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Genova: istantanee dal Pianeta Terra

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[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]

viaggi“Con quella faccia un pò così, quell’espressione un pò così che abbiamo noi, prima di andare a Genova, che ben sicuri mai non siamo, che quel posto dove andiamo, non c’inghiotte e non torniamo più”, cantava Paolo Conte (http://www.youtube.com/watch?v=FiOXVLK1KVY&NR=1).

E oggi devo ammettere che pur con tutti i suoi problemi, Genova resta un intrico affascinante e ripugnante di bellezza e vicoli degradati, dello splendore degli antichi Rolli, nominati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2006, e di viuzze maleodoranti, dove i genovesi stessi evitano di avventurarsi dopo una certa ora.


Eppure il richiamo di caruggi e crêuze resta forte. Brani delle più celebri canzoni di De André campeggiano sulle targhe affisse ai muri. Per fare una descrizione fedele della città basterebbe fare un collage di citazioni, tratte dalla narrativa, dalle canzoni, dalle poesie di tutti coloro che l’hanno visitata e vissuta nel passato, recente e non.

Celebrata, amata e al contempo odiata dai più illustri viaggiatori dei secoli scorsi, Genova sembra essere restata sempre uguale a se stessa anche al tempo della cosiddetta globalizzazione. Le descrizioni che se ne fanno in opere letterarie più o meno lontane nel tempo, ci rendono una fotografia cambiata di poco. Le sensazioni sono le stesse: una città obliqua, seduta su un pendio a fronte mare. I palazzi alti, con i loro colori, addossati uno all’altro, i vicoli stretti, dove ci si passa a malapena in due.
Oggi i genovesi che si muovono in questo labirinto di strade condividono le loro attività con un melting pot di immigrati da ogni dove. Il panettiere genovese si ritrova accanto al negozio di statuette e maschere di un mercante senegalese, entrambi stretti tra una Kebab House turca e un negozio di chincaglierie cinesi, con insegne in lingua.
L’odore del pane appena sfornato e della focaccia calda si mischia a quello dei piatti speziati proveniente dalle cucine dei locali nordafricani. E se la convivenza appare del tutto pacifica, si avvertono piccoli segni di insofferenza verso quegli elementi della comunità che dimostrano incuranza per le regole del vivere insieme. Al mattino presto gli esercenti dei negozi (sia genovesi doc da generazioni che d’adozione) si danno un gran da fare, con aria rassegnata, ma vistosamente contrariata, a pulire i resti delle intemperanze di chi si aggira per i vicoli a tarda notte e lì sbevazza, cerca prostitute e fa uso improprio di muri e angoli neanche troppo nascosti.

Quando non ne puoi più, ti senti soffocare e fai per allontanarti dai caruggi, per cercare spazi più aperti, dove allargare il fiato, solo svoltato l’angolo, ti appare tutta la maestosità dei palazzi nobiliari, con i marmi e gli affreschi variopinti. E il fiato ti si mozza di nuovo in gola, lì davanti ad opere così ricche, alla bellezza delle facciate e dei soffitti che si intravedono dalle ampie finestre.
Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi che abbiamo visto Genova
che ben sicuri mai non siamo, che quel posto dove andiamo, non c’inghiotte e non torniamo più

(“Genova per noi”, di Paolo Conte, 1975).

COME ARRIVARE E DOVE ANDARE
Per indicazioni su dove andare, cosa vedere, dormire e mangiare: www.turismo.comunce.genova.it e sul portale di Wikipedia dedicato alla città (http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Genova).
Da non perdere sono i cosiddetti Rolli, ovvero le dimore storiche private che, dal 1576, accolsero gli ospiti illustri della Repubblica di Genova. In particolare per approfondimenti su queste spettacolari dimore iscritte dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio dell’Umanità, c’è il sito www.rolliestradenuove.it.

Il Festival della Scienza di Genova 2008- Mostra “I mille volti di Gaia. Istantanee dal Pianeta Terra”

È in corso proprio in questi giorni a Genova, dal 23 ottobre al 4 novembre l’edizione 2008 del Festival della Scienza. Il tema di quest’anno è la “Diversità”, elemento essenziale della vita e della cultura. Sono stati organizzati per il pubblico oltre 350 eventi, raggruppati in 6 diverse aree tematiche che intendono rappresentare un virtuale percorso “narrativo” interdisciplinare rispetto ai differenti punti di vista da cui si intende analizzare il concetto di “diversità”. Le aree tematiche spaziano dalla tecnologia, alle idee, al linguaggio, alla materia, alla mente, alla vita.

Tra le mostre in calendario c’è “I mille volti di Gaia. Istantanee dal Pianeta Terra”, a cura dell’Associazione di divulgazione scientifica Vulcano Esplorazioni, con fotografie spettacolari realizzate da Marco Stoppato.
Stoppato, giornalista e vulcanologo, da anni gira il mondo raccogliendo immagini di paesaggi naturali, ognuno caratterizzato da morfologie che lo rendono unico e al contempo fragile di fronte all’avanzata del fattore umano.
L’impianto espositivo, è composto da 50 fotografie di grande impatto, montate su pannelli di grandi dimensioni, con un corredo di didascalie che illustrano in modo diretto e semplice le principali caratteristiche di ciascuna morfologia presentata, unitamente alle coordinate geografiche del luogo.

Nata per il Museo di Storia Naturale di Bergamo (dove è stata esposta dal 14 febbraio al 20 ottobre) con il titolo di “Geodiversità”, la mostra ha lo scopo di far conoscere al grande pubblico angoli più o meno remoti del pianeta caratterizzati da scenari naturali di eccezionale bellezza. In omaggio all’Anno Internazionale della Terra, l’esposizione vuole anche far riflettere sulla fragilità di questi paesaggi e sulla necessità di salvaguardia di tali ambienti. Per questo il curatore ha deciso di far parlare innanzitutto le immagini, accompagnate da un apparato didascalico snello e di immediata comprensione. Nella cornice più ampia del Festival di Genova, la scienza diventa a suo modo arte e la natura cultura.
Per maggiori informazioni sul Festival della Scienza: www.festivalscienza.it.
Altre foto di Marco Stoppato sono sul sito www.marcostoppato.com.

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