Giappone: MANGALAND
[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]
Per chi come me è nato nei meravigliosi anni ’70, probabilmente il Giappone è come una seconda patria. Personalmente, mettere piede nel Paese del Sol Levante è stata una specie di déjà vu. Appartengo alla fortunata generazione di bambini che sono riusciti incredibilmente a crescere sani nonostante l’assoluta assenza di censure nei cartoni animati giapponesi… Quando sono arrivata a Kyoto, in un quartiere a nord della città, e mi sono trovata a girovagare tra le casette in legno con i giardini bonsai, le siepi di bambù e gli altarini scintoisti ad ogni angolo di strada mi sono sentita proiettata a casa di Ataru Moroboshi, l’infedele fidanzato di Lamù… celebre ragazza coi “cornini” venuta dello spazio.
Il senso di familiarità è cresciuto nei mesi che ho trascorso a casa dei signori Yamamoto: tatami sul pavimento, tavolo basso tradizionale, bacchette (hashi) per mangiare, futon per dormire, un sacco di elettrodomestici e il mitico ofuro, la cabina dove si fa il bagno stando a mollo nell’acqua bollente. Ho avuto l’impressione che il mio grado di integrazione in famiglia dipendesse più da quanto avevo appreso durante le migliaia di ore passate a guardare anime in TV, che non in anni di studio all’università, almeno per gli aspetti di vita quotidiana.
I manga e gli anime sono stati dunque un’ottima iniziazione. Sono estremamente aderenti alla realtà e spesso mi sono sorpresa a pensare “ma è tutto proprio come nei cartoni animati”… tutto tranne i robottoni… ma con Asimo della Honda ci arriveranno presto!
Il Giappone oggi è un Paese ancora affascinante e per molti incomprensibile. Ha mantenuto la sua esoticità, nonostante la spinta alla modernizzazione ispirata agli standard occidentali. I contrasti sono incredibilmente shoccanti. Resta forte il tradizionale amore per la natura, che ha ispirato poeti e pittori, ma che ancora oggi porta centinaia di migliaia di persone a visitare i parchi con i ciliegi in fiore in primavera e gli aceri che esplodono di rosso in autunno. Non semplici scampagnate, ma dei veri e propri pellegrinaggi in omaggio a spettacoli naturali unici. La spiritualità che si avverte nei templi buddisti, così come nei santuari scintoisti è genuina. Le gru di origami appese per i malati, i bigliettini bianchi legati sulle piante con le preghiere da esaudire, gli incensi che bruciano. E poi ci sono i grattacieli, il groviglio di linee metropolitane, le chilometriche strisce per l’attraversamento pedonale di migliaia di persone, le divise delle liceali e le band giovanili che si radunano determinando nuovi trend fashion. I ristoranti alla moda sorgono accanto ai localini di stampo tradizionale, e si trovano ancora i mitici baracchini di legno con le tendine (yatai), che nei manga sono il luogo preferito per gli incontri e gli appostamenti dell’ispettore Zenigata. A proposito… si incontrano anche molti tizi con l’impermeabile gualcito stile Zaza… segno che la moda anni ’70 anche qui non tramonta mai!
COME ARRIVARE
Per avere informazioni sul viaggio, c’è il sito dell’Ambasciata giapponese a Roma: www.it.emb-japan.go.jp. Per i voli, la compagnia di bandiera è la JAL, www.it.jal.com, ma ce ne sono molte altre che operano voli a tariffe accettabili. Per i viaggi low cost trovate info utili su www.japanforever.net. Consiglio anche di informarsi sulle tariffe dei Japan Rail Pass, voucher aperti di diversa durata, che danno accesso alla rete ferroviaria giapponese. Attenzione: vanno acquistati direttamente in Italia prima della partenza e attivati poi in Giappone con il primo viaggio in treno (info: www.japanrailpass.net)! Per dormire non perdetevi l’accoglienza tipica dei ryokan locali, prenotabili online su www.ryokan.or.jp (in inglese).
E allora… se proprio non potete andare a farvi un giro in Giappone, cominciate almeno con lo sfogliare un bel manga e immaginate!
Mata ne!!
(Alla prossima!)
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