The Burlesque_ I Was I Am I Will
Quando nella vittoriana Inghilterra nacque il “burlesque” di certo nemmeno i più visionari dell’epoca avrebbero immaginato che un giorno sarebbe diventato il nome di una band di giovanissimi partenopei; ma in fondo nel ‘700 tra porridge e merletti, non immaginavano certo il potere del britpop.
Fabio Atteo (chitarra e voce), Dario Menna (basso) e Giampiero Le Guyader (batteria) The Burlesque appunto, con il loro Ep d’esordio I Was I Am I Will, hanno svariati meriti, tranne, però, l’originalità. Non che questo sia un male, anzi ci consegnano 6 tracce intrinseche della miglior tradizione del brit che parte dai Blur e arriva ai Coldplay, passa per i The Fratellis e gli Artic Monkeys per arrivare oltreoceano a strizzare l’occhio ai fighetti Strokes .
Il merito principale è sicuramente quello di fare musica non autoctona e di farla molto bene, con un’ottima pronuncia dei testi, una tecnica precisa, fresca e giovane. Il secondo merito è quello di costruire un Ep che contiene oltre le ottime influenze musicali già citate anche degli spunti letterari notevoli. Così i tre di Portici con la loro “Human Comedy” omaggiano o inneggiano Honorè De Balzac e la sua catalogazione dei “tipi umani” ,per poi fare una salto indietro di circa un secolo nell’illuminismo illuminante del Candido di Voltaire in “The Garden”, pezzo “scopiazzato” musicalmente alla buon anima dei Blur, però ce lo facciamo piacere.
Tra le virtù dei The Burlesque c’è la capacità di miscelare sacro e profano senza cadere nell’ovvietà dell’illuminazione (tanto per restare in tema) che rende molte band saccenti, il fatto di essere una recente formazione ed avere già all’attivo diversi live e la condivisione del palco con artisti come Linea 77 e 99 Posse, e infine, ma non per importanza c’è un album degnamente autoprodotto. Insomma sulla carta sono perfetti.
I Was I Am I Will si apre con “First April”, che forse voleva essere una ballad intimista o forse voleva solo velarsi di malinconia, e nonostante risulti accattivante e si faccia ascoltare per tutti e tre i minuti del pezzo, non prepara a dovere all’energia che uscirà dai brani seguenti.
Altro pezzo che colpisce già dal primo ascolto è “Easy Coffee”, il singolo che anticipato l’album, che è un po’ emblema di quello che la band vuole fare, del mood frizzante, energico e easy che vuole trasmettere all’ascoltatore che si trova trascinato volente o nolente nel vortice musicale.
“Swing Torture” è sofisticata, con ottimi riff e precede il puro rock’n’roll di “Clowns” che è come un lancio sul bungeejumping, breve, intenso, adrenalinico.
Come si suol dire: chi comincia bene è a metà dell’opera.
TRACKLIST:
1 – Easy Coffee
2 – First of April
3 – The Garden
4 – Human Comedy
5 – Swing torture
6 – Clowns
Ornella Stagno
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