Bronx (New York): il mondo in un quartiere
[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]
Ok, è tempo di crisi e la borsa di New York è nell’occhio del ciclone. Però, siamo sotto Natale (argh!) e una delle mete prenatalizie preferite, da visitare approfittando di qualche ponte di inizio dicembre e del dollaro ancora piuttosto sotto tono, è proprio New York.Nel bene e nel male, la Grande Mela è uno degli ombelichi del mondo. Una fonte di tendenze, un luogo di intrecci e scambi. E’ un posto dove si può vagare senza meta, semplicemente per guardarsi intorno e vedere il mondo girare, per scoprire cosa succederà domani in altri posti lontani, per trovare la fonte di un’eco che tra qualche mese riecheggerà in Europa o in Asia.
È una fucina a cielo aperto di commistioni e contaminazioni che arrivano da tanti Paesi diversi e che qui si incontrano per produrre qualcosa di nuovo, di originale, di fecondo.
La città è suddivisa in 5 entità amministrative. Sono i boroughs (circoscrizioni) di Manhattan, Bronx, Queens, Brooklyn e Staten Island. E se la TV ci ha abituato al lusso dei quartieri alti del nucleo storico della Grande Mela, ovvero Manhattan, altrettanto nell’immaginario collettivo il Bronx è da sempre sinonimo di quartiere difficile, malfamato. Uno di quei posti dove evitare di gironzolare soli.
Agli inizi degli anni ’70, il quartiere era popolato da numerose gang: afro americani, portoricani, giamaicani. Dalla prossimità di questi gruppi e dalla voglia di affermare le proprie radici, nascono i Block Party, feste a cielo aperto dove Nigeria incontra Giamaica e strizza l’occhio a Puerto Rico. Qui affondano le loro radici l’Hip Hop e i Graffiti Writing. Vale la pena di girare la città alla ricerca di quelli che sono veri e propri capolavori a cielo aperto originali anni ’80 (e fare così un corso accelerato per capire la differenza tra disegnare graffiti e imbrattare muri).
Il Bronx, che fino a poco tempo fa difficilmente appariva nelle top-ten del turismo, è oggi un quartiere in ripresa. I contrasti e le tensioni degli anni ’70 e i movimenti culturali che ne sono sorti rappresentano oggi una fonte di ricchezza per la comunità. Una comunità che si fa forte di illustri predecessori come Edgar Allan Poe e Mark Twain, che proprio qui vissero. Una comunità che si unisce oggi ballando la break dance e la salsa. Quando sarete stanchi di vagare per il quartiere, fate un salto al Bronx Museum Of The Arts (www.bronxmuseum.org), compendio di arte moderna, frutto di artisti che provengono da Africa, Asia e America Latina. Il Museo organizza eventi e manifestazioni che coinvolgano artisti nati o che hanno vissuto nel Bronx, o per i quali il quartiere ha rappresentato fonte di ispirazione fondamentale per il loro percorso.
Non tutti coloro che vagano si sono persi.
J.R.R. Tolkien
COME ARRIVARE
Per i voli c’è solo l’imbarazzo della scelta. Le compagnie aree stanno facendo a gara per proporre tariffe scontatissime. Finché il dollaro resta basso, una capatina a New York vale sempre la pena e sono in tanti che ne approfittano per fare lo shopping di Natale.
Per maggiori informazioni, vi segnalo i siti: http://nycgo.com/, sito ufficiale del turismo nella Grande Mela, www.newyork.it/, in italiano, dedicato ai consigli di viaggio. Specifici sul Bronx sono invece www.ilovethebronx.com, sito ufficiale del quartiere, e www.bronx.com, con un po’ di informazioni sulla vita nel quartiere.
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