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Autore: Redazione

Teatro Argot Studio, la decima stagione per gli argonauti Panici e Frangipane con Marchioni, Germano e Arvigo

MArtePress

Nascosto in un condominio di via Natale del Grande a Trastevere, da 35 anni il Teatro Argot Studio indaga le profondità della scena teatrale contemporanea. Negli ultimi 10 a tenere il timone sono stati il figlio d’arte Tiziano Panici (nato e cresciuto sotto l’ala del padre Maurizio, fondatore dell’Argot) e Francesco Frangipane. I due direttori artistici hanno tenuto a galla il piccolo teatro nonostante le difficoltà, 50 spettatori alla volta, senza mai arrendersi, e continuano a stupire con una programmazione di grandissima qualità che tiene sempre desta l’attenzione del pubblico e degli operatori.

Per questa decima avventura, decidono di tornare alle origini, intitolando la stagione 2019/2020 “Argon(t)nautiche – Cronache del mondo sommerso”, sottolineando in questo modo il viaggio impervio e senza sosta che contraddistingue l’Argot: un viaggio difficile, a volte disperato, ma che ha come obbiettivo quell’introvabile Vello d’oro capace di guarire ogni tipo di ferita.

La stagione si contraddistingue per la capacità di alternare nomi di spicco e d’esperienza della realtà teatrale romana, come Vinicio Marchioni, Elena Arvigo, Elio Germano, Umberto Marino e Paolo Zuccari, a giovani proposte di sicura prospettiva che trovano nell’Argot un luogo ideale in cui farsi le ossa.

L’inizio di queste Argonautiche alza subito l’asticella: dal 3 al 6 e dal 10 al 13 ottobre prende vita il progetto della Trilogia dell’Essenziale: tre monologhi, indipendenti l’uno dall’altro, di drammaturgia contemporanea, scritti da Valentina Diana e diretti da Vinicio Marchioni, nell’interpretazione di Marco Vergani, con le idee sceniche, i costumi e la direzione artistica di Milena Mancini.

Harrogate min

Dal 30 ottobre al 3 novembre, va in scena Il dolore: diari della guerra, di e con Elena Arvigo, spettacolo tratto da Il DoloreQuaderni della guerra e altri testi di Marguerite Duras e da L’istruttoria di Peter Weiss. Si prosegue dal 5 al 17 novembre, con Harrogate di Al Smith, interpretato da Marco Quaglia e Alice Spisa, con la regia di Stefano Patti. Dal 19 novembre all’1 dicembre, si rinnova la storica collaborazione con il drammaturgo e regista Umberto Marino, autore di Molto prima di domani.

Continua nel migliore dei modi la programmazione con Settanta volte sette, spettacolo vincitore Teatri del Sacro 2019, di Controcanto Collettivo, in scena dal 5 al 8 dicembre, che affronta il tema del perdono e della sua possibilità nelle relazioni umane. Un appuntamento imperdibile per approfondire i percorsi della nuova drammaturgia under 35, che precede un altro lavoro di pari valore e dello stesso filone di ricerca: Sciaboletta, la piccola storia di un piccolo Re, monologo scritto diretto e interpretato da Alessandro Blasioli, a partire dalle grottesche vicende di Vittorio Emanuele III all’indomani dell’armistizio della Seconda Guerra Mondiale. Ad Argot dal 13 al 15 dicembre. Chiude il dicembre teatrale, L’indifferenza, di Pablo Solari con Luca Mammoli, Woody Neri e Valeria Perdonò in scena dal 19 al 21 dicembre.

Si riprende la programmazione nel 2020 con un progetto speciale: dal 4 al 16 febbraio Elio Germano e Omar Rashid presentano Segnale d’allarme | La mia battaglia In VR, trasposizione in realtà virtuale de La mia Battaglia, opera diretta e interpretata da Elio Germano e scritta con Chiara Lagani, regista e drammaturga della compagnia Fanny & Alexander. Immerso in una dimensione altra senza attori né scenografia, lo spettatore, attraverso e grazie le potenzialità del VR, sarà portato a piccoli passi a confondere immaginario e reale, in un racconto appassionato e appassionante dell’epoca storica in cui viviamo.

ELIO GERMANO

Dal 20 al 23 febbraio, Piccola Patria prosegue il sodalizio artistico di Lucia Franchi e Luca Ricci (compagnia CapoTrave) con Simone Faloppa, Gabriele Paolocà e Gioia Salvatori, interpreti di una pièce che riflette su uno dei fenomeni del nostro tempo: la frammentazione in piccole patrie e l’incapacità della politica di comprendere le reali necessità dei cittadini.

Dal 25 febbraio all’1 marzo si continua con un progetto di Teatrodilina, scritto e diretto da Francesco Lagi, Il bambino dalle orecchie grandi, con Leonardo Maddalena e Anna Bellato. Paolo Zuccari scrive, dirige e interpreta Toni, spettacolo in scena dal 3 all’8 marzo. Dal testo teatrale di Yasmine Reza, nasce Art di Riccardo Festa, dal 17 al 22 marzo. Michele Cesari, Marco Palange e lo stesso Riccardo Festa sono gli attori di una messinscena che ruota attorno ad un quadro – un’opera di arte contemporanea, concettuale. Si prosegue, dal 27 al 29 marzo, con My Place, un progetto di Qui e Ora Residenza Teatrale, con la regia di Silvia Gribaudi, in scena Francesca Albanese, Silvia Baldini, Silvia Gribaudi e Laura Valli.

