Traffic Free Festival: miscela esplosiva
[MUSICA]
TORINO- E’ luglio ed uno dei festival indipendenti più importanti d’Italia (tra i pochi completamente gratuiti), sta per aprire le porte, questa volta da una nuova location, tra natura incontaminata, dove storia e tecnologia si uniscono per rendere unico un evento: è il Traffic Free Festival e siamo ai Giardini Reali di Venaria, a Torino. Tre giorni di arte, di grande musica, tra artisti che hanno fatto la storia e giovani musicisti, in una cornice maestosa e regale, resa unica dal chiarore di una luna piena che magicamente compare e scompare.Grazie ai mezzi potenziati e ben collegati all’evento è facile raggiungere la Reggia nel primo pomeriggio e abbandonarla a notte inoltrata: che la festa abbia inizio!
Dal 9 luglio e per tre giorni dalle 18 del pomeriggio, un pulmino vintage vedrà salire sul suo tettuccio e alternarsi, i migliori gruppi della scena indipendente e “emergente” del momento, con particolare interesse verso i gruppi del posto. Seduti sul prato si aspetta, allietati dalla musica, il calare del sole e l’arrivo delle “stelle”.
Ad aprire la prima serata del festival ST. Vincent che, con il suo rock indie statunitense, preannuncia l’arrivo del prototipo indiscusso del poeta rock contemporaneo: Nick Cave, che mostrerà la sua sempre eterna giovinezza, rabbia e ruvida grinta che colora, tra temi scabrosi, il palco.
La notte è appena iniziata e le navette portano ai Murazzi, dove le note danzano sulle rive del Po, balzando tra due locali fondamentali della “movida” torinese, Giancarlo e il Puddhu bar, fino ai primi raggi di sole. Dodici ore di musica consecutiva ed è solo l’inizio.
Il secondo giorno passa il testimone dal rock puro, al rock misto ad elettronica. Salirà sul palco Ladytron che, nel tramonto, inonderà di input elettronici la platea e, con un inchino, accoglierà uno dei live più intensi ed energici del festival prima dell’esplosione finale.
A salire sul palco sono i Primal Scream. Quando la storia della musica vibra, è indescrivibile quello che succede intorno, non è il semplice contorcersi per i suoni bassi e i ritmi di una calda batteria, non è il semplice dondolare trasportati da una voce melodica e delicatamente trascinante, è il librarsi guidati dalle note e dalle luci che magistralmente inondano il palco e gli occhi, la mente e l’anima. Indimenticabile il ritorno dal bis, tra luci blu e gialle, tra un basso ipnotico e una melodia angosciante, tetra e lenta prima dell’impetuoso finale e del saluto. Il rock elettronico si inchina e da spazio all’elettronica e la musica dance che l’11 riempiranno i Giardini Reali di Venaria.
Dopo l’ormai collaudata giostra tra i locali che costeggiano il Po, ci si prepara alla serata finale che vedrà alternarsi sul palco Santigold, gli Underworld e i Crookers & Bloody Beetrots.
Anche questa volta i raggi del sole abbandonano il palco accompagnati dalla musica energica e ritmata di una donna, è la volta di Santigold che trasforma il palco il una discoteca, tra i coristi e i ballerini e tra la gente più colorata e divertente presa dalle prime file. L’atmosfera della serata finale parte subito in salita e i fuochi d’artificio esploderanno verso il pubblico con l’arrivo degli Underworld, che con una spettacolare scenografia, e uno scatenarsi di luci colorate incanteranno le migliaia di persone accorse ad ascoltare quello che sarà il momento più esaltante del Festival: ci sono canzoni che emozionano e catturano per la loro bellezza, indipendentemente dal genere musicale di cui fanno parte, è elettronica ed è “Born Slippy”.
La festa elettronica continua e si espande grazie ai Crookers che chiudono degnamente la tre giorni, in uno spazio ormai diventato una gigante discoteca all’aperto.
Ma il Traffic non è solo musica. Il Traffic è cinema, tra Profondo Rosso di Dario Argento, proposto in prima mondiale con la sonorizzazione dal vivo della pellicola a cura di Claudio Simonetti, autore della colonna sonora originale, e una retrospettiva su Nick Cave con gli esempi più importanti delle incursioni in ambito cinematografico dell’artista australiano, in veste sia di attore sia di compositore.
Il Traffic è arte, tra retrospettive di alcuni protagonisti torinesi portatori di idee innovative e consolidatesi nel tempo, ma poco protette dalle Istituzioni, e il tocco internazionale di Anthony Hegarty che, in anteprima in Italia, presenta le sue opere di grafica e fotografia, che rendono completa la visione dell’artista, che solitamente si esprime attraverso la musica e che pochi anni fa saliva sul palco del Traffic con Franco Battiato. Nelle sue fotografie macchiate di segni neri e confusi e nei collage poetici, si intravede l’anima dell’autore. Impossibile non essere calamitati dalle sue foto piene di sangue in cui le ferite interne fuoriescono e si rendono visibili inondando il corpo femminile (Johanna I e Johanna II), ai suoi autoritratti in grado di scuotere attraverso il suo sguardo così espressivo e pieno di vita, una vita che fatica ad essere rinchiusa in un corpo e vorrebbe librarsi nell’aria, superando le difficoltà e i dolori di un’esistenza a volte vuota e banalmente piena di violenza, potere e solitudine.
Il Traffic è ecologia con l’incontro tra il politecnico di Torino, le autorità e gli artisti per un confronto in cui le idee e le paure si uniscono per guardare avanti con la speranza che l’autodistruzione dell’uomo si blocchi per dare spazio alla libertà.
Paola Zuccalà
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