Offerta speciale + Alla faccia
[TEATRO]
ROMA- Con due titoli simili era impossibile non incuriosirsi del contenuto delle due performance andate in scena il 20 giugno nella sala Orfeo del Teatro dell’Orologio di Roma. I due lavori sono la conclusione del percorso annuale che Elvira Frosini, performer e regista, ha compiuto quest’anno con KataLAB, laboratorio di Kataklisma.
Il suo pensiero, risulta sin dall’inizio molto chiaro: conduce una ricerca sui linguaggi scenici e sul corpo inteso come recettore di cultura, convenzioni, rapporti di forza tra potenti, comunicazione, politica,insomma, un riso amaro di cui l’uomo è ora indiscusso protagonista.
Offerta Speciale vede come protagonista un umano e genuino Alessio Pala, già presente in scena all’entrata degli spettatori e già connotato, un foglio bianco gli copre il viso, un foglio bianco che gli permettere di avere un dialogo scherzoso con il pubblico e con la stessa regista, durante le due parole esplicative della serata. Il foglio inaspettatamente viene tolto, viene svelato il viso di un performer in scena, si, ma che racconta l’interpretazione della vita quotidiana, di tutti noi, uomini? Maschere? Marionette inconsapevoli?
Gli strumenti che utilizza Alessio per intrattenerci con questa ironica protesta sono vari, la parola, la gestualità e il movimento.
Sono stati proprio questi strumenti, miscelati con semplicità, a sottolineare il senso generale del lavoro che vede diversi sviluppi, diverse situazione create dall’uomo, tutte legate ad un filo di continuità talmente sottile da non essere percepito, un po’ come il trucco in una donna, c’è ma non si vede! Parlo di situazioni in cui un uomo racconta, e, contemporaneamente, giura con tanto di mano alzata, cos’è un cittadino italiano e cos’è l’Italia; l’inghippo però c’è: la mano inizia a schiaffeggiare la guancia del narratore!
Sono questi i fili sottili di cui parlo, quei fili ricondotti verso un gesto che nasce come segno della croce e diventa una mossa alla John Travolta di “saturday night fever”!
Un lavoro intenso per la sua realtà, fatta di quelle molteplici fregature quotidiane che ognuno di noi subisce e che però, ognuno di noi fa, inconsapevolmente.
Come non concludere con il rimarcare un “ve l’avevo detto che ero in offerta speciale“. Sarà stata questa la differenza tra il lavoro teatrale e la realtà? Uomo avvisato mezzo salvato…
Alla faccia invece stupisce per altre sfaccettature, meno politiche e più tecnologiche, come dimenticare di citare la tanto necessaria quanto personalmente odiata tecnologia oggi? Il bello è scoprire come viene discussa qui da Giovanni Di Prizito, Carmine Luciano e Emanuele Mariani.
Niente luci, niente corpi, niente scena, niente suoni, solo tre voci e qualche rumore esterno al teatro.
Queste voci compiono, per iniziare, un parallelo alquanto strano: Facebook e un cimitero, cos’avranno mai in comune il nostro letto per l’eternità e il social network più amato dagli esseri umani?
Il discorso non fa una piega, in entrambi i luoghi, virtuali e non, l’uomo lascia la sua traccia per sempre.
Le luci si accendono, accecanti, i tre protagonisti sono al mare, preoccupati di quale immagine li rappresenti meglio, esaltati da occhiali da sole alla moda e nascosti dietro allo schermo che li sta presentando al mondo, quel mondo allargato che oggi ci soffoca così tanto.
Anche in questo lavoro, seppur differente per contenuti ed energia siamo di fronte ad una riflessione profonda, accesaci con strumenti quotidiani, sul chi siamo e cosa ci facciamo qui, visto che ultimamente, soprattutto per i giovani, pare non ci sia molto spazio.
Ancora gesti comuni come conduttori di questa sveglia che ricorda che siamo importanti perchè singoli, differenti e unici. Movimenti e parole questa volta che tramutano un “ok!” affermativo in un “ok” di sfida, o ancora, il tentativo di farsi ascoltare di uno dei tre che però viene letto con assoluta ed evidente indifferenza dalla rimanente coppia, impegnata in una troppo sfacciata frivolezza.
Cos’altro serve per associare questa seconda performance, forse più chiara nei contenuti ma meno diretta nell’energia a ciò che si vive sempre, comunque e dovunque?
Sotto l’apparente apparire di questi tre personaggi, attenti ad addominali e immagine, ci sono molte domande personali, certo, qui non se ne trova una risposta, però vederle in scena rincuora lo spettatore. Niente paura, oggi succede…
Giovanna Rovedo
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