La stagione chiude la sua programmazione, dal 7 al 10 e dal 14 al 17 maggio, con OVER – rassegna di teatro emergente, targata Argot Produzioni e Dominio Pubblico. Dopo il successo della scorsa edizione, la rassegna è animata da giovani talenti della scena ancora inesplorati, nuove intelligenze su cui scommettere per dare rinnovata vitalità al sistema del teatro italiano.

E poi ancora laboratori, festival e premi, per una stagione ricca di stimoli, in cui offrire agli artisti un luogo sicuro e familiare in cui crescere e sperimentare. Ancora una volta, dunque, il Teatro Argot Studio vuole essere protagonista, offrendo, nel suo piccolo, un punto di vista sempre fresco e interessante. Il viaggio nel mondo sommerso del teatro contemporaneo sta per cominciare.

LEONARD COHEN – IL 22 NOVEMBRE ESCE L’ALBUM POSTUMO DI INEDITI “THANKS FOR THE DANCE”

Leonard Cohen

l 22 novembre esce “Thanks for the Dance, album postumo di inediti di LEONARD COHEN, realizzato grazie all’impegno e alla passione del figlio Adam, con la collaborazione di illustri amici e colleghi che hanno lavorato con Leonard negli anni.

Thanks for the Dance non è una raccolta commemorativa di B sides e di tracce scartate, ma un vero e proprio disco che esce a sorpresa, composto da nuove canzoni, eccitanti e vitali, la reale continuazione del lavoro del Maestro.

L’album è disponibile in pre order da oggi, venerdì 20 settembre: https://SMI.lnk.to/thanksforthedance

Sempre da oggi, è disponibile in streaming e in digital download il nuovo brano “The Goal”. Il videoclip del brano è online qui https://youtu.be/mszJwXsZwKMil primo di una serie di video che accompagneranno l’uscita dell’album.

Sette mesi dopo la morte di suo padre, Adam Cohen si era ritirato nel garage in cortile, vicino alla casa di Leonard, per lavorare di nuovo con il padre e per stare in compagnia della sua voce.

Della loro precedente collaborazione in “You Want It Darker” erano rimasti dei bozzetti musicali, a volte poco più delle semplici tracce vocali. Leonard al tempo aveva chiesto a suo figlio di portare a termine questo lavoro e così è stato.

Questo straordinario nuovo album Thanks for the Dance è stato realizzato in vari luoghi.

Il grande musicista spagnolo Javier Mas, che ha accompagnato Leonard sul palco negli ultimi otto anni di tour, è volato da Barcellona a Los Angeles per catturare lo spirito di Leonard e imprimerlo di nuovo nella sua storica chitarra.

A Berlino, durante un evento musicale chiamato People Festival, Adam ha invitato amici e colleghi a prestare il loro talento: Damien Rice e Leslie Feist hanno cantato, Richard Reed Parry degli Arcade Fire ha suonato il basso, Bryce Dessner dei The National ha suonato la chitarra, il compositore Dustin O’Halloran ha suonato il piano. Hanno partecipato anche il coro berlinese Cantus Domus e l’orchestra s t a r g a z e.

A Montreal è intervenuto il celebre produttore Daniel Lanois, che ha arricchito gli arrangiamenti.

Il coro Shaar Hashomayim, che ha avuto un ruolo importante nel caratterizzare il sound dell’ultimo album di Leonard Cohen, ha contribuito a una canzone, e Patrick Watson, con il suo inimitabile talento, ha co-prodotto un brano.

A Los Angeles, Jennifer Warnes, amica e collaboratrice di vecchia data di Leonard, ha registrato le secondi voci, mentre Beck ha contribuito alla chitarra e all’arpa ebraica.

Michael Chaves, che aveva elegantemente registrato e mixato “You Want It Darker“, ha curato la registrazione e il missaggio.

Grazie a tutto questo, è nato “Thanks For The Dance”, il nuovo album di Leonard Cohen che riesce misteriosamente a ricreare davvero l’essenza del suono dell’artista.

«Nel comporre e arrangiare la musica affinché si adattasse alle sue parole, abbiamo seguito la sua impronta musicale, tenendolo così con noi» racconta Adam Cohen «Ciò che mi ha davvero commosso è stata la sorpresa di coloro che hanno ascoltato questo album, “Leonard è vivo!” hanno esclamato uno dopo l’altro»

“Thanks for the Dance” è un’inaspettata benedizione, un dono che rappresenta sia la bellezza che la forza. La voce di Leonard Cohen non è stata zittita. E la danza continua.

 

 

Thanks For The Dance

  1. Happens to the Heart
  2. Moving On
  3. The Night of Santiago
  4. Thanks for the Dance
  5. It’s Torn
  6. The Goal
  7. Puppets
  8. The Hills
  9. Listen to the Hummingbird

Lorenzo Kruger a Orizzonti sfida la pioggia con un megafono e un pianoforte

Il cantautore Lorenzo Kruger, durante il concerto a Piazza Bologna per Orizzonti il 18 settembre impossibilitato a utilizzare la strumentazione a causa della pioggia improvvisa un concerto acustico.

Lorenzo Kruger, che avrebbe dovuto riproporre il repertorio dei Nobraino in chiave inedita, insieme ai nuovi brani, ha sfidato la pioggia: con l’aiuto di un pianoforte non amplificato e del suo immancabile megafono ha comunque incantato il pubblico che non si è lasciato scoraggiare dal maltempo.

