Manifesti ribelli da House of Love and Dissident
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
Se una leonessa vi viene incontro con una kefiah non potete non accoglierla con un’espressione di rispetto, e se un cerbiatto indossa un giubbotto antiproiettile capirete, di sicuro, che per lui è arrivato il momento di difendersi.
Allora, forse, finalmente sapremo di trovare comprensione su quello che ci piace dell’arte E ci sentiremo come a “casa”. Questo è quello che mi è successo quando ho avuto modo di conoscere The House of Love and Dissident, spazio espositivo di via Leonina, 85, Roma.
In questo posto, l’arte prende in mano un megafono e urla che ci sono delle cose che non vanno bene, che necessitano di cambiamento, esattamente come fa un panciuto pinguino di fianco ad una scimmia che impugna una pistola.
Non sono visioni deliranti di film inquietanti firmati da Hitchcock, ma, piuttosto, gli animali “ribelli” che vediamo stampati sulle magliette in vendita nella galleria. Tutte le t-shirt sono realizzate in cotone riciclato e con la manifattura lontana dalle forme di speculazione e sfruttamento. Opere d’arte che diventano capi d’abbigliamento da portare addosso per riportare un pensiero, per sottolineare un impegno, magari anche per spronare se stessi a quell’impegno. Il pinguino urlante, il lupo con la benda sugli occhi, l’elefante che calpesta un veicolo militare da trasporto, sono tutte opere di grafica realizzate da artisti che ruotano attorno alla galleria, come Disegnello, che mi ha incantato con la precisione dei particolari espressi nella forza della leonessa con la kefiah. Quella maglietta non poteva non essere mia e non poteva non essere delle persone a me care. Quindi la scelta per i regali di Natale è stata facile. Anche troppo!
“La Casa dell’Amore e del Dissenso” è il luogo adatto per trovare delle opere d’arte che hanno un senso pratico, che sono attaccate alla quotidianità, ecco perché le magliette sono il giusto modo per portare addosso un’opera d’arte che ha un significato sociale e politico.
Questo spazio espositivo esprime nel suo piccolo lo scopo finale, come anche nei progetti più grandi e importanti. Con le mostre hanno finanziato associazioni impegnate nel sociale, come Medici senza Frontiere ed Emergency, tra le più conosciute. In ambito artistico cercano di legare l’dea e la volontà di espressione di un pensiero etico con le realizzazioni artistiche.
La mostra in corso in questo momento, fino al 20 gennaio 2010, è dedicata ai Manifesti Politici, Graphic Roots of Revolution.
La scelta dei manifesti politici è molto indicata, soprattutto in questo momento culturale. Il manifesto è per eccellenza la forma di comunicazione immediata e diretta, la grafica serve per colpire l’immaginazione e per cercare le forma più semplice per essere recepita. Se le nostre strade sono piene di “faccioni” bonari che vogliono rassicurarci in questo posto troviamo tutt’altro. Ed ecco che i manifesti diventano arte.
Nei due piani della galleria sono esposte le opere di Shepard Fairey, John Carr, Favianna Rodriguez, Winston Smith, Emory Douglas. Una mostra che viene dagli Stati Uniti, curata da John Carr, che vede la collaborazione dell’agenzia di comunicazione Art Attack Advertising e Free Hardware Foundation, fondazione che lavora su progetti rivolti alla libera comunicazione.
Opere vendibili in più copie che riproducono messaggi su disagi di cui a stento sentiamo parlare nei telegiornali. Guerre lontane e volti feriti di recente da statuette incontrollabili, la mostra si sviluppa in messaggi chiari e alcuni più criptici, i tanti colori e le tante speranze, per un pubblico che ancora vuole credere di poter fare qualcosa.
Opere che ci ricordano che l’arte può ancora avere un volontà diretta e coerente rispetto al pubblico e che può e deve scoprire il vaso di Pandora, non per creare il Caos, ma per farci rendere conto del mondo in cui ci muoviamo.
Rossana Calbi
arti visive, Graphic Roots of Revolution, House of Love and Dissident, martelive, martemagazine, rubrica Graffi(a)ti ad arte, Shiba