evento: ricco, carico di suggestioni e riflessioni, coinvolgente per il palato, per l’udito, per la vista, per l’olfatto, per la mente, per l’anima e per il cuore.
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