Con i Nobraino, di cui era cantante e autore, ha all’attivo più di mille concerti, sei dischi e presenza su tutti palchi più importanti della scena italiana: famoso per le sue performance fuori dagli schemi, provocatorie e divertenti, anche questa volta non si smentisce.
Al megafono canta Tu Vuò Fa’ L’Americano in sella a un pupazzo dalle fattezze di Donald Trump, tra il pubblico intona – o meglio scandisce – I Signori della Corte, al pianoforte emoziona il pubblico con le canzoni più lente.

Orizzonti è una rassegna organizzata dai Giovani Democratici di Roma dal 13 al 22 settembre a piazza Bologna. Prevede principalmente dibattiti con esponenti del mondo della politica e giornalisti e la sera nell’ambito di “orizzonti musicali” si esibiscono artisti, soprattutto emergenti. Il fine della manifestazione é di portare la politica nei luoghi frequentati dai giovani e avvicinarli al dibattito. Sotto il programma completo della rassegna:

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Encyclopédie de la parole porta a Roma il suo Jukebox, ma i brani che “suonano” siamo noi

Un progetto che parte da lontano e che attraversa l’Italia alla ricerca di una specificità fono-linguistica, un processo che mette in gioco creatività di diversi paesi e giunge nella Capitale con la voglia di stupire. Jukebox_Roma nasce in Francia all’interno dell’Encyclopédie de la parole con la regia dell’autore e performer Joris Lacoste e la direzione artistica della drammaturga Elise Simonet. Il progetto viaggia di città in città e si plasma cercando di cogliere i discorsi, le voci e i suoni che le animano. Lo fa affidandosi a performer e drammaturghi locali (per l’Italia sono stati scelti Monica Demuru e Francesco Alberici) con l’aiuto di un gruppo di “raccoglitori di discorsi”, incaricati di scovare un archivio sonoro che rappresenti la città. Vale praticamente ogni cosa: chiacchiere rubate per strada, sul tram o al mercato, messaggi vocali su whatsapp, video virali sul web, trasmissioni tv e radiofoniche.

A ognuno di questi riferimenti sonori viene dato un titolo e creata una messa in scena con particolare attenzione per l’aspetto formale dell’estratto, più che quello contenutistico. Che sia il discordo d’addio di Totti al calcio, un comizio del Family Day, le urla di una venditrice di patate, la lallazione di un bambino, un video ASMR, l’introduzione del telegiornale o un brano di Radio Maria, ci si concentra sul come “suonano” questi discorsi, piuttosto che su quello che dicono, e in ciò la fenomenale capacità vocale della Demuru, unita alla sua mimetica espressività attoriale, è senz’altro la scelta più giusta.

jukebox

Compiuto questo travagliato processo di preparazione, ricerca, scrittura e messa in scena, ci spostiamo al festival Short Theatre, appena conclusosi, dove questi piccoli monologhi sono stati performati dalla Demuru con l’originale meccanismo del Jukebox, in cui il pubblico sceglie, come da un menu alla carta, i brani che l’attrice dovrà riprodurre. Una trovata che crea una drammaturgia variabile, che offre all’intera performance la possibilità di essere sempre diversa da se stessa, in quanto è il pubblico stesso a selezionare non solo l’ordine delle tracce ma anche quelle che allo scadere dei 45 minuti non verranno scelte, rimanendo fuori dallo spettacolo. Ogni performance è unica, ciò che resta sempre fisso è la qualità della scrittura e il talento a tutto tondo della performer, che canta, interpreta, imita e sfrutta tutto lo spazio a sua disposizione con movimenti esasperati e grotteschi. E fa ciò seguendo la regola aurea della varietà sonora: incredibile il modo in cui questi oltre trenta personaggi abbiano tutti non solo un proprio modo di parlare (un accento, una cadenza, un difetto di pronuncia), ma compongano con le loro parole (o con dei semplici versi in certi casi) una partitura sonora specifica che la Demuru interpreta seguendo più la sua formazione canora che quella attoriale.

Jukebox_Roma è una delle proposte migliori del festival diretto da Fabrizio Arcuri e Francesca Corona. Uno spettacolo/performance che sorprende in continuazione lo spettatore, lo incuriosisce, lo rende partecipe senza mai esagerare, lo fa divertire nella continua ricerca del riferimento all’attualità (Totti, Cucchi, Marcello Fonte e tanti altri ancora), lo stuzzica con una visione della contemporaneità lucida che scandaglia situazioni piccole e marginali, così come rilevanti e popolari. Insomma, è uno spettacolo vivo, che parte da un’idea semplice, una ricerca formale potenzialmente fine a se stessa, ma giunge molto oltre. Una performance che ha le semplice pretesa di farci sapere come parliamo, o meglio come “suoniamo”, ma, in verità, ci racconta come siamo.

Alessandro Sciarroni e il suo Augusto, il clown triste nascosto dentro di noi

MArtePress

Quante volte ci siamo sentiti costretti a rispondere “bene” alla tanto automatica quanto vuota domanda “come stai”? Perché su Instagram postiamo solo selfie di noi sorridenti a una festa o in vacanza o tra gli amici? Dove nascondiamo l’ansia delle nostre incertezze, i fantasmi del passato, i timori del futuro, il dolore del presente? Una risposta la dà, senza pronunciare una parola, il Leone d’Oro alla Biennale Danza 2019 Alessandro Sciarroni con il suo Augusto, lo spettacolo andato in scena l’8 e il 9 settembre al Teatro Argentina di Roma nell’ambito della XIV edizione di Short Theatre. Tra tutte le possibili interpretazioni di questo complesso spettacolo, infatti, la più calzante probabilmente è quella che indaga sui più reconditi meccanismi sociali che ci riguardano tutti.

