Steve McCurry a Milano con SUD-EST
[ARTI VISIVE]
MILANO- “La sequenza di immagini presentata nella mostra SUD-EST”, per Steve McCurry, “evoca l’ampio mosaico dell’esperienza umana e i miei incontri casuali con sagome e ombre, acqua e luce. Ho voluto trasmettere al visitatore il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell’essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità”.
Steve McCurry è uno dei maestri del fotogiornalismo mondiale, membro dell’agenzia Magnum, premiato già due volte con il World Press Photo Awards (il Nobel della fotografia). I suoi ritratti di persone per noi lontane sono come finestre aperte su mondi paralleli, diversi dal nostro, che vivono grandi tragedie, ma anche i piccoli gesti della quotidianità. Mondi reali che ci passano accanto, vividi di colori, lontani ma, grazie alle sue immagini, così reali. Le foto di Steve McCurry si distinguono per una tavolozza sorprendentemente ampia. La scelta del colore, in un periodo in cui le foto pluripremiate sono spesso in bianco e nero a sottolineare la drammaticità dei soggetti ritratti, è un segno distintivo di una personalità forte, di un gusto unico, di un progetto originale.
Durante l’inaugurazione della mostra sono in molti a chiedergli come è riuscito a scattare immagini del genere, con le persone in posa, che ti guardano dritto negli occhi, al di là dell’obiettivo. McCurry è un cacciatore buono di anime, più che di immagini: “Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te“, spiega. Le sue non sono immagini rubate. Sono meditate, il soggetto ritratto non ha l’aria di subire lo scatto, ma ne è consapevole protagonista. E McCurry si è spinto in prima linea, rischiando la vita, pur di testimoniare gli effetti e le conseguenze dei conflitti in tutto il mondo, per riportarci la storia e i volti di persone reali, per avvicinarle a noi.
La mostra ospita raccolta oltre 240 scatti presi da McCurry nei suoi numerosi viaggi, compiuti negli ultimi 30 anni, tra l’Afghanistan, l’India, il Tibet, la Birmania. Il percorso è organizzato in isole, o meglio “alberi” tematici. Sei le sezioni: l’Altro, il Silenzio, la Guerra, la Gioia, l’Infanzia e la Bellezza.
Un percorso che in qualche modo lascia spazio alla speranza: dai volti dei bambini soldato, stanchi, vecchi dentro, con i kalashnikov in mano che sembrano giocattoli, traspare comunque un senso di innocenza, la consapevolezza che un futuro diverso è possibile.
DOVE, COME, QUANDO:
Milano, Palazzo della Ragione, fino al 31 gennaio 2010.
Orari: da martedì a domenica 9.30 – 19.30, giovedì 9.30 – 22.30, lunedì 14.30 – 19.30.
La biglietteria chiude un’ora prima.
Biglietti:
– € 8,00 intero,
– € 6,50 ridotto under 18 e over 65, gruppi (minimo 15 – massimo 25 persone), studenti,
titolari di coupon e convenzioni,
– € 3,00 ridotto speciale scuole,
– € 10,00 ridotto speciale adulto e bambino,
– Gratuito per minori di 6 anni, un accompagnatore per gruppo, due insegnanti accompagnatori per classe, giornalisti, disabili e accompagnatore.
Per maggiori informazioni sulla mostra www.stevemccurrymilano.it.
Per conoscere meglio Steve McCurry, ci sono il suo sito www.stevemccurry.com e il blog http://stevemccurry.wordpress.com.
Le foto:
Foto 01: di Steve McCurry, Sharbat Gula, ragazza afghana, al campo rifugiati di Nasir Bagh vicino a Peshawar, in Pakistan, 1984. Copyright Steve McCurry
Foto 02: di Steve McCurry, ragazzo che corre, Jodhpur, India, 2007. Copyright Steve McCurry
Foto 04: di Steve McCurry, Uccello morente dopo la fuoriuscita di petrolio lungo le coste dell’Arabia Saudita, 1991. Copyright Steve McCurry
Amanda Ronzoni
(Le foto della mostra sono di Amanda Ronzoni)
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