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Telefon Tel Aviv

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[MUSICA]

DSCN0454ROMA- Serata caldissima quella del 17 giugno scorso, quasi soffocante, con un gran numero di persone che si son ritrovate in un bagno di sudore al Circolo degli Artisti. Locale pieno e sibito le orecchie acute dei presenti sono state attratte dal primo gruppo che si è esibito sul palco: i Metùo.
Un Vj con la maschera anti-smog, un produttore dietro il suo personale armamento elettronico e una deliziosa fanciulla vestita da piccola bambina. Situazione molto strana. Si aprono i suoni e lo scorrere di elettro(acustica), detroit techno e melodie lanciate come frecce nelle orecchie del pubblico, cominciano ad accaparrarsi le anime dei presenti. La fanciulla comincia a suonare strani giocattoli, flauti per bambini, pistole giocattolo e carrillon in mezzo a quella ritmica e quelle melodie che scorrono sempre più veloci, sempre più avvolgenti e anche grazie all’aiuto dei video dietro al gruppo cadono tutti in un vortice di sana e pura gioia uditiva. Veramente bravi.

Una piccola pausa fuori per prender fiato e appena la gente ritorna in sala, salgono sul palco gli ospiti attesi della serata: i Telefon Tel Aviv. Piccola ma importantissima precisazione: non sono esattamente i “veri” Telefon Tel Aviv, in quanto il povero Charles W. Cooper ci ha lasciati lo scorso 22 gennaio a soli trentadue anni e l’altra metà Joshua Eustis, dopo un periodo molto difficile della propria vita e della propria carriera, segnato da questo drammatico avvenimento, ha coraggiosamente deciso di riprendere il tour. Al suo fianco ora si trova il bravissimo Fredo Nogueira, che cura stupendamente i ritmi. Forse sarà stata la scomparsa dell’amico e collaboratore, ma Joshua sprigiona tutta la sua anima in un serata che resterà marchiata come una delle più belle ed emozionanti.
Mi era già capitato di sentire i Telefon Tel Aviv nel 2006, ma certamente l’animo del cantante ha decisamente cambiato direzione. La bellissima voce, le melodie vocali così struggenti, così piene di amore, malinconia, tristezza e rara bellezza trasportano i presenti in un viaggio di sola andata.
Sonorità arabe, perfetta commistione di synth-pop e elettronica fanno sbalordire e commuovere le anime di tutti. Quando, dopo un’ora abbondante di viaggio verso quei luoghi sconosciuti che il gruppo ha cercato di far immaginare ai presenti, il gruppo saluta, il pubblico non lascia scampo per un’ultima, perfetta e paradisiaca canzone.
L’anima di certe persone, come quella di Joshua, che inaspettatamente vengono colpite da fatti tragici come la scomparsa dell’amico, riescono a portare lo stato dell’arte a una perfezione così commovente da chiedersi come la musica possa essere così bella.

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