Un palcoscenico bianco e vuoto. Nove performer che uno dopo l’altro entrano in un cerchio, camminando senza sosta, senza meta, senza senso, in un loop infinito. Camminano e si guardano sempre alla stessa distanza restituendo allo spettatore la fortissima sensazione che quella possa essere una ricostruzione credibile della nostra società: in cui ci si scruta un po’ di soppiatto, né troppo lontani né troppo vicini, in cui si agisce per imitazione, omologazione o moda, in cui si gira a vuoto inseguendosi a vicenda, al posto di andare avanti spalla contro spalla verso una direzione e verso una crescita.

E poi arriva, prendendoci di soppiatto. Ribolle, stancamente per minuti interi, e infine esplode cristallina. La risata. E non smetterà più. Questo è il momento in cui Sciarroni instaura il rapporto con il pubblico e, come sempre nei suoi spettacoli, gli chiede di partecipare. Perché nel silenzio del teatro, le risate dei performer, sempre più forti, buffe e grottesche, richiamano inevitabilmente quelle degli spettatori, in un continuo gioco di rimandi tra palco e platea. Fino a quando non è chiaro a tutti, che quella forzata goliardia (enfatizzata dalla corsa degli attori, che senza smettere la loro perenne rotazione, si inseguono come bambini al parco) nasconda qualcosa di molto diverso.

1. augusto alessandro sciarroni

Mentre in questi giorni Joker, Leone d’Oro a Venezia, e IT, campione d’incassi in tutto il mondo, ci dimostrano che la risata del clown può essere qualcosa d’inquietante e doloroso, Sciarroni cita fin dal titolo l’Augusto, il clown che nella tradizione si oppone al duro e severo “bianco” rivelandosi come una figura fallimentare e tragica. La sofferenza dunque, quella che fa parte di noi, che non possiamo rifuggire e che, però, non vogliamo mostrare a chi ci circonda. In quella risata perenne c’è la nostra vita di tutti i giorni, la cordialità, le ipocrisie, le maschere sociali, e al tempo stesso c’è un impulso primordiale di sradicamento.

Questa inquietudine soggiacente risulta palese quando, proprio a metà spettacolo, si sentono le prime note di una melodia tutt’altro che lieta. Lo spettacolo diventa più compatto, introduce la musica e anche una coreografia, ripetuta anch’essa senza sosta. Ma è una danza che sa di macabro, che trasforma i corpi in burattini sofferenti, costretti a seguire un ritmo che non gli appartiene, crollando e rialzandosi faticosamente, senza mai togliere dal volto quel sorriso, senza smettere di riempire l’aria, ormai satura, di risate vuote.

E allora capita che quella risata diventi un urlo di rabbia o un pianto disperato, ma solo per pochi secondi. Alla fine, questi brevi momenti di ribellione vengono sempre ricondotti allo stesso risultato, a quella risposta unica e ineluttabile. Sotto gli scroscianti applausi della platea al termine dello spettacolo, ci rendiamo tutti conto che siamo anche noi incastrati in quelle regole, in quella finzione che è la società che ci siamo costruiti attorno. Insomma, che siamo tutti clown nello spettacolo crudele della vita.

KEEPON LIVE FEST 2019 – X edizione, 12-13 SETTEMBRE

È all’eco-sostenibilità ambientale che per il suo decennale si vota il KeepOn LIVE FEST, il meeting italiano dei Live Club, Festival e della musica dal vivo, che si terrà a Roma il 12 e il 13 settembre presso ‘Na Cosetta estiva / SNODO (via del Mandrione, 63). 

La due giorni sarà dedicata allo stato di salute della musica dal vivo italiana, per la quale – secondo i dati divulgati recentemente da SIAE – il 2018 ha segnato un vero boom: +5,6 % il prezzo medio unitario dei biglietti, +12% di ingressi, + 18,26% la spesa al botteghino e +17,28% la spesa del pubblico. All’interno di un momento fondamentale per il settore, il KeepOn LIVE FEST anche quest’anno ha l’obiettivo di esprimere la voce dei professionisti della musica dal vivo.

Organizzato dall’Associazione di Categoria KeepOn LIVE, in collaborazione con Doc Servizi, ’Na Cosetta estiva, iCompany e shesaid.so, il meeting ospiterà esibizioni musicali, panel e dibattiti su temi caldi del settore: estero, data collecting e open club, legalità, sicurezza, mercato dei live, social media marketing, promozione eventi e festival, sostenibilità, raccolta dati, così come sessismo, omofobia e bullismo in ambito musicale, in collaborazione con shesaid.so e IndiePride. Attesi anche ospiti internazionali, tra cui Audrey Guerre di Live DMA che interverrà sul tema dei bandi europei per sostenere i locali di musica dal vivo (giovedì 12 settembre, ore 17), e Marc Wohlrabe(Clubcommission, Germania) e Juliette Olivares (Live DMA) che, insieme a Silvia Tarassi (Assessorato alla Cultura del Comune di Milano), affronteranno il tema del data collecting, fondamentale per avere voce con le istituzioni europee (giovedì 12 settembre, ore 18).

