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Edward Hopper: il Surrealismo del reale

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[ARTI VISIVE]

Hopper1MILANO- Fin dalla scorsa estate Milano è stata tappezzata di cartelloni che ritraevano persone comuni con tra le mani quadri di Edward Hopper. Per tutti la stessa dicitura: il pittore preferito di + nome dei soggetti fotografati. La trovata è stata interessante: facce comuni per un artista che ha saputo rendere famosi paesaggi anonimi, luoghi sconosciuti, interni di case spoglie.

La mostra, a cura di Carter Foster, conservatore del Museo Whitney (in cui è confluita la collezione della moglie di Hopper), ripercorre in sette sezioni tutta la produzione di Hopper, dalla formazione accademica fino agli ultimi anni. In tutto 160 opere.
Hopper padroneggiava con maestria diverse tecniche: l’olio, l’acquerello, il carboncino e l’acquaforte.
Possiamo apprezzare questa sua versatilità osservando i disegni preparatori che faceva prima di Hopper2passare ai dipinti. Hopper è stato per lungo tempo associato a suggestive immagini di edifici urbani e alle persone che vi abitavano, ma più che i grattacieli, preferiva le fatiscenti facciate rosse di negozi anonimi e i ponti meno conosciuti. Tra i suoi soggetti favoriti vi sono scorci di vita nei tranquilli appartamenti della middle class, spesso intravisti dietro le finestre da un treno in corsa, immagini di tavole calde, sale di cinema, divenute delle vere e proprie icone.

Particolarmente interessante è il rapporto tra Hopper e il cinema. Sarebbe stato un grande direttore della fotografia. Basta pensare che Alfred Hitchcock si ispirò al quadro House by the Railroad del 1925, per il suo Bates Motel di Psycho. Ma ci sono echi hopperiani anche in opere di Antonioni, come Il Grido e Deserto rosso, David Lynch, e soprattutto Wim Wenders.
Quello di Hopper è uno sguardo fotografico, fatto di luci e colori che possiamo ritrovare nella fotografia a lunghe focali, dove i piani ritratti si sovrappongono e giustappongono uno sull’altro. Della luce scriveva: “Quello che vorrei dipingere è la luce del sole sulla parete di una casa”. La composizione è sempre pulita, i piani di colore ben delineati, come se fossero immersi nella luce calda del sole. Ciò che ci portiamo a casa dopo averne osservate le opere è il suggerimento di provare ad osservare le cose, anche quelle più comuni o anonime, con curiosità e un occhio diverso.

INFO:

Hopper3Per la prima volta in Italia, la grande rassegna antologica che rende omaggio all’intera carriera di Edward Hopper sarà presente a Milano e Roma, per poi andare in Svizzera. Ecco le date:

–          a Milano, Palazzo Reale dal 14 ottobre 2009 al 31 gennaio 2010,

–          a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010,

–          a Losanna, presso la Fondation de l’Hermitage, dal 25 giugno al 17 ottobre.

Per informazioni: www.edwardhopper.it

Foto: le immagini sono tratte dal Catalogo Skira, in vendita in mostra (€35,00). Ufficio Stampa Arthemisia (www.arthemisia.it).

Amanda Ronzoni

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