A. Arslan, Il libro di Mush
Antonia Arslan, scrittrice e saggista di origine armena, con il suo Il libro di Mush, Skira Edizioni, ci riporta indietro ad una tiepida notte di fine giugno del 1915, quando cinque fuggiaschi (tre donne, un bambino ed un uomo) si allontanano dalle rovine del loro paese nella valle di Mush.
I turchi della terza armata hanno distrutto tutto: niente più villaggi con i loro abitanti, radendo al suolo le millenarie tradizioni del popolo armeno. Hanno perso tutto quei cinque derelitti: niente più casa nè famiglia, ma hanno fortunosamente recuperato un tesoro di inestimabile valore e sono determinati a portarlo in salvo ad ogni costo.
Nasce così l’ultima storia dell’antichissimo Libro di Mush: il libro sacro armeno attualmente esposto al Matenadaran nel Museo dei manoscritti antichi di Yerevan. Il libro di Mush è un antichissimo libro cha va difeso con tutte le forze, perchè è un sentimento, individuale prima, collettivo poi, un sentimento che racchiude una storia che è quella di un popolo.
Il racconto ci conduce in una notte infinita, in cui tutto sembra giungere al termine, e che invece racchiude il germe della sopravvivenza: nel racconto non sentiamo il peso di un popolo “sconfitto e umiliato”, non sentiamo il peso di un genocidio troppo poco ricordato, avvertiamo la voglia di andare oltre, di preservare le radici e il ricordo di sé, di memorie sepolte, ma sempre vive.
Il racconto scorre rapido e semplice. Si avvertono i sentimenti più delle parole che, semplici, sono solo contorno, mentre la storia scorre insieme al sangue dei morti e al sudore dei vivi.
Una storia vera, struggente, eppure poetica, che lascia spazio alla voglia di vivere, di rivalersi in qualche modo contro le ingiustizie profonde della Storia.
Antonia Arslan, Il libro di Mush, Skira Edizioni, pag. 136, € 12.75
Edyth Cristofaro
Antonia Arslan, Edyth Cristofaro, Il libro di Mush, letteratura, martelive, martemagazine, Recensioni, Skira Edizioni