Tra le novità più rilevanti di questa decima edizione, i panel istituzionali dedicati alla proposta di riconoscimento della categoria inoltrata al Ministero(giovedì 12 settembre, ore 16) e alle differenze/difficoltà territoriali sulla gestione dei live, una vera e propria battaglia portata avanti dall’associazione. Non solo questo, ma anche la presentazione dell’Open Club Day, strumento di riconoscimento e facilitazione sul proprio territorio, e il tavolo sulla mental health: stress cronico, depressione, privazione del sonno cui sono soggetti i lavoratori del circuito live (giovedì 12 settembre, ore 19).

Ma in tutto questo non poteva mancare la musica. In chiusura della prima giornata, dalle 21.30 in poi di giovedì 12 settembre verranno premiati i vincitori della KeepOn LIVE PARADE, la classifica realizzata dai direttori artistici del circuito: La Rappresentante di Lista (BEST LIVE), Auroro Borealo (NEW LIVE) e Walter Celi (BEST PERFORMER). Apriranno la serata l’artista Ginevra, alla quale KeepOn ha conferito un premio speciale all’interno del contest “Musica Da Bere”, e il duo Punto.exe, vincitore del contest “Sicurezza stradale in musica” promosso da Anas.

Venerdì 13 settembre si inizia con la conferenza stampa di Linecheck Music Festival & Meeting (ore 11.30), per proseguire con i confronti tra le agenzie di booking e i direttori artistici per la definizione di un’etica della musica dal vivo (ore 15). Alle 16 poi spazio a SIAE che gestirà un incontro sul POP (Portale Operatori Professionali) e la semplificazione digitale. Dalle 21.30 in poi gran finale con le esibizioni degli artisti selezionati dai locali romani aderenti a KeepOn LIVE: Mannaggialcardinale (Sparwasser), Luca Carocci(‘Na Cosetta) e Marilisa Ungaro (L’Asino che vola).

Il KeepOn LIVE FEST è amico dell’ambiente grazie alla collaborazione con Amico Bicchiere, il bicchiere in polipropilene (PP) personalizzabile, infrangibile, riutilizzabile e riciclabile, e con Ecozona Iberian, il sistema di distribuzione dell’acqua che abolisce le bottiglie in PET. Insieme a Mare Vivo, associazione ambientalista che dal 1985 si batte per la difesa del mare e delle sue risorse, verrà stilato inoltre un vademecum per rendere ecosostenibile qualunque festival, classificandolo attraverso un sistema di stelle marine, similmente a quanto accade nel settore alberghiero (Stars & Rating). Tra i partner “green”, anche Plasticad’A-mare, eco-festival plastic free che si è concluso l’8 settembre al Porto Turistico di Roma. 

L’evento sostiene anche l’azione di shesaid.so, rete globale di donne che lavorano nel settore musicale che mira alla creazione di un ambiente di lavoro collaborativo, creativo e positivo. La rete di shesaid.so conta migliaia di membri in tutto il mondo ed è attenta ad ascoltare le esigenze e difendere i diritti delle professioniste a tutti i livelli e in tutti i campi dell’industria musicale, nell’ottica del raggiungimento di un migliore bilanciamento di genere.

Nel 2018 KeepOn LIVE si è trasformato da circuito in associazione di categoria esclusivamente dedicata alla musica dal vivo. L’associazione, indipendente, apolitica, apartitica e aconfessionale, raggruppa gli operatori, i locali e gli enti che ospitano musica dal vivo. Lo statuto prevede che l’associazione promuova il valore della produzione musicale, prevalentemente autonoma e indipendente, della musica originale italiana dal vivo, per favorire il pluralismo della produzione culturale, e che salvaguardi e sviluppi la diffusione della musica senza esclusione di genere, con particolare attenzione al lavoro degli artisti in Italia e all’estero.

Al KeepOn LIVE FEST parteciperanno tutti gli stakeholder della filiera della musica live.

Il successo del cuCufestival 2019, in oltre 3000 a Roana

Grande riscontro di pubblico nelle frazioni di Roana, in provincia di Vicenza, per la nona edizione del cuCufestival, il Festival Internazionale dell’Arte di Strada. Da giovedì 29 agosto a domenica 1 settembre 2019 giocolieri, burattinai, prestigiatori del fuoco, acrobati, comici hanno animato le strade e le piazze dell’Altopiano dei Sette Comuni. Una vera e propria tradizione locale che ha attirato nelle sei frazioni oltre tremila spettatori in quattro giorni di spettacolo. Un pubblico vario, eterogeneo e di tutte le età: molte le famiglie, ma anche i turisti e gli appassionati di arte e circo contemporaneo.

Il grande successo di questa nona edizione ha portato l’amministrazione locale e l’organizzazione a rinnovare il festival per i prossimi anni. Ci si prepara dunque a un’edizione da record, quella del decennale, in cui l’asticella della qualità sarà portata ancora più in alto. Il pubblico veneto avrà ancora nel cuCufestival il suo Festival Internazionale dell’Arte di Strada e nell’Altopiano dei Sette Comuni il suo inimitabile palcoscenico naturale.

