Il relax adrenalinico come coadiuvante del Topexan: il Dj Luca Pizzuti
Innanzitutto complimenti per la vittoria nella sezione dj del MArteLive, davvero un ragguardevole risultato! Riprendendo una categoria usata su YouTube in cui molti gruppi amano auto-incasellarsi, volevo chiederti: la musica che componi o remixi tu è terapeutica e di facile ascolto?
Mah io la metterei nel mezzo… diciamo ottima come terapia antistress e più che di facile, di piacevole a-scolto, poiché riesce a trasmettere una scarica di adrenalina continua…
Quali sono i deliri sonori che prediligi diffondere mentre tasti e testi il territorio romano? Quali sono le modifiche che hai apportato al tuo spin passando dai locali molisani come l’Amnesia, il Colle Disco Club, lo Skankanà, il Frozen, all’indolenza proverbiale romana delle piste da ballo della capitale?
Beh di certo la selezione musicale si è evoluta con il tempo, anche perche con il passare degli anni ho cercato sempre sonorità particolari in grado di far provare al mio pubblico le stesse sensazioni che provo io…
Sai dirmi il motivo per cui, ascoltando le tue selezioni, un nerd affezionato al Topexan dovrebbe stac-carsi dalla parete o riemergere dalle molle del divano e cercare di frullarsi come un flippato al centro della sala cercando di sentirsi figo?
Ahhahahahah… Inevitabilmente il ritmo trascina anche lui; a poco a poco si impossessa del suo corpo e lui non deve far altro che chiudere gli occhi e immergersi nel mix di sonorità che lo circondano…
Preferisci la scena di Berlino, quella di New York, o le tamurriate do’ Sud come contesto ideale per i tuoi DJ live sets? Insomma, ti senti italiano? Oppure ti sei trovato bene nei rave a cui hai partecipato proprio per la loro dimensione transnazionale?
Dipende dai punti di vista, non mi piace soffermarmi su una scena, ma preferisco scoprirne sempre di nuove; è come una sfida continua far conoscere le mie selezioni a gente sempre nuova, cosi da farmi apprezzare da subito lasciando il segno in ogni locale in cui metto piede…
Mentre sbrighi il tuo lavoro live perché sai che la notte non può trascorrere nell’indifferenza, teorizzi contemporaneamente su forme di psichedelia cosmica alternativa a quella degli accigliati Oxoguss di Robulonn III, oppure rifletti sul fatto che con il tuo groove riesci a dare una scossa da space-cowboy anche agli impiegati dell’anagrafe?
Beh Jamiroquai e sempre Jamiroquai, e neanche il più sedentario impiegato dell anagrafe puo resistergli, lo farebbe balzare dalla sedia in meno di 10 secondi.
Dato che hai iniziato giovanissimo, nell’estate in cui hai compiuto 13 anni, i tuoi trip ipnotico-sonori ti hanno ormai catturato al punto che anche quando sei in disimpegno in un lounge bar i tuoi bioritmi ancora ti pulsano come se avessi degli spasmi ritmici in tutte le circonvoluzioni cerebrali, oppure pensi solo a “battere i pezzi” alla cameriera?
Ma la cameriera ha sempre il suo charme, la immagino che balla come una matta sul cubo davanti alla mia consolle, ma poi realizzo che sto facendo il mio solito e frequente viaggio mentale…
Quando componi i tuoi pezzi, specie quelli techno-minimal, ti lasci guidare dalle ipotetiche visioni di un paranoico che teme che tutti scoprano che è un clone mal riuscito del David Bowie di Heroes, o immagini come sarebbe bello collaborare con un paroliere tipo Peter Sinfield ma in versione robotica, oppure sei tutto concentrato sull’infilare macine di suoni scatolari in corridoi sequenziali come fossero fluidi acidi ribollenti e schegge di pistoni consumati dentro ad un’ampolla distorta nei sotterranei di un club privèe molto industrial?
Mi rinchiudo nel mio “scantinato” che per molti dei miei amici diventa il privèe piu industrial dell universo e sto lì ore ed ore a cercare il beat giusto e i suoni piu ipnotici, che mescolati assieme rendono unico il pezzo.
In “Illegal-djset” fai della techno-house impiegando, insieme a ottime sonorità haunting, delle intriganti voci femminili. Questo vuol dire che il sex è un complemento essenziale della house, oppure ci confermi che si può fare anche in the car, presi gli opportuni accorgimenti, ad esempio truc-cando l’autoradio con barattoli di latta ginecologici ad impulsi radar come quelli che usi tu per pro-durre l’allusivo e oscuro noise presente in questo pezzo? Perdonami per la domanda, ma ho avuto esperienze contorte! 😀
In house, in the car e ovunque ci si trovi e se ne ha voglia…. La voce femminile trasporta sempre sia l’ascoltatore maschile che quello femminile, riesce a penetrare nel cervello e a lasciare il segno…
Sì, sulla sabbia! 😉 A chi si ispira il tuo programming? Hai una cifra stilistica ben definita? Voglio dire: sei sospeso tra Brian Eno, influenze da World Music e Terry Riley, oppure sei equidistante tra la simulazione di sballi chimici alla Burroughs e l’esperienza di “rintronamento” da beat ossessivo ti-pica di Johnny Groove, quello di “Essiamonoi!”? Se tu dovessi citare lui come tua massima influ-enza, lui di certo – sappilo! – ti direbbe: “Stima per te, fratello!” Tu in cambio, cosa gli faresti? Forse, dopo aver velocemente riflettuto su come si trasformerà il rapporto musica-tecnologia, lo intuberesti in un polmone d’acciaio storto usato come shaker per gli anti-neutrini pervertiti del Cern di Ginevra?
Dj come Carl Cox, David Morales, Richie Hawtin, Sven Vath ecc… Nelle mie serate live preferisco il classico vinile accompagnato da campionatori per dare quel tocco di electro che non guasta mai, e magari qualche voce femminile sensuale e calda, in grado di far viaggiare la mente senza uso di sostanze stupe-facenti ma solo con il giusto ritmo in grado di stimolare il nostro cervello e farci cadere in uno stato di relax adrenalinico totale…
Progetti per il futuro? Hai intenzione di convertirti in VJ, già collabori con qualche visualizer o filma-ker tecnotronico, oppure ti basta la dimensione sonora per far venire gli occhi storti, nell’estasi, alle folle transumanti in cerca di mind-scapes inediti?
Il mio futuro da dj lo vorrei vivere in giro per il mondo sulle scene dei club piu underground della terra “diffondendo il mio verbo musicale” e trasmettendo emozioni sonore al mio pubblico…
È quello che ti auguro perché già so che sei sulla buona strada, quindi… Pump up the volume!!
Il7 – Marco Settembre
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