Arabeski Rock_ Il Viaggio
Vorrà pur dire qualcosa se resiste imperterrito ai decenni. Se se ne infischia delle trombonerie stilistiche, delle più improbabili “ultime grida” di tanta novità che non avremmo alcun bisogno di ostentare, se ci fidassimo almeno un po’. Se sembra non curarsi del suo tempo, o se per affacciarvisi sceglie le vie magnifiche ancorché tortuose dell’evocazione.
Perché è lì, è sempre lì e prima o poi tutti ci abbiam posato su lo sguardo: è il mito dell’incontro eterno fra il linguaggio universale del rock e il mito del viaggio.
Concept album, suite strumentali, migliaia di canzoni e l’ambizione di racchiudervi miriadi di istantanee e umori: sono anni che avete perso il conto degli artisti che ci si sono cimentati, a vario titolo e in molteplici forme. Eppure è – ne ringrazi il cielo chi ci crede – una strada che tanti ancora battono.
Tra questi troviamo il quintetto degli Arabeski Rock: capitolini, formazione recente e gusto antico del progressive più maestoso, coadiuvati e prodotti da Virtual Studio danno alle stampe proprio in queste settimane il loro Il Viaggio.
Il tentativo, come ben si intuisce, è la più classica delle impostazioni da diario di viaggio: parole (poche) come fotografie e musiche che sono sia mondo che clima che climax di storie da sfiorare e da evocare, con l’epica del bardo e la commozione del momento irripetibile.
Sostenuto e dominato dalle architravi sinuose e loquaci delle chitarre del chitarrista e fondatore Tiziano Novelli, l’ascolto apre una mappa ideale che da Medio Oriente e Africa (le iniziali “Cargo” e “Gnawa”) cavalca le dune di una rediviva desert session in chiave-Gong (la straniante “Movimento Solare” è fisiologico prologo per “Tramonto Nel Deserto” e “Lost In The Desert”), passa per una Chernobyl lunare e ancora traboccante di segreti, per terminare il proprio percorso nell’acustico carattere latino della conclusiva “Locanda”.
Non è la prima volta che portiamo alla vostra attenzione lavori che coltivino un’ambizione allegorica deliziosamente old style come quella che questi Arabeski Rock portano avanti con le loro trame placide, senza guizzi di rilevo ma piene di piccoli nascondigli dai quali portare alla luce piccoli tesori e mille dettagli altrimenti perduti.
E proprio per questo la raccomandazione è la stessa di sempre: come a molte delle realtà che esplorano strade simili alla loro, anche a loro dovrete concedere non solo e non tanto ascolto, ma quel piccolo grammo di fede che, in musica come nelle cose di tutti i giorni, porta dallo scetticismo all’incontro.
Se lo farete, Il Viaggio vi ricompenserà mostrandovi egregiamente il perché dell’immortalità del mito del viaggio di cui porta il nome.
E lo farà pur dentro i limiti di una formula che i suoi autori sono chiamati in futuro a saper arricchire e al contempo qua e là anche alleggerire.
Arabeski Rock
Tiziano Novelli: Chitarra
Claudio Gimmi: Basso
Gabriele Morcavallo: Batteria
Ahsrad Saif: Percussioni
TRACKLIST:
01. 1. Cargo
02. Gnawa
03. Le 2 lune
04. Movimento solare
05. Tramonto nel deserto
06. Lost in the desert
07. Introspezione
08. Verso Chernobyl
09. Locanda
Francesco Chini
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