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Un’esperienza “Sottaterra” – Ritorna per la VII edizione la magia e la suggestione dello Sponz Fest

Roberta Vittorio

Continua il suggestivo viaggio “sottaterra” dello Sponz Fest, l’evento organizzato dall’associazione Sponziamoci che vanta la direzione artistica di Vinicio Capossela, arrivato ormai alla sua settima edizione: una grande festa popolare in Alta Irpinia che coinvolge tanti paesi della zona quali Calitri, Cairano, Lacedonia, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia, Villamaina e non solo. La suggestione inizia già nel viaggio verso quei luoghi tra terre vaste e incontaminate, villaggi in collina che sembrano presepi, campi colorati con tutte le sfumature di verde e giallo. Tanti luoghi per disperdersi ma anche per ritrovarsi in un senso di unione con gli altri e con la terra. Posti tanto cari al cantante che vede le sue origini proprio in quelle terre, oggi quasi del tutto abbandonate, che vivono le conseguenze di un’emigrazione di massa di una civiltà antica. 

Più che festival, come ha tenuto a precisare lo stesso Capossela, è un “FEST” , un’occasione di vivere un’esperienza in comunità, di confronto, di incontro, di penetrare un paesaggio e sospendere il tempo in “un rito di dissipazione e rigenerazione”; è un’occasione per perdere l’individualità e fondersi in un senso di unione. Riprendendo le parole dello stesso direttore artistico, lo Sponz è un’occasione per “Ri-generarsi”, per “s’ recrià”, come dicono al paese, e cioè di divertirsi e stare bene, non solo per scopi ludici , ma per Ri-crearsi una seconda volta, per ri- nascere dall’interno. 

Il termine Sponz infatti viene da Sponzare, una parola che deriva da spugna e che letteralmente significa “ imbeversi, inzupparsi , infradiciarsi ”. Questo termine viene usato per parlare del baccalà che viene venduto rigido e salato e che per essere reso commestibile deve essere messo in ammollo, deve appunto “sponzare” almeno per tre giorni , cambiando spesso l’acqua. L’idea è proprio quella : lasciarsi in ammollo per alcuni giorni a “sponzarsi” di musica, di racconti, di cibo e di sorrisi, donandosi l’occasione di riflettere sul senso della comunità e sul modo di relazionarsi socialmente ed economicamente della società moderna. 

Gradini, grotte, scale, piani sottani e soprani, sono i luoghi di questo paese che si compone come un presepe di luci, ombre, presenze celate, essenze e assenze. Musica, concerti, escursioni, laboratori, giochi antichi, mostre, installazioni, momenti d’incontro e di studio che invadono e contaminano tutta la città di Calitri, luogo suggestivo e ricco di magia. Un evento che esalta la tradizione anche con la musica come pretesto per elogiare la terra sotto i nostri piedi e che non vuole andare incontro alla “festivalizzazione” e quindi al concentramento e alla restrizione delle aree coinvolte, ma che si propone di includere e restituire a quei luoghi vitalità e identità che si sono perse con lo il loro spopolamento. 

Ogni edizione ha avuto un tema portante dal rito dello sposalizio alla distruzione del trasporto locale, dalla rivoluzione al tema del salvataggio dalla mansuetudine. Nel 2019 con il titolo “Sottaterra” la settima edizione propone temi antropologici quali la peste e il pianto rituale che hanno a che fare col ciclo della morte e della vita. 

“Se la peste è la malattia morale del mondo di oggi, la mancanza di empatia, la distruzione del tessuto sociale in nome dell’individualismo sfrenato, il bullismo mediatico, il vero che si mescola con il falso, la cura si trova “Sottaterra”, luogo della fertilità, della memoria collettiva, delle radici, premessa indispensabile per una rigenerazione sociale. Il pianto rituale è invece l’opposto della lamentela fine a sé stessa, quella che cerca, passivamente, l’autoassoluzione e la consolazione spiccia ma che non si traduce in rivendicazione dei diritti e della giustizia. Il pianto rituale è azione, rappresentazione, trasfigurazione: il mondo come lo vorremmo al posto di quello che è.” Così viene presentata questa settima edizione del Fest che si è articolato, anche geograficamente, su tre traiettorie : Sponz Fest, il festival tutto, diffuso nel centro di Calitri e degli altri paesi coinvolti; Sponz Pest, le tre grandi serate musicali al Vallone Cupo di Calitri dal 22 al 24 agosto; 

Trenodìa, il progetto di arte pubblica di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, ideato e curato da Mariangela e Vinicio Capossela e coprodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e Sponzfest Sottoterra 2019, che ha coinvolto pubblico e artisti durante tutta la settimana. 

Il direttore artistico parla della pestilenza in corso come di una “volgarizzazione delle coscienze” , di una “pestilenza etica” che si diffonde in maniera capillare proprio grazie a questa fase di grande rivoluzione comunicativa che stiamo vivendo, dovuta al “prolungamento tecnologico” a cui ormai siamo abituati, tra computer e smartphone che diventano ottimi “veicoli di trasmissione di pestilenza”. 

Molti i grandi nomi ospiti dell’evento come Almamegretta, Ars Nova Napoli, Enzo Avitabile & Bottari, Mario Brunello, Chef Rubio, Elio Germano, Mimmo Lucano, Flaco Maldonado, Neri Marcorè, Morgan, Michela Murgia, Daniele Sepe & Bassa Banda e tanti altri che hanno accompagnato gli “sponzati” in punti dislocati del paese con musica, orazioni, esibizioni per tutta la durata dell’evento: un coinvolgimento a 360 gradi. 

