Rock’n’Rolla, regia di Guy Ritchie
CINEMA- “Quando qualcuno chiede: cosa è un RocknRolla? Io glielo dico. Non è solo sesso, droga e corse in ospedale…oh no…è molto di più amico mio. Piace a tutti la bella vita, qualcuno vuole i soldi, qualcun altro la droga, altri il sesso, godere, la fama o il potere, ma un RocknRolla…oh è diverso. Perchè? Perchè un vero RocknRolla vuole tutto“.
Un RocknRolla non è uno smidollato, non è un bastardo che tradisce il suo gruppo e tanto meno un’egoista che pensa solo ai propri interessi: è un irriverente personaggio che riesce a suo modo ad avere un particolare codice morale, sempre all’interno di una malavita ai limiti del reale.
Suona la corposa e ticchettosa “I’m a Man” dei Black Strobe e ci facciamo condurre, tramite la voce fuori campo di un bravissimo Mark Strong (Nessuna Verità), all’interno di questo mondo fumettistico, molto colorato e ricolmo di quelle identità particolarmente controverse, con quel qualcosa in più che le rende illogicamente speciali.
Rock’n’Rolla è l’ultima pellicola dell’ex marito di Madonna, ovvero Guy Ritchie, che dopo disastri come Swept Away (Travolti dal Destino) e Revoler, ritorna alla chiave magica del suo cinema, allo sfarzo di Lock & Stock- Pazzi Scatenati o di Snatch- Lo strappo: molti potranno considerare fin troppo solita la storia o, meglio, il rocambolesco mix di ironia e malvagità che riempie questo genere di pellicole, eppure non ci stanchiamo, fondamentalmente mai, di vedere due criminali che ballano sullo sfondo di un cuore illuminato da mille luci rosa.
Rock’n’Rolla narra la vicenda di Archiebald (Mark Strong) meglio detto Archy, la mano destra di Lenny Cole (Tom Wilkinson), un gangster Londinese senza scrupoli. Attraverso la voce e gli occhi di Archie entriamo nella vita di tanti piccoli malavitosi dei Bassifondi di Londra: ci sono Mr OneTwo (Gerard Butler) e Mumbles (Idris Elba) membri di un gruppo chiamato The Wild Bunch (Mucchio Selvaggio) che devono una somma considerevole a Lenny, Stella (Thandie Newton) una sexy e gelida contabile che lavora per Yuri Omovich (Karel Roden) , un investitore russo che a sua volta sta trattando affari con Lenny ed infine il figliastro di quest’ultimo, un Rocker che si è finto morto per dedicarsi alla droga, Jhonny Quid (Toby Kebbel). Tutti questi personaggi si ritroveranno inconsapevolmente legati dalla scomparsa di un famoso quadro, porta fortuna del russo Yuri.
Come abbiamo precedentemente detto, il film di Ritchie affronta i temi già presenti nelle sue pellicole passate, ma se questo è il contenuto ideale che ispira il nostro malavitoso regista per produrre gioiellini simili, allora gli facciamo tanto di capello, consigliandogli caldamente di continuare su questa strada.
Presentato nella sezione delle proiezioni speciali al Festival Internazionale del Film di Roma 2008, Rock’n’Rolla si presente per quello che è: una pellicola ramificata tra svariati equivoci, una commedia nera che tenta di fare centro tramite un possente e grezzo Butler o un’affascinante pantera, dai vertiginosi tacchi, come la Newton.
Eppure, la pellicola di Ritchie, non sembra il solito e pallido tentativo di riportare in chiave ironica i “malaffari”, spesso macabri, di queste società ai margini della nostra conoscenza, ma bensì un brillante passatempo per vedere quanta tensione sessuale venga scaturita dalla coppia Butler-Newton o quanto strano e divertente possa apparire l’innamoramento di un duro criminale nei confronti del suo migliore amico.
Poteva rivelarsi un flop clamoroso e poteva senz’altro ricadere nella solita falla di “ammucchiamo tutti gli attori famosi davanti la cinepresa e vediamo come va”, ma invece tutti i personaggi risultano essere al loro posto, ai fini giusti della storia e ricoprono perfettamente la personalità dei loro characters.
La vicenda non spicca per suspence e tanto meno non ci dona il colpone finale, da tachicardia per lo “smascheramento”, ma seppur la pellicola sia prevedibile nella sua conclusione, ciò che ci interessa sono le piccole trame ramificate all’interno di quella principale: i dialoghi e le battute risultano succose, così come le musiche che discendono perfettamente in ogni singola scena.
Impagabile resta il volto di un povero Butler sottomesso, tra due gangster decisamente versione-sadomaso e leggendario è ormai il suo balletto con la Newton che appare quasi come un moderno duo Travolta-Thurman, con la differenza che nel loro ridicolo dimenarsi risultano irresistibili.
Flashback, tagli di montaggio e racconti chiave scorrono senza intoppi e si amalgamano tranquillamente al presente.
Ritchie sta già pensando ad una trilogia del filone, probabilmente con un volto protagonista come quello di Jason Statham, già veterano delle sue passate pellicole.
Per adesso attendiamo l’imminente Sherlock Holmes, con l’osannato Robert Downey Jr e vedremo se questo genere, fuori dal suo solito mondo, riuscirà ad essere nelle sue corde.
Ma non preoccupatevi per il futuro: Johnny, Archy and The Wild Bunch will be back in The Real Rock N Rolla.
Alessia Grasso, cinema, Guy Ritchie, martelive, martemagazine, Rock’n’Rolla