Ludos Game Mr Pinky, regia di A. Panichi
CINEMA- Quante volte ci siamo trovati di fronte al tema del precariato? Un problema che, al giorno d’oggi, si è spinto talmente tanto da esigere una vera e propria rappresentazione, in tutte le sue forme.
Siamo partiti dall’amara commedia di Virzì “Tutta la Vita Davanti” e perfino Muccino, con la sua pellicola di stampo Americano “Alla ricerca della felicità”, è riuscito a farci commuovere davanti alla vicenda di un uomo “perduto”.
“Ludo’s Game Mr Pinky” è un cortometraggio diretto da Alessandro Panichi e scritto da Cristian Spaccapaniccia, prodotto dalla SimLab Digital, che ci narra la storia di un uomo al culmine del suo crollo interiore.
Carlo (Fabio De Caro) ha perso ogni cosa: lavoro, famiglia, amici e perfino la sua stessa dignità.
Si aggira per una Roma trasandata e paradossale, di un futuro prossimo, nella quale il problema del precariato ha raggiunto livelli esorbitanti, trasformando l’uomo da “soggetto” ad “oggetto”.
La disperazione viene accentuata non appena Carlo, pur di lavorare, risponde all’annuncio cartaceo della “Ludos Game”.
Giunto alla sede della Ludos l’uomo, davanti al direttore dell’azienda (Marco Liorni) deporrà le sue ultime vesti da essere umano, divenendo un vero e proprio schiavo del meccanismo del consumo.
Il corto di Panichi, ha dato il via ad una serie di appuntamenti della domenica, i cosiddetti Aperitivi Culturali, che avranno sempre luogo nel piccolo ed accogliente locale “Escopazzo”.
La piccola saletta della proiezione, resa intima da candele e soffuse luci azzurre, ha raccolto un piccolo gruppo di appassionati e professionisti del settore cinematografico.
Con in mano i propri cocktail si è assistito all’inizio di un corto dal forte impatto, non solo a livello visivo ma anche contenutistico.
Un maialino rosa, in digitale, ci dà il benvenuto nel suo mondo colorato, immerso in quella solita ed ossessiva musichetta stile game-boy, che ci riporta alla memoria un Tamagotchi inumano.
Ci viene rappresentato il degrado del lavoratore, sotto forma di un video game, che tenta di raschiare il fondo perché non esiste, apparentemente, il sistema per risalire; tutto questo, ai nostri occhi, appare impregnato di un’ovvia negatività, forse fin troppo accentuata per chi tenta di immedesimarsi nel protagonista Carlo.
Lo stesso produttore, Simone Pizzi, su questi toni pessimistici ci chiarisce il punto: “Noi abbiamo ambientato questa storia in un ipotetico futuro, un trent’anni-quarant’anni in avanti, ed è chiaramente una parodia di quello che è la società di oggi, quindi ogni cosa è portata all’eccesso, al paradosso più estremo”.
Carlo così, vagabondando per la sua città, si ritrova a dover rimediare scarti di panini gettati, a fumare la sua ultima e breve sigaretta, a contemplare su un panchina il fatto di essere diventato un ex su tutta la linea, in ogni ambito della sua vita, vivendo il suo “ultimo giorno da Carlo…”.
Il lavoro che il protagonista ha perduto, i colloqui seguenti che non vanno a buon fine, distruggono ogni frammento della sua esistenza, allontanandolo da una moglie che non gli dona il giusto supporto morale e da una figlia, che innocentemente può sorridergli solo attraverso una finestra.
Con audacia “Ludos Game Mr Pinky” non cerca la benevolenza dello spettatore, ma il disgusto di una società “malvagia” che non è prettamente finzione ma realtà, toccando perfino sfere macabre nei vari scenari.
Ottima interpretazione di Fabio De Caro che dona al suo personaggio tutta la disperazione umana che la vicenda rappresenta e dell’esordio di un Marco Liorni perfettamente in linea con il suo ruolo neutrale, il “bivio” vivente di Carlo.
La serata dell’aperitivo culturale si conclude, così, con un finale Backstage che ci mostra il dietro le quinte del cortometraggio, tra la realizzazione della fotografia, i costumi, le scenografie, il lavoro sull’attore e i percorsi della storia narrativa.
Attendendo in futuro altri lavori di questo gruppo ben affiatato, noi dalla nostra gli auguriamo un bel “Partido!”.
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