Venerdì 23 agosto le poche gocce d’acqua non hanno intimidito nessuno ed il concerto si è svolto con successo: sono stati protagonisti Morgan, Young Signorino, Almamegretta, The Andrè, Enzo Savastano, Livio Cori . Un concertato di “voci comprensive e autotune” , in cui artisti con genere e background differenti tra loro si sono alternati sul palco accompagnati dalla simpatia del più grande emulatore e modificatore di voci umane, Neri Marcorè. Al fine del concerto Vallone Cupo è stato poi invaso dal “Mucchio selvaggio in movimento”, un gruppo di musicisti a piede libero che ha travolto il Fest con esibizioni anche estemporanee. 

Sensibilità particolare è stata mostrata anche verso i temi della sostenibilità e dell’innovazione: nota positiva è che lo Sponz Fest 2019 è stato plastic free in tutto, anche per pagare sono stati utilizzati gli “sponzini” di terracotta, una moneta di terra che omaggia anche la secolare tradizione ceramica del paese ospitante. Sono stati installati distributori di acqua pubblica refrigerata nei punti di maggiore affluenza , perché l’acqua è un bene prezioso ed è di tutti; cibo e bevande serviti al Mercatone del Vallone Cupo in stoviglie fatte al 100% di materiale biodegradabile. Anche il cibo ha avuto la sua importanza come espressione culturale e simbolica del territorio che quest’anno si è tradotta in una cucina ottenuta da prodotti intra-terrestri serviti in Vallone Cupo. Sostenibilità ed innovazione che ritroviamo anche nello sviluppo di SponzApp, l’applicazione ufficiale per essere aggiornati in tempo reale sul programma, sui fuori-programma, e su tutte le iniziative legate allo Sponz Fest con funzioni molto utili anche per creare comunità tra gli utenti, come la bacheca per foto, video e messaggeria istantanea. 

Oltre il Pest c’è stato il Fest che si è svolto tra i vicoli dell’antico centro storico di Calitri e degli altri paesi coinvolti con attività festive e salvifiche: laboratori, orazioni, performance teatrali con la partecipazione di grandi personalità quali Elio Germano e Mimmo Lucano. Musica che viaggia per tutto il paese grazie al cosiddetto “MUCCHIO SELVAGGIO” , una manciata di musicisti a piede libero, tra cui i Mariachi Tres Rosas e la Banda della posta. 

Infine, Trenodìa, un progetto molto coinvolgente di arte pubblica partecipata e itinerante: “un corteo come forma d’arte che intende trasformare la lamentela in pianto rituale, il piagnisteo in altisonante lamentazione collettiva. Un corteo di centinaia di prefiche senza limitazioni di genere, che ha dato vita ad una lamentazione funebre”. La performance si è svolta interamente all’aperto: per strade, vicoli, piazze e sentieri di tre regioni (Campania – Basilicata – Calabria). Il tutto si è concluso con il grande concerto di Vinicio Capossela del 24 agosto dal titolo “Sottaterra. Concerto per uomini e pesti” , e ha ospitato sul palco alcuni dei protagonisti del suo ultimo album “Ballata per uomini e bestie” e diversi compagni di viaggio di una vita in musica. 

Nonostante le diverse vicissitudini da affrontare per la buona riuscita dell’evento, tra i taglia e cuci dei fondi da parte della regione, le condizioni meteorologiche incerte, il dissenso espresso da qualche fazione politica, le critiche di una parte della comunità locale all’organizzazione, non possiamo non ammettere che lo Sponz Fest è stato fin dalla sua prima edizione un’esperienza 

unica in Irpinia che ha saputo esaltare territori dimenticati, attivando il turismo da tutta Italia e dal mondo e rivitalizzando l’economia locale anche oltre la durata di 7 giorni del Fest. Un progetto ben curato nell’organizzazione e con un’identità chiara e colma di messaggi profondi sulla vita, non assimilabile a nessun altro evento: ricco, carico di suggestioni e riflessioni, coinvolgente per il palato, per l’udito, per la vista, per l’olfatto, per la mente, per l’anima e per il cuore.

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cuCuFestival 2019: a Roana (VI) la IX edizione del Festival Internazionale dell’Arte di Strada

MArtePress

Quattro giornate, undici artisti internazionali nell’Altopiano dei Sette Comuni per la nona edizione del cuCuFestival: sono questi i numeri del Festival Internazionale dell’Arte di Strada che si svolgerà nelle frazioni di Roana, in provincia di Vicenza, dal 29 agosto al 1 settembre 2019.

Giocolieri, burattinai, prestigiatori del fuoco, acrobati, comici  animeranno le strade e le piazze in spettacoli, concerti e performance gratuiti che emozioneranno il pubblico locale e i turisti. Diverse le location scelte come palcoscenici naturali: il Nuovo Palazzetto a Canove, Piazza Fondi di Treschè Conca, il PalaCiclamino di Cesuna, il campo di schettinaggio di Camporovere, il parco di SelvArt di Mezzaselva e Piazza Santa Giustina di Roana. Mentre la manifestazione è promossa e coordinata dal Comune di Roana, organizzata da Carichi Sospesi con la collaborazione delle Pro Loco comunali e la direzione artistica e tecnica di Carichi Sospesi di Padova.

