Enrico Pezza _ A mani nude
Qui il legame è stretto, evidente. C’è tanta romanità, tanta voglia di raccontare le storie di vita a partire dai dettagli più insignificanti e, come prevedibile, un grande rispetto per la parola e per la poetica della lingua italiana. I pezzi sono disincantati e quasi sempre impegnati, concentrati su tematiche sociali e velatamente politiche, anche se le storie personali, le esperienze dei personaggi raccontati e le ricorrenze del caso servono in qualche modo a smorzare la vena polemica dei brani. Si parla allora di informazione di parte e di guerre preventive (“Sabato d’Occidente”), disastri economici (da ascoltare assolutamente “Rosario”, che parla di un fatto realmente accaduto in Argentina), ma anche di violenza e sopraffazione (“El poncho”).
L’altro lato della medaglia è rappresentato invece dal filone amoroso- romantico che assume le forme più diverse e cangiati lungo tutto il percorso dell’album: un amore puro e incondizionato quello di “Aria”, un amore atteso e mai arrivato quello della title track “A mani nude” (“Aspetto arrivare qualcosa, l’amore e il suo volto a fare da posa al mio cuore“) e, per chiudere in bellezza, un amore finito e sofferto (“Amore mio”).
Musicalmente niente di troppo nuovo, la formula cantautorale, arpeggiata e sussurrata, rimane più o meno invariata, nonostante siano presenti alcune apprezzabili divagazioni sonore come “Radical chic”.
Senza dubbio un buon lavoro, che non vuole trovare a tutti i costi il lieto fine, che sa scontrarsi faccia a faccia con la realtà dei fatti, che considera il disagio sociale o esistenziale come un’esperienza obbligatoria nel corso dell’esistenza. Segnalo come nota di merito anche l’abilità poetica e la capacità di condensare pensieri complessi in poche parole ben accostate.
Tracklist
1. Sabato d’Occidente
2. Il guardiano del faro
3. El Pocho
4. Rosario
5. Intervallo
6. A mani nude
7. Radical chic
8. Aria
9. Il signore con l’ombrello
10. A che ora, a che ora
11. Amore mio
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