Giallo sì, ma d’autore
[L’ILLETTERATA]
Cari miei come sono andate le vostre vacanze? Cosa avete letto nelle vostre escursioni al mare, in montagna, al lago o in collina o ovunque vi abbiano portato i vostri piedi e le vostre finanze?
Io sono caduta su una spiaggia e lì mi sono stabilita, contornata com’ero di sabbia bianca, di acqua blu e di un sole quasi africano meraviglioso.
In ogni caso avevo promesso ed eccomi qui a raccontarvi cosa mi sono ritrovata a leggere, quando stavo sotto l’ombrellone.
Vi avevo avvisata al nostro ultimo appuntamento che ero piuttosto indecisa in merito, ma alla fine ha prevalso il desiderio di qualcosa di leggero, non intellettualmente impegnativo, ma ugualmente avvincente e cosa meglio di un giallo assolve a tutte queste condizioni?
Ovviamente, sapendo che la mia “degenza” in spiaggia sarebbe stata lunga, ho accaparrato due libri e via…
Durante il viaggio ho cominciato Stanotte sei mia, di Carlene Thompson, autrice specializzata in mystery psicologico- sentimentali, editi in Italia da Marcos y Marcos (2009).
Nicole è la ragazza più felice del mondo. La sua storia d’amore con Paul, giovane genio musicale, va a gonfie vele. Ma una sera, tornando a casa, viene assalita da due giovani che abusano di lei. Solo l’arrivo fortuito di un’automobile mette in fuga i delinquenti, salvandole la vita. Non trascorre molto tempo, e gli stupratori vengono impiccati a un albero con un cappuccio in testa. L’adorato Paul scompare nel nulla, tutti pensano che a farli fuori sia stato lui…
Passano quindici anni, Nicole si è rifatta una vita, ha una figlia e insegna letteratura inglese all’università. All’improvviso, inspiegabilmente, suo padre si suicida. Altre persone della sua cerchia vengono assassinate. Qualcuno inizia a perseguitarla con telefonate, minacce, spaventa a morte la sua piccola Shelley. E Nicole si sente sprofondare nelle sabbie mobili dell’orrore di una serie di misteriosi delitti le cui radici sembrano affondare il quel tragico evento passato.
La trama del romanzo avvince il lettore per l’intrecciarsi di eventi, apparentemente inspiegabili, che creano un’atmosfera di terrore e che alla fine si collegano con razionale semplicità a una motivazione convincente. Il linguaggio è piacevole e i dialoghi sono scorrevoli, oltre al fatto che la cura dei dettagli della quotidianità dei personaggi che la scrittrice propone al lettore diventano motivo di coinvolgimento ulteriore.
Non manca anche un finale a sorpresa, davvero mozzafiato, quindi non vi resta che comprarlo e leggerlo tutto d’un fiato, proprio come ho fatto io…
L’altro libro che mi ha fatto compagnia in questa lunga estate calda è stata in realtà una trilogia di Paul Auster, con la sua Trilogia di New York, edito dalla Einaudi. Composto da tre romanzi, pubblicati tra il 1985 e il 1987: Città di vetro (City of Glass), Fantasmi (Ghosts) e La stanza chiusa (The Locked Room), le storie sono ambientate in una città allucinata, in cui tutto si confonde e si sfuma. I protagonisti conducono tre detective- stories, ognuna con un’inchiesta misteriosa e imprevedibile in cui lo scrittore crea una sua New York strana e surreale, in cui tutto può accadere e in cui tutti noi potremmo moralmente perderci alla stregua dei personaggi che Auster propone.
In Città di vetro lo scrittore di romanzi polizieschi Daniel Quinn riceve una telefonata nel cuore della notte da un individuo che cerca Paul Auster, fantomatico investigatore. Quinn chiude la comunicazione, ma nelle notti seguenti le chiamate si susseguono e Quinn decide di assumere l’identità di Paul Auster. Peter e Virginia Stillman ingaggiano Quinn, credendolo Paul Auster, per esser protetti dal padre di Peter, appena uscito dal carcere. Il padre ha rinchiuso il piccolo Peter in una stanza per nove anni con l’intento di scoprire il linguaggio originale dell’innocenza, scomparso dopo che l’uomo acquisì il concetto del Male a seguito della caduta dall’Eden. Invece di provare a far del male a suo figlio o a Virginia, il vecchio Stillman gira per Manhattan raccogliendo oggetti rotti e inutili con lo scopo di creare dei termini per un linguaggio che finalmente renderà l’essenza delle cose. Alla fine del racconto Quinn scompare dal libro e il lettore scopre che un amico dell’Auster personaggio, anch’egli scrittore, ha usato il manoscritto di Quinn ritrovato nella stanza dalla quale è scomparso per scrivere Città di vetro.
In Fantasmi, invece, capita che chi sta pedinando a sua volta si senta pedinato. L’investigatore Blue, assunto da White viene incaricato di sorvegliare un uomo, tale Black. A seguito di questi controlli deve compilare un rapporto settimanale per White il quale, ancora settimanalmente, gli farà avere un assegno. Blue ha avuto come maestro il suo ex collega Brown, ormai ritiratosi a vita privata dopo aver raggiunto l’età del pensionamento. Blue inizia gli appostamenti nell’appartamento di fronte casa di Black, che trova sempre intento a scrivere. Quest’ultimo non ha una vita complicata: ogni tanto esce per fare la spesa, per distrarsi al cinema, gironzola e cammina spesso senza meta nella New York austeriana. Blue è sempre più preciso nel suo lavoro: se Black va spiato deve essere un criminale, e ciò lo porta, senza successo, a seguirlo ovunque.
In La stanza chiusa il protagonista si immedesima a tal punto nella vita del suo amico d’infanzia Fanshawe, da sposarne la vedova Sophie e adottarne il figlio. Ma la tragedia interiore è in agguato e una vita apparentemente felice e perfetta viene stravolta da una lettera e dalla corruzione dello spirito del protagonista alla ricerca profonda di se stesso e della sua strada professionale e privata. Ritroviamo nomi di personaggi del primo libro, come Stillman, o Henry Dark che sembrano portarci avanti e indietro nella trama dei racconti, costringendoci a riflettere profondamente sul reale intreccio che lega indissolubilmente i tre romanzi brevi.
Particolarità incisiva di Paul Auster è l’originalità con cui sa costruire le sue trame, giocandole in una continua creazione di doppi, in un ammiccamento che intriga e meraviglia il lettore, e la capacità di lasciare sempre una porta aperta sulle infinite possibilità di sciogliere il mistero in una sintesi di grande ricchezza di temi e suggestioni, con sovvertimento dei canoni classici.
“Tutta la storia si restringe al suo epilogo e se ora quell’epilogo non lo avessi dentro di me, non avrei potuto iniziare questo libro. Lo stesso vale per i due che lo precedono, Città di vetro e Fantasmi. In sostanza le tre storie sono una storia sola, ma ognuna rappresenta un mio diverso stadio della consapevolezza di essa“, dice Auster nelle pagine conclusive del capitolo finale della trilogia e forse questo spiega molto più di tante altre parole…
C. Thompson, Stanotte sei mia, Marcos y Marcos, pag 416, € 14.50
P. Auster, Trilogia di New York, Einaudi, pag 314, € 11.50
Eva Kent evakent.74@gmail.com
Carlene Thompson, Eva Kent, letteratura, libri, martelive, martemagazine, Paul Auster, Rubrica L'illetterata, Stanotte sei mia, Trilogia di New York