Kings of Convenience: in perfetta forma…emozionale
[DIMODA & DEMODE’]
Tra mille peripezie per cercare un parcheggio, dopo una giornata di lavoro riesco ad arrivare in tempo all’Auditorium della Conciliazione. “Ce l’ho fatta!” mi dico, perché per niente al mondo potrei perdermi i Kings of Convenience, mie care Fashion Victim! Anche questa è moda, delle migliori direi…
Dopo 4 anni dalla loro ultima data italiana, gli amanti del duo che viene dal lontano freddo della Norvegia, me compresa, sono tutti lì in fila ad aspettare di poter entrare e godersi lo spettacolo. La platea è completamente piena, tutti seduti, composti sulle poltrone rosse. Non tardano ad arrivare, si abbassano le luci e fanno il loro ingresso in modo armonioso e pacato come del resto la musica che interpretano.
Sono sempre gli stessi, Erlend Øye e Eirik Glambek Bøe, semplici, ironici, sono all’unisono un’unica voce e una chitarra.
Iniziano subito, senza convenevoli, con brani tratti dal loro nuovo album Declaration of dependance, acustica perfetta, arpeggi di chitarra e voci sussurrate all’unisono, creano una miscela di emozioni e di melodie ritmate intrecciandosi tra loro, e rendono perfettamente il loro stile tipico cantautorale ed acustico che li ha caratterizzati in questi anni.
Vengo subito rapita dall’atmosfera che si viene a creare, rilassata, pacata, melodica ed è un continuo crescendo di carezze sonore, di sensazioni di serenità e totale abbandono. Viene naturale e spontaneo chiudere gli occhi e abbandonarsi ad esplorazioni mistiche e sensoriali. Sonorità originali e realtà musicale atipica, estremamente preziosa.
Il pubblico è visibilmente coinvolto, lasciandosi andare ad un certo grado di confidenza che sottolinea perfettamente come il duo norvegese sia familiare al pubblico italiano. All’urlo dal buio della platea di: “…a roscio!”, Øye risponde visibilmente imbarazzato, ma sdrammatizza raccontando con ironia il suo soggiorno romano, delle passeggiate con la mamma per le vie di Roma e la serata goliardica al Pigneto.
Ma lo spettacolo completo si realizza quando a metà concerto arrivano sul palco, l’italiano Davide Bertolini al contrabbasso, che è anche il produttore di Declaration of dependance, e il notevole violinista tedesco Tobias Hett. Da questo momento con archi e basso i Kings ci propongono i loro pezzi più famosi e suggestivi come “Homesick” apertura di Riot on a empty street e autentico omaggio al genio di Simon e Garfunkel, veri ispiratori della poetica del duo.
Fino ad arrivare a “Mrs Cold”, singolo del nuovo album accolto calorosamente dalle radio.
Il concerto è un susseguirsi di ritmi inizialmente melodici fino al dance funky da camera, facendoci sobbalzare in piedi dalle poltrone in pieno tripudio.
Gli ultimi pezzi ce li regalano nella loro versione più originale, ovvero voci e chitarre, proponendo per il gran finale le canzoni più conosciute della band: “Misread” e “I’d rather dance with you”.
Insomma, abbiamo aspettato quattro anni per rivederli sul palco e vedendo i visi serenamente soddisfatti del pubblico all’uscita è proprio il caso di dire che ne è valsa la pena!
Ilenia Polsinelli
Ilenia Polsinelli, king of convenience, martelive, martemagazine, rubrica dimoda & demodè