La magia inizierà giovedì 29 agosto alle 17 con lo spettacolo La Sbirindola, un duo italiano composta da un giocoliere e un batterista che nello spettacolo Shock’em all daranno vita a un cocktail di puro divertimento e delirio. Seguirà l’esibizione Mira’T dell’artista francese Jordi Panareda di Circ Pànic, che con la sua grande bilancia compirà un viaggio alla ricerca dei limiti dell’equilibrio, un invito a guardarsi a vicenda senza compiacimento e senza arroganza. Poi sarà il turno del duo italiano Microband, con il loro irresistibile concerto di musica comica, e dello spettacolo acrobatico Peten degli argentini Cia Mas Til Y Menos Tal: fiducia, fragilità e magnifici trucchi circensi nell’assemblaggio di un palo cinese.

WISE FOOLS 51

Ma il circo è capace di raccontare anche storie: in Mic Circ Fratilor il duo Samovar ci mostra le disavventure di due fratelli circensi un po’ romeni e un po’ italiani; la compagnia svizzera E1NZ con Le Bistro ci porta in un vecchio ristorante che ha avuto tempi migliori dove un cameriere è alle prese con una cliente capricciosa, il tutto con un sottofondo swing; i finlandesi Wise Fools in Trashpeze ci fanno incontrare tre personaggi bloccati in una grande discarica, abbandonati come tutto quello che è indesiderato. Nell’ultima giornata del festival, domenica 1 settembre, spazio all’elegante installazione di danza La filatrice dei sogni di Parola Bianca, alla performance musicale Fata Foglia e le melodie del bosco di Erika Fumagalli, allo spettacolo di danza verticale tra gli alberi Arbol, in cui la compagnia francese Cuerpo Libre si adatta al bosco scelto come scenografia, e allo spettacolo di bolle di sapone tutto italiano Il soffio magico di Bubble on Circus.

Saranno quattro giorni intensissimi e pieni di sorprese, per un festival che grazie alla qualità internazionale degli artisti proposti si conferma come una tradizione della provincia vicentina.

Fata Foglia 2

 

PROGRAMMA COMPLETO CUCUFESTIVAL 2019

29 AGOSTO 2019
CANOVE – Piazza S. Marco
17.00 La Sbrindola
17.45 Jordi Panareda – Circ Pànic
18.30 Microband

30 AGOSTO 2019
TRESCHÈ CONCA – Piazza Fondi
17.00 Cia Mas Til Y Menos Tal
17.45 Microband
18.30 La Sbrindola 

31 AGOSTO 2019
CAMPOROVERE – Campo di schettinaggio, via XIX Maggio
11.00 Cia Mas Til Y Menos Tal
11.45 Samovar
CESUNA – PalaCiclamino
17.00 Samovar
17.45 E1NZ
18.30 Wise Fools
 

1 SETTEMBRE 2019
MEZZASELVA – Parco di SelvArt
11.00 Parola Bianca
11.30 Fata Foglia
12.00 Arbol
ROANA – Piazza Santa Giustina
17.00 Bubble on Circus
17.45 E1NZ
18.30 Bubble on Circus

I (primi) 30 anni del Carpineto Romano Buskers Festival

MArtePress

Il 22 e il 23 agosto a Carpineto Romano ha preso vita la XXX edizione del Carpineto Romano Busker Festival, il più longevo festival d’Arte di Strada del centro Italia. Diventato ormai parte integrante del patrimonio culturale della cittadina, si distingue nel panorama nazionale grazie alla commistione dei tradizionali spettacoli di strada con eventi che solitamente trovano spazio solo nei teatri o nei live club come la commedia dell’arte e il teatro d’innovazione, spettacoli di circo contemporaneo con strutture aeree, performer di pittura dal vivo che trasformano piazze e vie in musei.

Nei due intensissimi giorni il pattern è stato lo stesso: nel pomeriggio spazio ai laboratori dedicati principalmente ai più piccoli, in cui gli artisti circensi hanno mostrato la parte più ludica e formativa del loro lavoro. Con il calare della sera, invece, iniziavano gli spettacoli sparsi su più location in contemporanea: circo contemporaneo, teatro di strada, musica, performance artistiche e istallazioni. Un connubio di arti che ha avuto il suo apice nell’evento finale in Piazza Regina Margherita con l’acrobalance dei cileni Duo Tobarich.

Carpineto duo 2

Anche per questo 2019 la direzione artistica è stata affidata alle Scuderie MArteLive di Peppe Casa, con il coordinamento artistico di Linda Fiocco. Gli artisti ospitati nel programma sono stati decine, tra i quali si segnalano le percussioni metropolitane di Drumbo drummer’s, l’acrobatica su palo cinese di Mistral, gli spettacoli di fuoco de Il canto della ruta, il ritmo di Filuccio e Fattacci, Zoert, Cigno e il teatro di circo di Godiè e India e lo spettacolo teatrale “Brigantesse” di e con Eduardo Ricciardelli.

Dopo trent’anni il Carpineto Romano Buskers Festival sembra più che mai lontano dalla crisi di mezza età: la vitalità, la magia, la voglia di giocare e meravigliarsi sono ancora vive nel pubblico locale. Il riscontro, infatti, è stato fenomenale: piazze e strade sono state letteralmente invase da adulti e bambini, semplicemente stupefatti dalle incredibili performance degli artisti. Un successo importante che porterà il festival a superare con destrezza il traguardo di queste prime tre decadi e prepararsi con altrettanta passione a quelle che verranno.

Carpineto applausi